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Che idea mi son fatto di Tesla (e cosa succederà)

Che idea mi son fatto di Tesla e che cosa può succedere negli anni a venire. Nessuna pretesa di sputare sentenze (quando mai…), solo un’invito a discutere.

Che idea…/ Cominciamo dai punti di forza

Elon Musk ha 49 anni. Tesla è stata fondata nel luglio 2003.

Provo a elencare in modo sommario quelli che sono i punti di forza della Casa di Elon Musk e quelli che invece rappresentano punti deboli. Per poi azzardare una previsione, temeraria, su quel che l’aspetta. Tra i punti di forza partirei dal prodotto, straordinario. Il Model 3 è un concentrato di tecnologia e piacere di guida e, stando a quel che dicono i media americani, il Model Y è ancora meglio. E qui sta uno dei maggiori pregi di Musk e del suo staff. La capacità di migliorare continuamente, di fare esperienza nella progettazione e costruzione di una vettura e di capire subito come fare un salto in avanti nel modello successivo. Altro vantaggio: come tutti gli imprenditori cresciuti nella Silicon Valley, Musk ha una fiducia cieca nella tecnologia. Una fiducia che i competitor dei marchi storici dell’automotive non hanno: spesso temono che sia un’arma a doppio taglio, su temi cruciali come l’affidabilità e la sicurezza. E la distillano col contagocce, mentre Musk se ne serve a piene mani. Anche con spregiudicatezza. Non sente (ancora) il peso e la responsabilità dell’azienda che ha alle spalle, che invece è ben presente nei top manager europei, col fiato dei sindacati sempre sul collo.

Che idea…/ Tesla, che più “leggera” non si può

La Tesla Model 3, l’auto elettrica più venduta al mondo.

Elenco altri due punti di forza, tra i tanti. Uno è lo stesso Musk. Non solo uno straordinario imprenditore: ormai è una figura mitizzata, al livello di innovatori carismatici come Steve Jobs e Bill Gates. La sua credibilità è un’arma straordinaria per rastrellare capitali a Wall Street e sedurre compratori e potenziali partner. Lo stesso n.1 del colosso Volkswagen, Herbert Diess, riconosce che è un modello a cui rifarsi. Il prestigio è tale da consentire all’azienda di non spendere un dollaro in pubblicità: ci pensano i mille Club Tesla sorti in tutto il mondo a farlo. Organizzano eventi in cui si parla di “Elon” con una venerazione quasi religiosa. E chi compra Tesla non acquista solo un’auto. Compra il sogno di un mondo diverso, un marchio diverso dai soliti noti che hanno dominato la scena per decenni. Poi, alto vantaggio: la struttura della Casa californiana è incredibilmente snella rispetto alle pesanti organizzazioni della concorrenza. Pochissimi saloni, quasi tutto si fa on-line. Insomma, costi fissi per la distribuzione al minimo. Last, but not least: il progresso tecnologico in Tesla è rapidissimo anche nelle fabbriche, sempre più robotizzate. I costi scendono e si possono limare i prezzi, mentre i margini salgono.

I punti di debolezza: vittima del suo stesso successo?

La Tesla Model Y, in arrivo in Italia nel 2021.

Potrei continuare a lungo, ma lascio a voi, se ne avrete voglia, di integrare questo sommario elenco dei punti di forza. Veniamo ai punti deboli, alcuni dei quali sono il rovescio della medaglia dei punti forti. Esempio: la struttura leggera, di fatto senza concessionari, diventa un problema quando un cliente deve riparare l’auto e si vorrebbe un interlocutore con cui relazionarsi. I report sulla qualità stilati negli ultimi anni in diversi Paesi dicono che la difettosità delle Tesla è contenuta. Certo, le finiture sono spesso discutibili, ma guasti gravi raramente si riscontrano. I tempi di reazione se un problema si verifica (anche solo per riparare una macchina incidentale), però, sono spesso troppo lunghi. E ci si chiede che cosa accadrà quando le Tesla in circolazione saranno non decine, ma centinaia di migliaia. Altro potenziale punto debole: Musk è uno straordinario catalizzatore di interesse, ma che cosa accadrebbe se un domani si stancasse di Tesla per dedicarsi ad alte avventure? È vero che Apple e Microsoft sopravvivono benissimo anche senza Jobs e Gates. Ma l’ interrogativo resta.

Il futuro? Se arriva la Tesla da 30 mila euro…

Che idea farsi, invece, del futuro di Tesla? Qui viene la parte più interessante. Soprattutto se Musk davvero deciderà di entrerà nel Gioco Grande, decidendo davvero di fare l’auto da 25-30 mila euro. Della classe della Golf, per intenderci. Finora la Casa californiana è rimasta in una grande nicchia di persone che si possono permettere modelli da 50 mila euro in su, dando noia soprattutto a BMW, Mercedes e Audi. Ma se, diciamo tra 4-5 anni, arrivasse con la world-car con almeno 500 km di range a un prezzo competitivo, la sfida sarebbe praticamente con tutti. Non è un discorso da bar. Musk ha detto più volte che a una macchina come questa lavoreranno team dedicati sia nella GigaFactory di Shangai sia nella GigaBerlin tedesca. Un prodotto come questo non è nelle corde dei designer americani. Ma il vero nodo nel prevedere il futuro è che il patron di Tesla ragiona con schemi del tutto diversi da quelli che conosciamo. Non esclude neppure una grande alleanza, se questa dovesse fare della sua un’azienda migliore, al di là delle convenienze finanziarie. L’unica cosa certa? Ne vedremo delle belle.

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