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Due domande sul passaggio dalla plug-in all’elettrico

L'Explorer, la nuova elettrica Ford in arrivo nel 2024, a cui pensa il nostro lettore.

Due domande sul passaggio dall’ibrido plug-in (BMW) all’elettrico (Ford): ce le pone Angelo, interessato soprattutto a modalità e costi di ricarica. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le domande vanno inviate a info@vaielettrico.it

La BMW Serie 2 ibrida plug-in, il modello attualmente posseduto da Angelo.

Due domande sul passaggio dalla BMW 2 alla Ford Explorer

“Sono possessore di una BMW Serie 2 ibrida plug-in. Mi affido esclusivamente alla ricarica domestica, normalmente fatta di notte, ma spesso anche di giorno in quanto l’autonomia di 40/45 km molto spesso non è sufficiente. Il nostro utilizzo tipo di quest’auto (mio e di mia moglie) si svolge quasi sempre a corto raggio. Ma diverse volte nel corso dell’anno facciamo viaggi abbastanza lunghi, tipo Liguria, Marche, Umbria, utilizzando sempre il motore termico. Sto valutando di acquistare la prossima auto totalmente elettrica . E mi piace molto la nuova Ford Explorer EV, appena presentata in anteprima, che verrà commercializzata a inizio 2024. Di quest’auto apprezzo molto la derivazione dalla piattaforma MEB su base VW ID.4, quindi nativa elettrica. Ma rispetto a ID.4 la Ford è molto più compatta (446 cm), rientrando quindi nel pieno del segmento C.

Ricarica in viaggio: meglio l’abbonamento o pay-per-use? E il plug&charge come… ?

Usando l’auto come nel mio caso, quindi ricaricando quasi sempre a casa, come faccio a gestire i rari viaggi lunghi? Se faccio un viaggio ad esempio di 3 giorni di 1.500 km devo fare un abbonamento e poi disdirlo subito dopo? In questo caso non converrebbe ricaricare con tariffa pay per use? Potreste infine approfondire la tecnologia Plug&charge, che mi sembra quanto di più simile , e per certi aspetti anche meglio, alle abitudini consolidate in anni di utilizzo delle auto termiche? Credo che l’ostacolo alla diffusione di massa della mobilità elettrica sia proprio la difficoltà di ricarica, ancora più dell’autonomia delle batterie. Anni fa possedevo un’auto a GPL e l’autonomia era di massimo 300 km. Questo non mi ha mai creato problemi perchè potevo contare su una rete abbastanza diffusa (almeno al nord italia)Angelo Pessari

Gli abbonamenti Enel X Way e, sotto, Be Charge.

Due domande sul passaggio…/ Come scegliere la tariffa migliore

Risposta. La scelta tra abbonamento (tariffa flat) e tariffa al consumo (pay per use), dipende da quanti km si fanno e con quale frequenza. Se i km sono tanti, sicuramente le flat convengono e le formule tra cui scegliere sono infinite. Enel X Way ne propone tre, da un minimo di 39 euro per 80 kWh/mese a un massimo di 99 euro per 320 kWh. Be Charge ne offre quattro, da un minimo di 20 euro per 50 kWh a un massimo di 175 euro per 500 kW. Con un preventivatore che consente di calcolare la soluzione che fa per te. L’importante è sapere che poi l’abbonamento va disdetto, se non si ha più intenzione di utlizzarlo, perché il rinnovo è automatico. Quanto alla plug&charge, è una modalità di ricarica senza app né card, in cui è il cavo a “riconoscere” l’auto. Validando l’operazione e addebitandone il costo sul conto del cliente. Comodissima, prenderà sempre più piede. Ma occorre che sia l’auto sia la colonnina siano predisposte. Tesla lo fa da tempo nei suoi Supercharger, altre marche come Volkswagen, Audi ecc. (probabilmente anche Ford) lo faranno presto con le reti convenzionate (come Ionity). Ma l’auspicio è che la modalità diventi presto generalizzata e utilizzabile su tutte le colonnine.

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