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Costretto a comprare l’elettrica per l’area B di Milano

Stefano un lettore, ha comprato una VW e-Up usata solo per accedere all'area B di Milano.

Costretto a comprare una EV per accedere all’area B di Milano, dove lavora, Stefano racconta luci e ombre del suo passaggio forzato all’elettrico.
Un diesel Euro 5 non può accedere all’are B di Milano. E Stefano…

Costretto a comprare una EV, la mia Peugeot diesel Euro 5 non poteva accedere

“Da maggio sono un felice possessore di una VW e-up da 36Kw/h usata per fare 70 KM quasi ogni giorno che mi permettono di arrivare in tempi ragionevoli nell‘area B di Milano. Dove lavoro. La mia vecchia Peugeot 2008 euro 5 di soli 70.000 KM non poteva accedere. Ho molto gradito il fatto di poter parcheggiare sulle strisce blu, unici posteggi nell’arco di Km dal mio ufficio. Problema che i mezzi pubblici mi avrebbero permesso di risolvere raddoppiando il tempo di viaggio  L’auto con i suoi 220 Km di autonomia e ricarica in box mi permette di fare delle belle gite domenicali con la famiglia. E, quando lavoro da casa, viene utilizzata da mia moglie per andare in ufficio. La nostra Fiat 500L rimane l’auto per i viaggi visto i bimbi, capacità di carico e autonomia Eppure le condizioni che mi hanno portato a fare questa scelta sono state difficili.

Perché nessuno mi aveva avvisato che il mio diesel era un  prodotto a scadenza?”

Quando ho acquistato la mia diesel nessuno mi ha detto che sarebbe stato un prodotto a scadenza, che avrebbe subito un forte deprezzamento. È stato traumatico capire il TCO di un’elettrica, tra l’ignoranza dei concessionari e una politica europea molto green, ma che ci lascia in balia degli aumenti dell’energia. Peggio per i pannelli solari, che nel mio sfortunato caso hanno dei tempi di rientro lunghi come la vita dell’impianto. Insomma, l’auto elettrica risolve vincoli imposti per tenere conto della nostra salute, ma che, come al solito, ricadono sulle mie tasche. Solo il passaggio ad un’auto più piccola ed usata ha reso economicamente vantaggiosa la soluzione, una pari segmento nuova sarebbe stata bella. Ma perché nelle politiche green europee non rientrano mai imposizioni sul price cap dell’elettricità e smart working per le aziende che sono in comuni densamente abitati? O che i mezzi pubblici siano in orario, capienti e decorosi? Tra qualche anno saremo punto e a capo con un traffico green troppo elevato. Stefano.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala.

Costretto a comprare l’elettrica, ma il Comune ha fatto il suo

Risposta. È quello che diciamo da anni: in questi tempi di grandi trasformazioni, i concessionari avrebbero un ruolo fondamentale. Ovvero informare correttamente i clienti, anche sui provvedimenti sempre più restrittivi nei confronti delle auto più inquinanti. Il Comune di Milano, piaccia o no, ha avuto su questo un comportamento lineare: ha stabilito delle tappe, accompagnando a ognuna l’entrata in vigore di limiti più stringenti. Un po’ come ha fatto l’Europa con i limiti Euro sulle emissioni. Ma chi vende le auto, si sa, bada ai suoi obiettivi commerciali e diventa fondamentale informarsi da fonti affidabili. Quanto allo smart working, è difficile imporlo per legge, ma molte grandi aziende ci stanno arrivando per tappe. Come Intesa San Paolo, che nel 2023 proporrà ai dipendenti la possibilità di lavorare fino a 120 giorni da remoto. Infine: il tema della congestione, che si combatte anche evitando che ognuno di noi acquisti una o più auto. Passando dalla proprietà all’uso (come lo sharing), grazie anche al fatto che oggi un’auto (o uno scooter o…) la noleggi in pochi secondi dal telefonino.

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