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Caro Salvini, sono biciclette, non monopattini

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Matteo Salvini durante la puntata di Di Martedì del 9 maggio.
Training Academy Varta

Caro Salvini, sono biciclette, non monopattini. Anche il leader della Lega cade nella mistificazione dei “120 milioni che il governo dà ai monopattini e non all’industria dell’auto in crisi”.

Caro Salvini, non “sparare” su quei 120 milioni

Matteo Salvini è stato l’ospite d’onore a “Di Martedì“, il talk-show condotto su La Sette da Giovanni Floris (qui il video completo). E, parlando delle misure per ridare spinta all’economia, ha di nuovo attaccato il governo sulla decisione di mettere 120 milioni di euro di incentivi sull’acquisto di mezzi di mobilità leggera. Come bici “muscolari”, e-bike, monopattini, monoruota ecc. Questo mentre la filiera dell’auto, con centinaia di migliaia di posti di lavoro, è in crisi e aspetta aiuti che non arrivano.

caro salvino
Mario Giordano su un monopattino elettrico durante “Fuori dal coro”, su Retequattro.

È un discorsetto malizioso che abbiamo già visto e sentito in tivù. A farlo è stato il conduttore di Fuori dal Coro, Mario Giordano, su Retequattro, addirittura esibendosi con un monopattino elettrico negli studi di Mediaset (qui l’articolo).

Abbiamo bisogno di alternative all’automobile

Diciamo subito che si tratta una sciocchezza, per almeno due buoni motivi:

  1. I 120 milioni servono soprattutto per acquistare biciclette, elettriche e non. Ai monopattini e al resto finiranno le briciole di questa somma. Secondo Confindustria ANCMA (l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo), sono  “circa 540mila le biciclette acquistate dagli italiani dopo il periodo di lockdown“. Ed è lì che finiranno questi incentivi

    caro salvini
    Matteo Salvini in studio con Giovanni Floris a Si Martedì, su La Sette.
  2. Questi soldi non sono stati concepiti come misura per far ripartire l’economia. Servono per incentivare l’uso di mezzi alternativi all’auto nel momento in cui i mezzi pubblici lavorano a scartamento ridotto per evitare gli affollamenti. Se tutti si riversassero in auto sarebbe un disastro e un milanese come lei, caro Salvini, dovrebbe saperlo bene.

Quel che ancora non si è capito è che mezzi come le e-bike oggi consentono di fare spostamenti che per molti di noi sarebbe complicato fare con una bici normale. Mezzi che sono non solo ecologici, ma anche economici, fanno risparmiare tempe e denaro. Si parcheggiano facilmente, occupano poco spazio e migliorano la vita nelle città. Insomma, il boom delle vendite di bici è una delle poche eredità positive che ci lascia questa maledetta pandemia. Perché ridicolizzarlo con una demagogica mistificazione?

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20 COMMENTI

  1. “No, c’è alternativa, spiegarsi e confrontarsi. E fare prodotti elettrici sempre migliori, in modo che la gente si convinca coi fatti, non con le “maniere forti”. Manteniamoci su un confronto civile.”
    Replico a Tedeschini onde togliere ogni dubbio.
    Non faccio guerre, non odio nessuno, non auguro il fallimento di EV ed RE ma spero in una evoluzione tecnologica irreversibile che porta solo vantaggi a tutti. Non sopporto invece chi pontifica su cose che da sole non stanno in piedi e fa propaganda insensata su prodotti insostenibili. Pretendo fino a fondo l’onestà intellettuale di coloro che appoggiando lo sviluppo delle RE ed EV, ammettano che ad oggi ciò avviene ad un costo enorme per i cittadini non proporzionale al beneficio di ritorno. Sono fiducioso che è una sorta di investimento, MA il continuo chiedere sotto forma di sussidi ed incentivi ormai fuori controllo ha solo un inevitabile effetto, il fallimento dell’economia causa costi INSOSTENIBILI. Inoltre propugno per un assoluto distacco dal “virus cinese” ovvero la nostra pericolosa dipendenza da prodotti apparentemente ecologici fatti in Cina con costi umani, sociali, commerciali ed ambientali che avranno ripercussioni inevitabili sull’occidente democratico. Non avrei mai affidato la mia sicurezza, la mia salute, la mia libertà, alle tecnologie naziste. Oggi stiamo facendo così con la Cina. Rendiamocene conto prima che sia troppo tardi

  2. Fa solo piacere sapere che siete capitalisti. Ma non capisco la spocchia sul blog. Marcello Ascani blogger su YouTube e IG ha fondato una Srl pure lui, quindi. Allora buon lavoro, ma siate meno tafazzisti, declinando meno verso scelte politiche che portano solo alla rovina sociale ed economica come dimostrano i fatti sul pianeta Terra. Guardi che i miei caustici commenti spesso provocatori stanno al vostro lavoro come la concorrenza spietata sta allo sviluppo di EV competitive. Anche se sono molto Kattivo nei miei commenti al punto che molti vengono censurati, come la risposta ad Alessandro Ispra, non manca volta che non argomento con fatti e dati tutto quello che dico. Dovrebbe essere uno stimolo a capire che la Terra non è piatta, rossa e verde, e che le vostre posizioni ideologiche ed utopistiche cozzano con una realtà ben diversa che non si cambia con leggi coercitive che provocano solo tasse più alte e difficoltà ai ceti deboli, bensì con prodotti davvero competitivi grazie al continuo sviluppo tecnologico.
    Di nuovo, buon lavoro

    • Quando parla di clima e di inquinamento, il terrapiattista lo fa lei. Ed è proprio l’ultimo a poter accusare chicchessia di essere accecato dall’ideologia

    • Evviva,
      ecco, è tornato pure il servo dei petrolieri…
      lavora per loro (gratis?) e paga pure “il pieno” per girare con un auto inquinante (molto inquinante probabilmente) che “gasa” tutti noi lui compreso…
      Chi è più furbo, chi gira con e-bike o chi col suv assetato credendosi “figo”?
      Come scrisse uno tempo fa, la mamma del cugino è sempre incinta!
      C’è chi guarda avanti e chi resta indietro, legato a falsi miti a cui credere fino alla morte!
      Troppo orgoglio fa male, SI SVEGLI!!

      • Il sovvenzionato dalle mie tasse sei tu, fino a prova CONTRARIA. Quindi se noi poveracci smettiamo di sovvenzionare le antieconomiche ecotecnologie immature indovina come ti muovi e ti riscaldi e cucini senza combustibili fossili?

        • Osteggiare, criticare o mistificare gli incentivi ai mezzi a due ruote è di una miopia senza fine! Al riguardo , visto da quale pulpito vengono tali critiche , mi auguro che il settore endotermico muoia in fretta , italiano o no! Prevedo una guerra civile, perché a certe reazioni ottuse non ce alternativa !

          • No, c’è alternativa, spiegarsi e confrontarsi. E fare prodotti elettrici sempre migliori, in modo che la gente si convinca coi fatti, non con le “maniere forti”. Manteniamoci su un confronto civile.

  3. Ok Massimo, non è un blog, sarà la solita cooperativa rossa, rosso sangue del popolo sotto le falci ed i martelli dei comunisti, mettiamola così. Hong Kong docet

    • Si informi: vaielettrico è una srl, fondata da tre professionisti accomunati dalla voglia di guardare al futuro. Lei è rimasto al maccartismo anni 50 e sinceramente fa un pò pena.

  4. Concordo sulla necessità di una mobilità alternativa alle auto. Il problema laterale che riscontro però, sono la mancanza di parcheggi per questa mobilità dolce, splendida, ma che ci troviamo sui marciapiedi a modi jungla. Se sogniamo una città migliore dovremmo ottenere anche dei servizi consoni per il ricovero o il parcheggio di bici, scooter e monopattini.

  5. Stranamente facendo zapping ho visto l’intervista e quindi posso esprimere la mia opinione a riguardo: quando Salvini ha detto “sono stati dati 120ML ai monopattini e 0 all’automotive” non mi è sembrato un attacco alla mobilità elettrica o più in generale a quella alternativa. Era uno sfottò nei riguardi del governo. Ha usato la parola “monopattino” per evidenziare il fatto che stiamo dando denaro ad un settore che conta (economicamente e socialmente) molto meno rispetto all’automotive con tutto il suo indotto. Le parole di Salvini, insomma, non vanno prese alla lettera ma interpretate come: “stiamo dando soldi/aiuti ad alcuni settori (e va bene) ma diamoli anche ad altri dove ci lavorano molti più italiani che attualmente sono in difficoltà”.

    • Io l’ho visto e ho interpretato la frase diversamente. Comunque sia: il problema è che si continua a parlare di mezzi come le bici elettriche trattandole come se fossero dei giocattoli da usare nel tempo libero. In realtà chi le usa tutti i giorni anche per andare al al lavoro non tornerebbe mai indietro. E se si diffondessero di più, con corsie adeguate, avremmo città molto più vivibili. Il che, credo, dovrebbe essere un desiderio condiviso da destra e sinistra.

      • Questo è verissimo: nel nostro paese le biciclette (e i monopattini) sono considerati poco più che giocattoli o, nella migliore delle ipotesi, mezzi utili solo per attività ludico-sportive. (E lo sfottò di Salvini nasce probabilmente proprio da questa errata considerazione…) La verità è invece che sono veri e propri mezzi di trasporto soprattutto nelle grandi città. Diversa invece è la questione economico-sociale legata al reparto produttivo: in Italia l’indotto auto da lavoro a 170.000 persone mentre quello delle bici circa a 8.000.
        Va da sè che il Bonus Mobilità, se pur apprezzabile, ha un’impatto sociale limitato.

    • L’industria italiana dell’auto è il gruppo FCA (o no?). Lo Stato le garantisce un prestito da 6,3 miliardi (o no?). Da due anni sono previsti incentivi fino a 6 mila euro per l’acquisto di auto a basse emissioni con rottamazione delle vecchie (o no?). Dire che per l’industria dell’auto non si è fatto nulla sembra un pò esagerato (o no?)

      • L’industria dell’auto è FCA? NO, NON SOLO. In realtà gran parte delle aziende italiane che lavorano per l’indotto auto producono componenti per tutte le marche. Siamo il primo fornitore europeo per l’industria automobilistica tedesca, ad esempio.
        Lo Stato garantisce un prestito da 6,3 miliardi? SI, ma questo prestito aiuta una specifica casa automobilistica (che di italiano ormai ha ben poco) lasciando fuori altre 144.000 imprese italiane che lavorano, come detto sopra, per tutte le altre case automobilistiche.
        Da due anni sono previsti incentivi fino a 6 mila euro per l’acquisto di auto a basse emissioni? CERTAMENTE SI, e ben vengano incentivi come questo ma purtroppo il settore elettrico/ibrido non coinvolge direttamente le aziende italiane. Non ancora almeno, siamo ancora legati al motore endotermico perchè il nostro know-how è legato principalmente alla costruzione di parti motore, freni, ecc.
        Dire che per l’industria dell’auto non si è fatto nulla sembra un pò esagerato? SI, infatti non ho detto che non è mai stato fatto nulla. In questo momento storico, però, bisognerebbe fare molto di più. E il discorso vale per tutti i settori.

        • Alessandro, complimenti per i tuoi appunti, ho imparato qualcosa visto che non mi ero informato fino in fondo al riguardo e concordo con te in pieno. Il governo ha sbagliato, giustificarlo e dargli la sponda è un errore perchè se muore la filiera del settore automotive autoctono poi non sarà possibile ricostruirla, ma solo sostituirla con l’invasione di squallide fabbriche cacciavite finanziate dai cinesi.
          Se la redazione di questo blog non si accorge di questo c’è una ragione ben chiara.

          • Lei ha capito poco di molte cose. Per esempio che vaielettrico non è un blog. E non accetta la sua squallida propaganda politica

        • Se i miliardi piovessero dal cielo bisognerebbe fare molto di più per tutti i settori. Altrimenti bisogna fare delle scelte. Macron e Merkel hanno scelto i super icentivi per le auto elettriche, e la Commissione europea suggerisce la stessa strategia… E’ vero che la filiera italiana dell’automotive è più forte nel termico, ma prima o poi dovrà comunque convertirsi. Una politica industriale intelligente, secondo me, dovrebbe finanziare la transizione della filiera più che l’acquisto di auto termiche nuove, per il 70% prodotte all’estero seppur con il 30% di componenti italiani.

        • Se l’industria dell’auto italiana è ancora così legata all’endotermico è solo una propria colpa. Chi ha voluto fare elettrico lo ha fatto..vedi Tazzari che le auto nemmeno le faceva e ora vende le proprie due posti in tutto il mondo perchè sono a misura di città e sono fatte bene.

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