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Ecco gli incentivi auto fra ritardi, tagli e micro massimali

incentivi auto

Arrivano_  in ritardo _  gli incentivi auto, fra tagli, micro massimali e polemiche. Per chi compra un’auto elettrica sono al massimo di 5 mila euro con rottamazione, ma solo per l’acquisto di mezzi con prezzo massimo di 35.000 euro IVA esclusa. Senza rottamazione si scende a 3.000. Nulla per le flotte aziendali, ma incentivi anche per le ibride plug-in, le altre ibride e  anche le motorizzazioni termiche, pur con importi più bassi.  Sarebbero queste le nuove regole per l’Ecobonus, anticipate da alcune indiscrezioni.

Il decreto slitta a mercoledì, sconti solo dal 1° maggio

L’atteso DPCM  che dà attuazione al Decreto Energia di febbraio, invece, non è arrivato. Slitterà alla prossima settimana, probabilmente a mercoledì  6 aprile, e sarà operativo solo dal 1° maggio.

«Il Governo sta finalizzando le prime misure di intervento che saranno formalizzate nei prossimi giorni» dice infatti una breve nota di Palazzo Chigi diffusa in mattinata. Si conferma insomma che non è stato facile trovare l’accordo sul nuovo piano di ecoincentivi annunciato il 18 febbraio.

Secondo l’agenzia Ansa un accordo di massima è stato raggiunto ieri in un vertice tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri dell’Economia Daniele Franco, quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani, Enrico Giovannini ministro delle Infrastrutture e Andrea Orlando del Lavoro.

Gli incentivi auto dureranno tre anni

Si abbassa anche lo stanziamento complessivo che scende a 650 milioni, contro i 700 previsti in febbraio. L’agevolazione resterà in vigore per il triennio 2022-2024, con le stesse regole. Cambierà invece la distribuzione delle risorse finanziarie fra le varie categorie di auto, ampliando via via la disponibilità per le sole elettriche. Questo pare sia stato il principale terreno di scontro e il motivo del nuovo ritardo.

In base al principio, ribadito, della neutralità tecnologia si finanziano tutte le tipologiae di veicolo.

Sconto di 5 mila euro se l’auto costa meno di 35.000

I nuovi incentivi penalizzano le auto elettriche: giù l’ecobonus e massimale a 35.000 euro

Nella fascia compresa tra 0 e 20 g/km di CO2, dunque le elettriche, l’incentivo è di 3 mila euro e 5 mila con rottamazione contestuale di un veicolo inferiore alla classe Euro6.  Spesa massima 35.000, euro esclusa l’Iva

Per le ibride plug-in (categoria di emissioni comprese tra 21 e 60 g/km di CO2), l’incentivo dovrebbe scendere a 2 mila euro e 4 mila con rottamazione. Il limite di spasa salirebbe però a 45 mila euro di listino.

Per i modelli con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km, cioè full hybrid, mild hybrid, benzina e gasolio, la previsione è di un incentivo di 2 mila euro esclusivamente in caso di rottamazione, con limite di prezzo a quota 30 mila euro.

Incentivi anche alle termiche, ma con fondi a scalare

Quanto alla distribuzione dei fondi la bozza del decreto prevede che alla fascia più ampia fra 61 e 135 g/km di CO2, vadano 170 milioni quest’anno, 150 nel 2023 e 120 milioni nel 2024. Così aumenterebbero di pari passo quelli per le categorie di emissioni pià basse, soprattutto le elettriche. Per elettriche e ibride andranno 225 milioni per quest’anno,  245 per il 2023 e 250 milioni nel 2024.

La bozza del Dpcm dovrebbe contenere anche agevolazioni per le due ruote. Le moto elettriche potranno godere di un contributo di 3.000 euro senza rottamazione e 4.000 con, e se abbinati ad uno sconto  da parte dei concessionari. I mezzi con motorizzazione tradizionale potrebbero ricevere un contributo fino a 2.500 euro, ma solo in caso di rottamazione.

La piattaforma informatica di gestione dell’incentivo sarebbe la stessa delle misure precedenti ma verrebbe aggiornata.

MOTUS-E: poco efficaci. E le auto aziendali?

Queste indiscrezioni hanno già susitato le critiche del fautori della mobilità elettrica. Francesco Naso, segretatio generale dell’ associazione che raccoglie tutti gli stakeholders della mobilità elettrica MOTUS-E dice che «i nuovi incentivi alle auto elettriche, seppur positivi, rischiano di non essere pienamente efficaci».

Incentivi siffatti, prosegue Naso sarebbero «incoerenti con l’obiettivo di diffondere su larga scala i mezzi completamente elettrici e con le politiche sulle infrastrutture di ricarica messe in campo sinora: infatti da una parte lo Stato finanzierà con 740 milioni di euro le infrastrutture di ricarica ad alta potenza, dall’altra non incentiverà auto che ricaricano ad alta potenza, che possono diventare da subito prime auto di famiglia. Servirebbe coerenza fra le misure».

Altra critica riguarda il fatto che gli incentivi non si estendono alle flotte aziendali. E’ «un’occasione persa: le flotte aziendali possono essere strumento di vera diffusione dei mezzi a batteria, portando sul mercato dell’usato, nel giro di 3-4 anni, veicoli elettrici che potranno essere acquistati anche da famiglie che non possono permettersi un mezzo nuovo». Naso conclude che questo ecobonus rischia di non accelerare la diffusione di massa della auto a zero emissioni ma «addirittura limiti il mercato rispetto allo scorso anno».

La proposta di Unrae: elettriche aziendali senza IVA

L’esclusione delle auto aziendali dagli incentivi è «un colpo per il settore» concorda Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae.
«L’esclusione delle persone giuridiche dagli incentivi _ spiega _ è inedita e colpisce duramente un comparto che da solo rappresenta il 37,5% degli acquisti».

La proposta avanzata da Unrae è di una detrazione graduale dell’Iva e di incentivi che tengano conto delle emissioni di CO2, favorendo le vetture più virtuose e diminuendo via via fino a quelle più inquinanti. Nel dettaglio, Unrae propone di aumentare la percentuale di detrazione dell’IVA attualmente al 40% portandola al 100% per i veicoli rientranti nella fascia di emissioni di CO2 0-20 g/km, all’80% per i veicoli rientranti nella fascia di emissioni di CO2 21-60 g/Km e al 50% per i veicoli rientranti nella fascia di emissioni di CO2 61-135 g/Km.

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