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E-bike truccate, multe più salate

E-bike truccate, multe salate per chi modifica l’assistenza del motore oltre i 25 km/h. Oltre 7mila euro ai possessori e quasi 5mila ai costruttori di bici non a norma: lo stabilisce il decreto Infrastrutture del 15 giugno 2022

Una multa che può superare i 7.000 euro per chiunque venga trovato in possesso di una e-bike che abbia assistenza dal motore oltre i 25 km/h. Sanzioni anche per costruttori, commercianti e meccanici coinvolti che rischiano ammende fino a 5.000 euro per ogni mezzo fuori legge. 

Il decreto legge Infrastrutture, approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 15 giugno, ha modificato quattro punti relativi all’articolo 50 del Codice della strada. Si tratta di quell’articolo che disciplina i velocipedi, insomma tutti i tipi di bicicletta. Nel decreto, oltre alla chiara indicazione delle sanzioni applicabili a chi modifica le biciclette elettriche, c’è anche la creazione della categoria di e-bike (più potenti) dedicata al trasporto merci.

Le e-bike possono essere “aiutate” fino a 25 km/h

E-bike truccate, multe salate: quanto costa?

Ma andiamo per ordine di incidenza sul pubblico dei ciclisti elettrificati.  Occupiamoci delle sanzioni per chi modifica la propria e-bike. Si tratta di una pratica molto semplice, ma illegale e alla quale abbiamo dedicato un approfondimento qualche tempo fa. 

Come noto la norma prevede che le biciclette a pedalata assistita montino un motore con potenza non superiore ai 250 W. Inoltre, cosa che si ricorda meno, la potenza deve essere erogata in calando. Cioè alla crescita della velocità deve corrispondere una diminuzione della spinta motoristica, fino ad azzerarsi quando si raggiungono i 25 km/h. Superata questa velocità, il motore deve smettere di funzionare.

Eludere la norma comporta una bella multa. Infatti una e-bike truccata è ora considerata, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 97, alla pari di un ciclomotore. In questa situazione, dunque, il conducente necessiterebbe di apposita patente di guida, casco ed assicurazione. Non rispettando questi tre requisiti, il conducente sarà soggetto alle sanzioni combinate previste dall’articolo 97 (da 158 a 635 euro), dall’articolo 171 (da euro 866 a euro 3.464) e dall’articolo 193 (da euro 866 a euro 3.464 anch’esso). In totale, dunque, un ciclista che manomette la sua e-bike rischia una multa da un minimo di 1.890 euro ad un massimo di 7.563 euro.

Multe pure a costruttori e meccanici

Le modifiche all’articolo 50, però, tengono conto anche della responsabilità di costruttori, assemblatori, grossisti, commercianti al dettaglio e meccanici. Insomma tutti coloro che si prestano, a vario titolo, a modificare le biciclette elettriche. Nello specifico, “chiunque fabbrica, produce, pone in commercio o vende velocipedi a pedalata assistita che sviluppino una velocità superiore a quella prevista dal comma 1 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.084 a euro 4.339. Alla sanzione da euro 845 ad euro 3.382 è soggetto chi effettua sui velocipedi a pedalata assistita modifiche idonee ad aumentare la potenza nominale continua massima del motore ausiliario elettrico o la velocità oltre i limiti previsti dal comma 1”.

Va sempre ricordato, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno, che le e-bike possono viaggiare a velocità ben superiori  ai 25 km/h. Solo che in quel caso il motore deve rimane spento e i km/h in più devono essere solo frutto dei muscoli del ciclista.

E-bike da lavoro regolamentate

Diverse le regole per quanto riguarda invece la nuova categoria di e-bike da trasporto più potenti. Come prima cosa devono avere un vano portaoggetti per appoggiare ad esempio i borsoni frigo, e il motore può avere un potenza doppia rispetto al normale, soluzione resa necessaria dal maggior peso da trasportare. L’articolo 50 del codice stradale dice: “Velocipedi adibiti al trasporto di merci devono avere un piano di carico approssimativamente piano e orizzontale, aperto o chiuso, corrispondente al seguente criterio: lunghezza del piano di carico × larghezza del piano di carico ≥ 0,3 × lunghezza del veicolo× larghezza massima del veicolo”.

regole chiare per le e-bike da lavoro

Questa tipologia di bicicletta elettrica potrà contare su un motore di potenza doppia rispetto a quelle normali. La potenza massima ammessa sale così da 250 a 500 W. Nonostante la potenza doppia, però, il motore elettrico dovrà comunque smettere di funzionare quando la velocità raggiunge i 25 km/h.

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