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Auto cinesi: è moralmente accettabile acquistarle?

auto cinesi

La MG 4, l'auto elettrica cinese più venduta in Europa.

Webinar
E’ moralmente accettabile acquistare auto cinesi, prodotte in un Paese che nega i nostri valori politici e sociali? Ce lo chiede Cesare, in procinto di acquistare la sua prossima auto elettrica. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaialettrico.it

Devo cambiare la mia auto elettrica e ho un dubbio…

Sono un vostro lettore interessato a sostituire la mia attuale auto elettrica (di produzione europea), con una nuova (forse) di marca cinese dato l’alto livello di qualità tecnica che hanno raggiunto in questi ultimi tempi.
Vi chiedo cortesemente una riflessione sull’opportunità morale ed etica di acquistare o meno auto prodotte in Cina, in quanto sappiamo benissimo  che il livello di democrazia è pressoché vicino allo zero come anche quello dei diritti umani di cittadini e lavoratori, delle minoranze etniche che vengono sistematicamente represse con la forza per non parlare della corsa al colonialismo in molti paesi africani con pesanti  effetti negativi sulle popolazioni locali e sull’ambiente.
Anche se siamo in un mondo globalizzato dove le merci possono provenire da qualsiasi parte del mondo, ritengo utile approfondire e discutere di questi temi nella vostra rivista.

Non diamo alibi a chi continua ad usare le ICE

Sapendo benissimo che nel mondo in cui viviamo non esiste da nessuna parte il mondo ideale che ognuno di noi vorrebbe, però penso che una valutazione su questa questione venga fatta, anche per non prestare l’alibi a chi continua a usare le ICE affermando che alla fine nulla cambia. Cesare Agnello

Il Made in China è dovunque, perché si parla solo di auto?

Risposta-Vaielettrico si occupa di veicoli elettrici, mobilità sostenibile e, inevitabilmente, di energia e ambiente. Sul resto abbiamo le nostre idee, ma non ci sentiamo accreditati a professarle; tanto meno a dare lezioni a chicchesia.
Lei sottolinea il livello tecnologico e qualitativo raggiunto dalle auto elettriche cinesi e su questo concordiamo.  Perciò sarebbe sbagliato non prenderle in considerazione se dovesse essere cinese il modello che risponde alle sue esigenze e le sue  possibilità.
Giustamente fa notare che in un mondo globalizzato non c’è prodotto  che non contenga componenti globali. E visto che la Cina è la seconda economia industriale del mondo, va da se’ che gran parte di questi componenti siano Made in China.
Vale per tutte le auto, compresa quella di produzione europea che lei già guida. E vale per l’elettronica di consumo, la meccanica, la siderurgia, l’edilizia, l’abbigliamento.
Gli scrupoli etici li abbiamo già accantonati da un pezzo. Giusto o sbagliato che sia, non vediamo perché dovremmo porceli solo per i veicoli elettrici.

E dove compriamo il petrolio?

Fonte: Elaborazioni di Rienergia su dati MiTE
Se poi l’alternativa sono le ICE – anch’esse, peraltro, zeppe di componentistica cinese – chiediamoci anche da chi acquistiamo il carburante per muoverle. Arabia Saudita, Qatar, Russia, Venezuela, Iran sono forse Paesi più rispettosi dei nostri valori sociali e politici?
Quindi, nulla cambia? Non direi. Accontentiamoci di quel che potrà cambiare per l’ambiente. E’ già molto.

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