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Dieci anni in 500 elettrica (quella made in Micro-Vett)

La 500 elettrica di Giovanni in ricarica: il bocchettone di ricarica è nell'anteriore, e non dietro nella fianca come nella 500 in vendita oggi.

Dieci anni in 500 elettrica. Non quella ora in commercio, ma quella convertita già dal 2009 da una piccola azienda di Imola, la Micro-Vett. Un’esperienza da pioniere raccontata qui da Giovanni, un lettore marchigiano. Ricordiamo che chi vuol condividere la sua esperienza in elettrico può scrivere a info@vaielettrico.it
                                      di Giovanni Emidi
Ho acquistato l’auto a ottobre 2011 dalla Micro-Vett, purtroppo fallita da tempo. Nel 2010 ristrutturammo l’abitazione dei genitori di mia moglie in chiave green. Mettemmo il cappotto termico, un impianto fotovoltaico e sostituimmo la caldaia a metano con una pompa di calore geotermica. Dopo un anno, considerando che l’esperienza era decisamente positiva e la produzione di kW era superiore ai consumi, decidemmo di fare anche questa esperienza. E siamo estremamente soddisfatti di tutto“.
“Ho la fortuna di poter ricaricare in garage”, ci scrive Giovanni.

Dieci anni in 500 elettrica: “Un’auto divertente, solo…”

“L’auto monta un pacco batterie al litio da 20 kWh. Ha una velocità di punta di 110 km/h e, fino a due anni fa, un’autonomia massima di 170 km. Con una buona frenata rigerenativa e due modalità di guida, city e standard: la city eroga meno kW e l’autonomia aumenta. Nelle salite impegnative occorre passare alla modalità standard. In estate, quando fa molto caldo e nelle salite impegnative la batteria si surriscalda, occorre fermarsi pochi minuti e attendere che si raffreddi. Non è un auto di serie e non è paragonabile ai modelli che stanno uscendo ma a noi va ancora più che bene così. Viviamo in una frazione di Senigallia, Marzocca, ma lavoriamo entrambi a circa 25 km di distanza: la mattina é una gara a chi arriva primo per utilizzarla. Poi, da quando mio figlio ha preso la patente nel week-end non c’è storia, la vuole lui.  Alla guida è veramente piacevole e rilassante e se entri in modalità standard è anche divertente, soprattutto nei percorsi collinari dell’entroterra marchigiano“.

Dieci anni in 500 elettrica: “Carica-batterie sostituito con il fai-da-te”

Poterla ricaricare in garage è molto comodo e l’ansia da autonomia è sparita quasi subito. Sostituita, almeno nella mia esperienza, dalla ricerca del percorso e dello stile di guida più consoni. Una nota di folclore: ho il permesso n.1 per veicoli elettrici del mio Comune. Fino ad oggi per la manutenzione ordinaria non ho avuto problemi: sostituzione dei pneumatici, revisione biennale e sostituzione delle pasticche dei freni. Le dolenti note arrivano per gli interventi straordinari. Ho avuto necessità di sostituire due volte il carica-batteria. La prima volta sono riuscito a trovare un officina in grado di farlo e mi è costato un po’ caro, se non ricordo male tra pezzo nuovo e mano d’opera sui 500 euro. La seconda volta mi sono dovuto arrangiare, l’officina aveva rinunciato a seguire il settore e non sono riuscito a trovare qualcuno in zona che se ne occupasse. Per fortuna ho trovato un video su YouTube che spiegava come smontare la parte frontale. E, pur non avendo un minimo di competenze e manualità meccaniche, sono riuscito nell’operazione“.

“Cerco chi mi fornisca nuove batterie e rigeneri le vecchie per uso accumulo”

Questo è l’aspetto più delicato della mia esperienza, trattandosi di un auto non di serie. Fino a 5 anni fa, sull’onda del boom delle rinnovabili, qualche officina iniziava ad attrezzarsi per la mobilità elettrica. Oggi questo entusiasmo mi pare sia frenato dalle grandi case auto, che non lasciano più spazio al mercato della riconversione e riqualificazione. Costi troppo alti, assenza di standardizzazione, ostacoli burocratici ecc.. E arrivo così al mio problema attuale. L’autonomia è ancora più che sufficiente per le nostre esigenze, ma mi piacerebbe sapere lo stato di salute delle batterie. E sapere se, nel momento in cui dovrò sostituirle sarà possibile farlo con nuove batterie, magari anche più performanti. Inoltre, se fosse possibile rigenerare il vecchio pacco-batterie, lo vorrei utilizzare come accumulo domestico. Ho scritto ad alcune delle aziende citate nei vostri articolo e ad altre che mi sono state suggerite dalle stesse. Ma quasi tutte si occupano di progetti molto più rilevanti e importanti“.

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