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Bruciano 15 Tesla a Francoforte (e sarebbero ambientalisti)

ambientalisti

La foto del rogo pubblicata da Bild

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Un gruppo di ambientalisti radicali ha appiccato il fuoco a 15 Tesla stoccate presso un rivenditore di Francoforte, distruggendole. i danni supererebbero i 500 mila euro. L’azione è stata rivendicata con un delirante comunicato che fa propri i peggiori luoghi comuni sbandierati da negazionisti climatici e odiatori No BEV. 

 

Anche a Monaco di Baviera, durtante la recente esposizione IAA, si sono registrate manifestazione e proteste. Ne dà notizia il sito specializzato Electrk pubblicando la foto di una manifestazione di Greenpeace davanti al Centro Congressi della Fiera. Ma in questo caso nel mirino dei manifestanti c’era l’intera industria automobilistica.

Rivendicando il rogo di Francoforte con una lettera inviata al sito Indymedia gli anonimi responsabili scrivono di aver incendiato alcune nuove Tesla a Francoforte in segno di solidarietà alle proteste di Monaco.

Gli ambientalisti accusano Tesla di estrarre litio e cobalto ignorando l’impatto sulle comunità indigene locali. Tuttavia, commenta Electrek, non citano un solo caso di estrazioni contestate dalle comunità locali. Quasi tutte le società minerararie, al contrario, sottoscrivono con le popolazioni indigene precisi impegni a rispettare criteri di estrazione etica.

«Tesla – si legge nella lettera _ è uno dei nostri nemici più importanti. L’azienda rappresenta come nessun’altra l’ideologia del capitalismo verde e la continua distruzione globale e coloniale. I motori elettrici vengono costantemente presentati come un’alternativa pulita. Questa è una bugia cinica. Come altre aziende, Tesla sfrutta risorse in tutto il mondo. Le materie prime necessarie per le batterie delle auto elettriche, come il litio e il cobalto, vengono estratte in condizioni terribili in America Latina e Africa. Nonostante la grande vernice verde, i combustibili fossili sono necessari per il trasporto e la produzione. Tutto ciò avviene sempre in connessione con l’oppressione delle comunità indigene, la cui resistenza deve essere per noi un segnale ad agire».

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Gli ambientalisti accusano poi Elon Musk di cullare  “fantasie patriarcali” nei suoi progetti di colonizzazione su Marte con l’intenzione di creare una «destinazione turistica per i più ricchi».

E i grandi inquinatori, quelli veri, ringraziano.

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