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Corte dei Conti Ue: auto elettrica unica strada (in salita).

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La Corte dei Conti Ue boccia l’auto elettrica e la “tagliola” del 2035? Leggendo una parte dei giornali italiani sembrerebbe proprio di sì. L’occasione per la nuova bordata anti elettrico è stata l’audizione in Palamento di tre membri dell’organismo di controllo, che riassumendo i contenuti di tre rapporti pubblicati negli ultimi due anni hanno fatto il punto sulla strategia europea per la decarbonizzazione dei trasporti.

Nikolaos Milionis

Corte dei Conti Ue sull’auto elettrica: “E’ l’unica alternativa possibile”

E la conclusione del capo delegazione Nikolaos Milionis – taciuta nei suddetti resoconti giornalistici – è stata: «I veicoli a batteria sembrano essere l’unica alternativa possibile».

Ognuno può controllare dal sito ufficiale della Corte che ieri ha pubblicato una dettagliata presa di posizione.

 

In sintesi la Corte dei Conti europea (ECA) prende in esame i tre capitoli chiave della strategia climatica europea riguardo alle emissioni delle autovetture:
-limitare le emissioni di carbonio delle autovetture con motori a combustione
-esplorare le opzioni di combustibili alternativi
-favorire la diffusione di massa dei veicoli elettrici.

Conclude che il primo punto non si è finora concretizzato, il secondo risulta non essere sostenibile su vasta scala e il terzo rischia di essere costoso sia per l’industria che per i consumatori dell’UE.

In 12 anni le emissioni prodotte in condizioni di guida reali dalle auto convenzionali non sono diminuite perché in media le auto pesano circa il 10%  in più e hanno bisogno di motori circa il 25% più potenti. E le ibride plug-in, che sono ancora classificate “a basse emissioni” nell’uso reale su strada emettono in media il 250% in più del dichiarato (leggi).

Il motore termico è condannato: non c’è un combustibile alternativo

I combustibili alternativi (biocarburanti, elettrocarburanti e idrogeno) non possono essere sostitutivi di benzina e del diesel. La relazione della Corte dei conti europea sui biocarburanti ha evidenziato infatti che: non sono disponibili nella quantità necessaria perchè l’UE non produce sufficiente biomassa; importarla significa rinunciare all’autonomia strategica; non sono ancora competitivi come costi; la sostenibilità ambientale è dubbia.

Quindi, poiché le emissioni di CO2 dei motori a combustione non  possono essere ridotte, «i veicoli a batteria sembrano essere l’unica alternativa possibile». Gli auditor della Corte hanno riscontrato però più di una criticità. Per esempio che l’industria europea delle batterie è in ritardo rispetto ai concorrenti asiatici.

I rischi: l’industria europea è in ritardo, o scendono i prezzi o dovremo importarle

Conta su meno del 10 % della produzione mondiale, non dispone di forniture sicure di materie prime,  il costo di produzione in Europa resta «nettamente superiore al previsto». Ciò rende ancora  «proibitivi i prezzi dei veicoli elettrici europei per una larga parte della popolazione». Le vendite di auto elettriche nuove «sono fortemente aumentate» (una nuova immatricolazione su sette) ma «se la capacità e la competitività dell’UE non aumentano in misura significativa, la “rivoluzione delle auto elettriche” in Europa rischia di basarsi sulle importazioni». Danneggiando l’industria automobilistica europea e i suoi oltre 3 milioni di addetti.

Infine il numero di infrastrutture di ricarica nell’UE, è ancora ben lontano dall’obiettivo di un milione entro il 2025. Perciò «viaggiare in Europa a bordo di un’auto elettrica è ancora tutt’altro che una passeggiata».

 

In conclusione la Corte dei Conti Ue mette in evidenza i ben noti problemi da affrontare e superare, ma non fa menzione della scadenza 2035. Tanto meno accenna a bocciarla. Ci chiediamo quindi perché si debbano leggere titoli come: “Auto elettrica, la Corte dei conti Ue boccia l’Europa“, “Auto elettrica, altolà della Corte dei conti europea“, “Stop dei motori termici dal 2035, neanche la Corte dei Conti UE ci crede?“.
O meglio, lo capiamo benissimo: fra due mesi si vota…
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