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Dalla Yaris alla Zoe, Massimo: “Tutt’altra storia”

DALL'IBRIDO ALL'ELETTRICO / Massimo racconta il passaggio dalla Toyota Yaris alla Renault Zoe.

Dalla Yaris alla Zoe, pagata 26 mila euro: Massimo, un lettore di Busto Arsizio, racconta il passaggio dall’ibrido all’elettrico. “Basta bruciare benzina”.

                                                   di Massimo Granese

“Vorrei raccontare la mia esperienza con l’auto elettrica. A settembre 2020 ho acquistato la mia Zoe R135 Intens, una aziendale con 5.000 km. Dopo essermi recato al concessionario e averla provata, non ho avuto nessun dubbio, l’ho comprata subito“.

La Toyota Yaris, la precedente auto del nostro lettore.

Dalla Yaris alla Zoe “Era finita un’epoca”

La mia auto precedente era una Yaris ibrida. Che, per carità, andava benone, quel pezzettino di strada che riusciva a fare in elettrico mi trasmetteva una sensazione nuova, di tranquillità, leggerezza e pulito. Sentire l’auto che avanzava come fosse su un cuscino d’aria era bello. Poi purtroppo quando partiva il termico, oltre i 50 km orari, tutte queste belle sensazioni crollavano. C’era ancora di mezzo questo motore di concezione ormai obsoleta, per quanto potesse essere tecnologico, inventato 150 anni fa. Pur con tutte le nuove tecnologie, lo vedevo e lo vedo come una cosa che ha fatto il suo tempo. Tutte quelle parti in movimento che si usurano e hanno bisogno di continua manutenzione e sostituzione. Questi pistoni che van su e giù con benzina o gasolio che viene bruciato: cosa ci fanno ancora nell’era tecnologica in cui siamo oggi?“.

Dalla Yaris alla Zoe: “Olio, candele, filtri… tempo di dire basta!”

Riguardo all’inquinamento, ripeterei cose dette centinaia di volte. Quello a cui penso, rispetto ad una elettrica, è alle centinaia se non migliaia di tonnellate di olio motore che devono essere smaltite o riciclate, con tutti i tagliandi di milioni di auto. E a tutte le parti da smaltire o riciclare, tipo cinghie, candele, filtri ecc.: non è inquinamento questo? Non c’è storia, da quando quido la mia Zoe è cambiato tutto. La guida silenziosa, rilassante, la ripresa fulminea, la manutenzione ridotta all’osso, il bollo non so più cosa sia. E, ciliegina sulla torta… non vado più dal benzinaio, la sera la metto in garage e la ricarico con la mia wallbox, che comodità… Mi piace troppo, per nessun motivo tornerei ad un auto con motore di concezione ormai obsoleta. Siamo da un pezzo nell’era del digitale e le auto elettriche hanno la tecnologia adatta ai tempi. Non i pistoni che van su e giù con le candele che fan la scintilla e la miscela che si incendia!“.

“Ansia da ricarica? Mai esistita, andando, da Busto all’Abruzzo…”

Per quanto riguarda l’ansia da ricarica, nel mio caso… mai esistita. Faccio in media 20/30 km al giorno e 120 una volta a settimana. Carico in garage 2/3 volte a settimana per 3 ore, ogni volta a 24 ampere, 5,5 kWh. Solitamente metto in carica quando la batteria scende sotto il 50% e la carico fino al 75/80%. E vado avanti tranquillamente senza nessuna preoccupazione. A luglio 2021 ho fatto il mio primo viaggio in elettrico per andare in vacanza. Da  Busto Arsizio sono andato in Abruzzo, a Martinsicuro, sono circa 580 km. Viaggiando alla media di 110 km/h, ho fatto due soste da 45 minuti l’una per ricaricare. Risultato… solo un’ora e mezza in più rispetto ad un auto a pistoni. Unico ostacolo, mi rendo conto, è il prezzo di acquisto di un’elettrica ancora troppo alto: la mia Zoe del 2020 aziendale l’ho pagata 26.000€, ma ne sono pienamente soddisfatto ed entusiasta. Complimenti a Vaielettrico, vi leggo sempre.

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