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Case green: l’Europarlamento decide, l’Italia frena

case green

Gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di CO2 in Europa: l’Europarlamento ha approvato la direttiva “Case Green” che intende portarli alla neutralità climatica entro il 2050. Ma il Governo italiano ha già preannucniato il boicottaggio. «Non siamo contro la lotta ai cambiamenti climatici, ci mancherebbe, ma i tempi sono troppo stretti per le peculiarità del mercato italiano» ha dichiarato il ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Nuovi edifici a emissioni zero dal 2028

Secondo la direttiva “Case Green” approvata oggi dal Parlamento Europeo i nuovi edifici dovranno essere ad emissioni zero dal 2028;  dal 2033 nuove costruzioni e ristrutturazioni dovranno essere in classe D. Dal 2026 dovranno essere ad emissoni zero tutti i nuovi edifici pubblici. Sono previste però deroghe per gli Stati membri e misure per  ridurre le bollette e sostenere le famiglie vulnerabili.

Il testo della direttiva è stato approvato con la solita maggioranza: 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni. Accelera le tappe intermedie per ridurre in modo significativo consumi ed emissioni entro il 2030 e centrare così le emissioni zero entro il 2050.

L’obbligo di efficientamento dal 2033

Ecco il dettaglio delle principali misure:

-A partire dal 2026 i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni 0; la scadenza per tutti gli altri edifici è al 2028.
-Entro il 2028 tutti gli edifici in cui sia possibile, da un punto di vista economico e tecnologico, dovranno dotarsi di tecnologie solari. La scadenza per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti è il 2032
-Entro il 2030 gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E (2027 per quelli pubblici) e entro il 2033 la D (2030 per quelli pubblici). L’obiettivo è partire dal 15% di edifici più energivori classificati nei vari paesi in classe G.
-Sono esclusi da questi obblighi i monumenti e i singoli paesi potranno esentare gli edifici dal significativo valore storico o architettonico, chiese e luoghi di culto, ma anche immobili di edilizia sociale in cui gli interventi di riqualificazione porterebbero a un aumento dell’affitto non compensato dai risparmi in bolletta. Sono previste deroghe anche per particolari categorie di edifici residenziali, considerando la fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e la disponibilità di manodopera qualificata.
-Saranno vietati i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili dal 2035.

E dal 2035 vietata l’energia fossile negli edifici

A partire dalla data di recepimento della direttiva “Case Green” i Paesi dell’UE devono vietare l’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento, per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti a ristrutturazioni profonde. Inoltre, secondo i deputati, i combustibili fossili dovrebbero essere totalmente eliminati entro il 2035, a meno che la Commissione europea non ne autorizzi l’uso fino al 2040.

Inizia ora la procedura di approvazione (triloto) che prevede negoziati con i Governi dell’UE e in seconda lettura con la Commissione e infine il voto definitivo dell’Europarlamento che porterà al testo definitivo. Successivamente ogni Paese dovrà adottare piani e provvedimenti per garantire il rispetto di questi obiettivi. Tra le misure di sostegno, si parla di incentivi premiali per le ristrutturazioni profonde (tipo Superbonus 110%) ma rivolti soprattutto agli edifici nelle peggiori classi energetiche e aiuti destinati alle famiglie in difficoltà o in condizioni di povertà energetica.

Il ministro Pichetto: tempi stretti, l’Italia è diversa

Gilberto Pichetto Fratin, nuovo ministro dell’Ambiente.

Mentre il relatore Ciarán Cuffe (Greens/EFA, IE) ha sottolineato che la direttiva produrrà «crescita, benessere e posti di lavoro in tutta Europa» il ministro Gilberto Pichetto è insoddisfatto: non mette in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione ma  «manca una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane».

Un remake dello stop alle auto termiche?

Il copione si ripete: la sostenibilità «va bene, ma…». Le peculiarità italiane, la tutela delle famiglie, l’approccio pragmatico a fronte di quello ideologico di chi prova a fare qualcosa. Prendersela con le auto è inutile perchè inquinano molto di più gli edifici. Ma prendersela con gli edifici è sbagliato perchè sono un “bene rifugio”. E poi la Cina e l’India?

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