Caro Salvini, sono biciclette, non monopattini. Anche il leader della Lega cade nella mistificazione dei “120 milioni che il governo dà ai monopattini e non all’industria dell’auto in crisi”.
Caro Salvini, non “sparare” su quei 120 milioni
Matteo Salvini è stato l’ospite d’onore a “Di Martedì“, il talk-show condotto su La Sette da Giovanni Floris (qui il video completo). E, parlando delle misure per ridare spinta all’economia, ha di nuovo attaccato il governo sulla decisione di mettere 120 milioni di euro di incentivi sull’acquisto di mezzi di mobilità leggera. Come bici “muscolari”, e-bike, monopattini, monoruota ecc. Questo mentre la filiera dell’auto, con centinaia di migliaia di posti di lavoro, è in crisi e aspetta aiuti che non arrivano.
È un discorsetto malizioso che abbiamo già visto e sentito in tivù. A farlo è stato il conduttore di Fuori dal Coro, Mario Giordano, su Retequattro, addirittura esibendosi con un monopattino elettrico negli studi di Mediaset (qui l’articolo).
Abbiamo bisogno di alternative all’automobile
Diciamo subito che si tratta una sciocchezza, per almeno due buoni motivi:
- I 120 milioni servono soprattutto per acquistare biciclette, elettriche e non. Ai monopattini e al resto finiranno le briciole di questa somma. Secondo Confindustria ANCMA (l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo), sono “circa 540mila le biciclette acquistate dagli italiani dopo il periodo di lockdown“. Ed è lì che finiranno questi incentivi
- Questi soldi non sono stati concepiti come misura per far ripartire l’economia. Servono per incentivare l’uso di mezzi alternativi all’auto nel momento in cui i mezzi pubblici lavorano a scartamento ridotto per evitare gli affollamenti. Se tutti si riversassero in auto sarebbe un disastro e un milanese come lei, caro Salvini, dovrebbe saperlo bene.
Quel che ancora non si è capito è che mezzi come le e-bike oggi consentono di fare spostamenti che per molti di noi sarebbe complicato fare con una bici normale. Mezzi che sono non solo ecologici, ma anche economici, fanno risparmiare tempe e denaro. Si parcheggiano facilmente, occupano poco spazio e migliorano la vita nelle città. Insomma, il boom delle vendite di bici è una delle poche eredità positive che ci lascia questa maledetta pandemia. Perché ridicolizzarlo con una demagogica mistificazione?