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Frutteto a emissioni zero? Il 10 febbraio a Bologna

frutticoltura

Un frutteto a emissioni zero, certo. L’agricoltura sale spesso sul banco degli imputati per il forte contributo all’inquinamento del pianeta: dalle emissioni al consumo elevato di suolo e risorse idriche. L’innovazione tecnologia però può garantire una forte riduzione dell’impatto negativo delle attività umane.

Basta leggere i risultati del progetto S3O che saranno presentati il 10 febbraio prossimo a Bologna (dalle 9.20 nell’aula magna del dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari, in viale Fanin 44). Il risparmio idrico ottenuto è pari al 50% dei consumi mentre si sono abbattute le emissioni grazie all’impiego di mezzi elettrici in campo.

Il progetto S3O, finanziato con i fondi del Por Fesr dell’Emilia-Romagna, viene presentato dal Ciri (Centro interdipartimentale di ricerca industriale agroalimentare) dell’Università di Bologna e vede la collaborazione del Ciri meccanica avanzata e materiali, Crpv, il Canale emiliano romagnolo e sono state coinvolte le maggiori imprese del settore ortofrutticolo: Apoconerpo, Apofruit, Granfrutta Zani, Orogel Fresco.

Sperimentazione in un meleto

Con questo progetto si è realizzato un meleto dove sono state impiantate piante delle varietà Gala e Pink Lady. Un frutteto diventato un dimostratore di tecnologie come si legge nella scheda progettuale: “Un campo della mobilità elettrica ed automatica e del controllo di cicli di carica/scarica di batterie“. Oltre i mezzi elettrici si è lavorato su un sistema sugli antiparassitari, l’impianto di irrigazione IoT (Internet of things o Internet delle cose) con microclima luminoso modificato con la combinazione di reti di protezione da grandine, pioggia e insetti per ridurre del 50% il flusso di irrigazione.

Sul fronte tecnico sono state coinvolte le imprese Bragaglia Irrigazione, D-Rover (robotica e automazione) e Winet (reti di sensori wi-fi).

Il rover elettrico

Uno degli interessanti risultati raggiunti riguarda il rover: “Il veicolo elettrico a mobilità autonoma ha raggiunto la piena capacità operativa, essendo in grado di raggiungere il frutteto, compiere operazioni colturali (sfalcio e applicazione di fitofarmaci), rientrare al termine di queste o all’esaurimento delle batterie. In parallelo, sono stati sviluppati un sistema di controllo dei cicli di carica e scarica delle batterie, ed un sistema di accumulo alimentato a pannelli fotovoltaici“. Insomma si punta anche sull’energia solare.

Sul rover elettrico sono in corso valutazioni su come iniziare una pre-produzione industriale. Anche il sistema di accumulo e controllo dell’energia ha raggiunto una buona valutazione, ma non ancora simile a quello del rover.

Durante il convegno dopo i saluti del rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari e dell’assessore regionale allo sviluppo economico e green economy Vincenzo Colla, verranno illustrate le attività realizzate nel progetto.

Il programma del convegno 

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