Comal ha in testa un’idea meravigliosa (come diceva un tempo Cesare Ragazzi): un impianto di ricarica con colonnine “off the grid”, scollegate dalla rete. E alimentate esclusivamente da pannelli fotovoltaici. Quindi indiscutibilmente green. L’idea è diventato un prototipo e il prototipo il primo impianto del genere in Italia. Salvo imprevisti, Comal lo inaugurerà in aprile presso una concessionaria auto di Roma.
Ce ne parla Alfredo Balletti, amministratore delegato di Comal Group di Montalto di Castro nella video intervista di copertina, per il nostro canale youtube.
Comal, il fotovoltaico made in Lazio va in Borsa
Dal nucleare ai panneli ad inseguimento solare
Tracker Sun Hunter ha suscitato l’interesse di Enel che poche settimane fa ha coinvolto Comal nel suo progetto di riconversione e valorizzazione di una parte dell’area della ex centrale termonucleare di Montalto di Castro. Comal insedierà all’interno del perimetro della ex centrale uno stabilimento per la produzione dei suoi inseguitori solari, raddoppiando la capacità produttiva complessiva. Nella stessa area Enel realizzerà una centrale fotovoltaica con accumulo da 10 MW di potenza, il cui progetto è in fase di autorizzazione.
Fotovoltaico e accumulo, ecco la ricarica “senza rete”
L’idea della stazione di ricarica Comal con colonnine off the grid è maturata invece un anno fa. Da appassionato di auto, anche elettriche, Balletti sa perfettamente che sono i “biberonaggi” (brevi ricariche ripetute in tutte le occasioni di fermo macchina) la modalità di rifornimento ottimale per qualsiasi veicolo a batteria.
«Di qui l’idea di una stazione autonoma dalla rete _ spiega _ e alimentata da un impianto fotovoltaico di dimensioni medie attraverso un accumulo a batteria capace di 250 kW per un’ora. Una stazione del genere è comunque in grado di rifornire 5-10 kWh in una ventina di minuti a un numero sufficiente di auto, anche nell’arco di una giornata nuvolosa, quindi senza apporto del fotovoltaico. Nel contempo il sistema alimenta i servizi della concessionaria. In caso di un surplus di produzione, invece, l’impianto sarà collegato alla rete solo per cedere energia, senza mai prelevarla».
Realizzare il prototipo non è stato semplice. «Tutte le tecnologie necessarie sono già disponibili _ aggiunge Balletti _ ma abbiamo dovuto integrarle sviluppando componenti su misura».
L’accumulo, per esempio, è un oggetto composto da 14 armadi, ciascuno con più elettronica che celle batteria al litio. Un inverter bidirezionale che potesse rapportarsi con caricatori sia in corrente alternata sia in corrente continua offrendo tutte le tipologie di connessione, e nel contempo alimentare i servizi o mandare il surplus in rete, di volta in volta stabilento le priorità, non esisteva sul mercato. Comal ha dovuto progettarlo, insieme a un fornitore specializzato.
Per ora è un prototipo (costato un milione di euro)
Perciò, dice Balletti «non mi illudo di aver risolto tutti i problemi tecnici e che il giorno dell’inaugurazione tutto funzioni alla perfezione, appena girato l’interruttore». La stazione di Roma sarà a tutti gli effetti “sperimentale”. Ha comportato un investimento non trascurabile (un milione di euro) ma Balletti è convinto che ne ricaverà know how, esperienza e opportunità di sviluppo ulteriore. Pensa infatti di poterne ricavare un “modulo” da replicare e mettere sul mercato.
«Potrebbe essere una soluzione interessante per grandi esercizi commerciali, concessionarie auto, aziende con flotte elettriche, parcheggi a rapida rotazione. Le norme che disciplinano il mercato elettrico non consentono di vendere energia autoprodotta con una tariffazione vera e propria, ma offrire un servizio di ricarica alla clientela può rientrare in una lungimirante politica commerciale».
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