Truccare il motore delle e-bike è una pratica illegale che aumenta la velocità massima, ma mette a rischio la salute e anche le bici. Le possibilità sono infinite, ma nessuna è lecita.
Truccare il motore per raddoppiare la velocità
Fatta la legge, trovato l’inganno. Anche quando si tratta di una norma di buon senso prima che secondo i codici della strada e del diritto. Nel pieno del boom delle vendite di e-bike seguito al lockdown da covid-19, torna d’attualità la pratica illecita di modificare i motori delle biciclette elettriche per ottenere una velocità massima maggiore. A volte anche doppia rispetto ai 25 km/h imposti dal codice stradale.
Una pratica, questa, che mette in pericolo chi guida e tutti coloro che si muovono attorno. Ma che è anche illegale e dunque passibile di multe e denunce. E fa decadere la garanzia. Il Codice della strada, all’articolo 50, fissa delle regole per le caratteristiche delle e-bike da inforcare senza obbligo di casco, assicurazione e targa.
Truccare il motore delle e-bike: che cosa dice la legge

La potenza nominale massima del propulsore elettrico deve rientrare in 0,25 kW, lunghezza non superiore ai 3 metri (1,30 di larghezza, 2,20 di altezza), velocità massima di 25 km/h, raggiunta la quale l’alimentazione del motore deve essere progressivamente ridotta, fino a interrompersi. Tutto chiaro. Però vari “consigli” per rendere più performanti le e-bike partono da parecchi anni fa, ancor prima che il mercato delle stesse avesse rilevanza nazionale.
Da diversi anni si parla di speed dongle: le e-bike sono dotate di un sensore di velocità. Questo piccolo sistema software non è altro che un limitatore di velocità che appena “legge” il limite massimo di velocità (25 km/h) stacca l’assistenza del motore. Lo Speed Tuning è quella pratica con cui si interviene sul software del sistema elettrico della bici per sbloccarne il limite di velocità. Sul mercato esistono diversi tipi di kit. Possono essere in ogni momento smontati senza lasciare alcuna traccia del loro montaggio e permettono di raggiungere velocità con assistenza attivata anche di 50 km/h.
Su Youtube sono decine i video tutorial (che non vi mostriamo) e le proposte per “truccare” il dispositivo delle e-bike. Esiste una modifica per truccare la bici elettrica con motore Bosch Performance CX, con un chip da inserire nel motore che bypassa il limite di 25 km/h portandola senza limiti fino a 45 km/h circa. Una pratica illegale, nascosta dietro l’ipocrita raccomandazione di usare poi la bici solo su terreni privati.
Truccare e-bike: possibilità a portata di click
Su Amazon poi se ne trovano parecchi, alcuni dedicati sempre ai motori Bosch. I moduli Speedbox partono da 139 euro, mentre per i propulsori Yamaha arrivano a 179. Per i kit della Polini dedicati ai motori Brose il costo è di poco superiore ai 70 euro. Proprio in seguito alla pratica del tuning, l’azienda tedesca Bosch ha voluto fare chiarezza con un lungo comunicato. In sostanza le modifiche sono pericolose per le persone e anche per le e-bike in tutte le sue componenti. La batteria di deteriora, il motore decade e niente a partire dai freni è pronto ad affrontare uno stress doppio rispetto alla norma.

Prima del 2012 i kit di tuning per Bosch erano a “magnete” e funzionavano come demoltiplica meccanica, che in poche parole ingannava l’elettronica del motore rallentando la rilevazione della cadenza del sensore ancorato alla ruota. Successivamente Bosch ha modificato il suo software per impedire che si truccasse il motore semplicemente applicando un magnete ai pedali.
Non servono aggiunte per truccare e-bike
Ma, se ci si accontenta di un modesto incremento, esiste un altro modo per intervenire: spostare il magnete o il sensore che permette di rilevare la velocità della bici. Pochi centimetri di differenza danno una lettura inferiore a quella reale, quindi il limitatore non interviene. Così, anche se sul display si continueranno a leggere, poniamo, 24 km/h, di fatto si starà andando a 30.

Una pratica che ricorda molto le modifiche che si facevano ai vecchi scooter 50 degli anni Novanta. In quel caso si andava a staccare il limitatore meccanico che non faceva scorrazzare al di sopra dei 45 km/h imposti dalla legge. Oggi si agisce sull’elettronica, ma di fondo c’è sempre l’aiuto di meccanici compiacenti.
La ricerca di Quattroruote nei negozi
Proprio per questo alcuni giorni fa il mensile Quattroruote ha pubblicato un reportage in cui dava conto della visita a 30 negozi tra Milano, Roma e Napoli. Alla fine un rivenditore su 4 ha risposto sì alla richiesta di manomettere la bicicletta a pedalata assistita. Senza approfondire troppo la discussione. Il costo dell’intervento, spiega l’indagine di Quattroruote, varia molto a seconda delle circostanze. Se, a Milano, lo si può ottenere “incluso nel prezzo” delle e-bike di fascia alta (con prezzo intorno o superiore ai 3.000 euro), a Roma sono necessari 140 euro per raddoppiare la velocità massima possibile. Insomma, truccare il motore delle e-bike è facile e costa tutto sommato poco. Ma chi lo fa si espone a gravi rischi.
Tutti punti di vista validi, ne aggiungo un altro per ampliare il quadro:
A cosa serve andare più veloci dei 25 km/h con una eBike? Se si opta per una bici elettrica non è per la velocità, ma per sopperire alle carenze fisiche e poter fare passeggiate senza allenamento adeguato. Andare più veloci credo snaturi il senso di una eBike, anche se aumentare il limite a 30 potrebbe ancora andare bene.
Non è proprio così, oramai le e-bike sono usate anche a livello professionale ed agonistico. Vi sono persino campionati a livello mondiale. Pensare che la bici assistita sia utilizzata solo dai neofiti o dalle persone debilitate è totalmente sbagliato mentre è vero che allarga la platea di potenziali utilizzatori rispetto alle bici muscolari. Quindi le prestazioni contano eccome. Il punto non è quello di avere una bici che senza pedalare vada ai 50 all’ora ma quello di poter andare alla stessa velocità di una bici muscolare con un dispendio energetico simile. Mediamente una ebike pesa il doppio rispetto alla sua simile muscolare e se quando raggiungi la velocità massima di 25 km/h viene tagliata via completamente l’assistenza da quel momento in poi ti ritrovi a pedalare su un cancello al posto di una bici. Mettiamo che un soggetto poco allenato acquisti una e-bike da corsa per andare in gruppo con gli amici che hanno bici da corsa muscolari. Su per le salite può comodamente reggere il ritmo dei suoi amici ma appena ci si ritrova ad andare in pianura il gruppo si mette a viaggiare ai 30 all’ora (se non di più) e quello con la e-bike rimane impiccato lì perchè senza assistenza deve faticare molto di più. A mio avviso basterebbe fosse consentito mantenere un livello minimo di assistenza per compensare la differenza di peso e di attrito delle componenti elettriche, niente di più.
Scrivete quello che volete tanto io la modifica non la tolgo manco morto! Si va via lisci che è un piacere…
Di fatto il monopattino 🛴 può andare più veloce di una bici, mezzo a mio avviso più pericoloso perché necessita di più equilibrio sopratutto dove ci sono tombini, buche, ghiaia e altri pericoli, con un motore a propulsione di 500 W, una bici solo 250 W veramente pochi rispetto a tante altre nazioni che hanno una normativa meno astringente.
Salve, io credo che si possa, senza diminuire la sicurezza, portare il limite di velocità legale con assistenza del motore a 30-32 km/h e poter montare motori da 500 W per avere più potenza, soprattutto in località montane o pedemontane, dove spesso più si devono affrontare salite che con biciclette dal peso di 25-30 kg risulterebbero quasi impossibile affrontare, senza danneggiare anche il motore stesso.
Ovviamente una è-bike non deve andare come uno scooter. Qui stiamo parlando di bici che in confronto alle muscolari pesano mediamente oltre 10 kg in più. Disattivare l’assistenza del motore oltre i 25km/h richiede una forza nella pedalata che è significativamente maggiore ad una bici muscolare alla stessa velocità. Pertanto sarebbe più logico che l’assistenza del motore venisse limitata al minimo per sopperire alla differenza di peso ma non completamente tolta. Nessuno chiede di andare ai 50 all’ora senza pedalare o con il minimo sforzo ma almeno, in termini di velocità, di avere prestazioni simili ad una bici muscolare. Con il controllo elettronico sarebbe possibilissimo farlo. Le uniche e-bike che si avvicinano alla bici muscolare sono quelle che montano la soluzione Fazoua in quanto pesa molto poco e può essere rimossa se non la si vuole utilizzare ma il costo è molto elevato.
Quando ero allenato percorrevo più di 100 km alla velocità media di 33 kmh, con picchi di velocità durante il tragitto superiori ai 50 kmh, nessuna elaborazione, solo gambe. Di cosa stiamo parlando?
Ed anche con questo articolo si fomenta l’odio del popolaccio italiano verso il ciclista, in questo caso elettrificato, ma mostrato come un delinquente perché porta la sua ebike alla stratosferica velocità di quasi 50 kmh.
Complimenti, tanto di ciclisti sotto le ruote delle auto ne fisco o pochi. Spessissimo causa l’odio popolare sopra indicato, che dipinge il ciclista come essere intasate la circolazione, colui che viaggia affiancato ad altri ciclisti e che andrebbe stirato con l’auto o con il camion. E spesso succede. Perché non scrivete del 100% dei ciclomotori manomessi togliendo un semplice blocco nell’impianto di scarico e che permette a tali mezzi di raddoppiare i 40 kmh impostogli per legge? Smettete di scrivere, datevi all’ ippica.
Salve, su questo sito ci occupiamo seriamente di mobilità elettrica e la pratica delle manomissioni è illegale. Probabilmente lei è un po’ confuso
Ben detto! Tutta sta menata giornalistica solo per polemizzare, scrivere e vendere! Hanno idea sti scienziati/giornalisti di che velocità possono raggiungere le bici da corsa in discesa? Ma la piantino lì!!!!
Salve,
personalmente ho molto ben presente le velocità che raggiungono i professionisti in gara visto che seguo il ciclismo da anni. Ma sottolinearlo è come sommare mele e pere, purtroppo bisogna arrivarci con uno sforzo cognitivo. In nessun caso possiamo avallare “trucchi” e modifiche, che riguardi la meccanica o il fisico dell’atleta/ciclista amatoriale. Ribadisco la serietà di questo media. Un saluto
Serietà potrebbe anche essere fare articoli in cui si spiega che il limite di legge di 25 km/h è troppo basso visto che con una bici muscolare si può viaggiare tranquillamente a 30 km/h e se professionisti anche oltre 50km/h. Le leggi vanno rispettate, ci mancherebbe, ma se sono fatte male si deve sensibilizzare chi ci governa a rivederle.
Salve, occorre chiarire che il limite di 25 km/h riguarda l’aiuto del motore. Nessuno vieta di superare questa soglia in generale. Chi modifica una e-bike aumenta l’aiuto che riceve dal motore e questo è fuorilegge. E solo questo. Dispiace dover ripetere una cosa tanto banale
A noi risulta che serietà è scrivere articoli con le informazioni giuste. Cercando di separare i fatti delle opinioni, come noi ci sforziamo di fare, evidenziando il nostro punto di vista con la scritta “SECONDO NOI”. Poi questo spazio è a disposizione per i commenti. Ricordo che sul tema del limite per le e-bike abbiamo già pubblicato diversi articoli, l’ultimo il 26 aprile (https://www.vaielettrico.it/proposta-liberiamo-le-e-bike-dal-limite-dei-25-km-h/).
Bravo che lo hai detto, seguo questa testata da parecchio tempo e questo articolo a davvero fuorviante dovreste appunto incentivare la mobilità elettrica e un limite ridicolo come quello dei 25kmh non é accettabile , basti vedere che in USA é ben superiore questo limite ,in più come dice Carlo con una bici muscolare si raggiungono benissimo i 30kmh.
Se avesse provato una ebike si renderebbe conto che una volta arrivati a 25-26khm é come pedalare contro un muro se si vuole andare di più questo perché l’assistenza viene completamente disattivata mentre sarebbe logico fare si che il motore spinga fino al limite di rotazione dello stesso, e cui mi chiedo perché spendere a 3000 euro per una ebike che va più piano di una normale bici del mercatone?
…sono le cose come te che fomentano l’odio tra ciclisti e automobilisti e RICORDATI INNANZITUTTO CHE IL CODICE DELLA STRADA OBBLIGA A VIAGGIARE UNO IN FILA ALL ALTRO NON IN GRUPPO OCCUPANDO UN INTERA CORSIA!!!! SOPRATTUTTO IN STRADE DOVE NON CE ALTRO MODO X SUPERARE vedi Strade lungolago ecc ..EPOI FATE TANTO GLI SPORTIVI E IN STRADA NON FATE ALTRO CHE RESPIRARE FUMI DEI TUBI DI SCAPPAMENTO DELLE AUTO!!! ….
Daniele, moderi i termini: non pubblicheremo un secondo intervento come questo.
La maggior parte dei ciclisti è anche automobilista e non è che la sera si prendano a schiaffi davanti allo specchio a causa del presunto odio tra le due categorie. 😉 Solo chi non è mai andato in bici non può capire cosa significhi andare in bici sulle strade italiane ed in particolare nelle città italiane. A me personalmente è capitato già due volte di avere uno scontro con un’auto e fortunatamente con esiti non gravi. La prima volta investito da un’auto che usciva da una stradina laterale privata che non mi ha visto arrivare. La seconda un anziano che mi ha superato e svoltato a destra tagliandomi la strada. Non è nemmeno una bella sensazione quando un autoveicolo ti sorpassa a pochi centimetri e ad alta velocità (spesso ben oltre i limiti) nonostante il codice della strada imponga di passare ad almeno un metro di distanza. La verità è che quando siamo al volante diventiamo intolleranti nei confronti di qualsiasi ostacolo ci si presenti davanti. Sarà complice la fretta cronica della società moderna e le vessazioni che un automobilista deve quotidianamente subire come i dossi, gli autovelox, i semafori, i limiti di velocità (a volte insensati), il traffico, i lavori in corso, le buche o altro ma quando ci troviamo davanti un veicolo che procede lentamente non abbiamo pazienza e dobbiamo a tutti i costi superarlo più in fretta possibile. Ma per veicolo che procede lentamente non vi è solo la bici, vi sono anche i trattori dei contadini, i mezzi pesanti, gli autobus cittadini, i motorini ed anche le auto stesse se condotte lentamente. Per concludere, la viabilità che abbiamo non agevola certo la vita dei ciclisti e di riflesso anche gli automobilisti ne risentono ma evitiamo di farla diventare una lotta tra le due categorie, sarebbe come fare una guerra tra poveri. Ovviamente questa è una mia modesta opinione.
Concordo al 100% con quanto ha scritto. Certo è che se i ciclisti evitassero di pedalare appaiati in file da tre darebbero un bell’aiuto alla viabilità! 😉