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Appello di Sono Motors: ci servono 50 milioni per la Sion

Appello di Sono Motors

Laurin Hahn e Jona Christians, due dei fondatori di Sono Motors, con la Sion.

 

Appello di Sono Motors: ci servono 50 milioni per arrivare a produrre la Sion. Scadenza: 30 dicembre. La cifra non è enorme, ma neppure modesta. Da raccogliere tra chi crede nel progetto della citycar tutta ricoperta di pannelli solari. 

Appello di Sono Motors per non vendere l’anima al diavolo della finanza

I tre ragazzi fondatori e tutto lo staff di Sono Motors, oltre 400 persone, mettono le carte in tavola. E lo fanno con una sincerità insolita nel mondo dell’industria. Ma loro voglio essere diversi, coerenti in tutto. Spiegano che fin dall’inizio sapevano che sarebbero serviti molti soldi. I contatti con il mondo della finanza, una strada obbligata in questi casi, alla lunga si sono risolti in una grande delusione. I ragazzi di Sono Motors cercavano qualcuno che credesse nel progetto. I potenziali investitori, invece, volevano solo grafici e tabelle che dimostrassero quando e quanto si potrà guadagnare. C’era da vendere l’anima al diavolo, spiega il numero uno della start-up (ormai cresciuta) di Monaco, Laurin Hahn, in questo video che si intitola semplicemente “Money”. Guardatelo, è commovente.

Il messaggio è esplicito e drammatico allo stesso punto: “Non siamo ancora pronti a gettare la spugna“. E quindi si fa appello alla “Community“, a chi crede che un’auto così possa nascere. Perché fornisca qualcosa dei 50 milioni di euro che servono per uscire dalla fase progettuale ed entrare in quella produttiva. Senza abdicare al sogno iniziale: un modello che usi solo energia da rinnovabili, per essere costruita e poi rifornita. Non una BEV (Battery Electric Vehicle), ma una SEV (Solar Electric Vehicle). Che viaggi sfruttando la luce del sole, non per le lunghe distanze, ma comunque per circa 5.800 km all’anno. Che sia green sia dentro che fuori (guarda l’articolo). E che nasca predisposta per essere condivisa.

Tre modi per contribuire

Come si può rispondere all’appello di Sono Motors? In tre modi (clicca qui per i dettagli):

1Con una donazione, anche solo di 10 euro, all’insegna dello slogan “Give us pure love“, “Dacci amore puro”.

2- Versando l’anticipo per acquistare una Sion o, se l’hai già prenotata, saldando fin d’ora l’intero importo.

3- Facendo un prestito, con un tasso d’interesse da concordare direttamente se l’importo supera i 25 mila euro.

Un’immagine frontale della Sion: l’auto ricoperta da pannelli solari ha 35 kWh di batterie, con 255 km di autonomia (più la produzione delle celle), motore da 120 kW.

Nel video compare anche un altro dei fondatori ,  Jona Christians. Spiega che basterebbe che 2 mila dei 10 mila clienti che hanno prenotato la Sion con caparra, saldassero ora l’intero importo. Ed è su questo che punta Sono Motors. Ma non è una richiesta semplice: è ovvio che c’è il timore che la raccolta-fondi fallisca e che le auto finiscano per non essere mai costruite. Già ora l’inizio della produzione è rinviata a settembre 2021. E questi 50 milioni sono fondamentali per completare un piano di investimenti che, alla fine, costerà in tutto circa 250 milioni. Normalmente in una citycar di questo tipo (35 kWh di batterie, con 255 km di autonomia, motore da 120 kW) ne servono almeno tre volte tanto.

SECONDO NOI. Fin dall’inizio tifiamo per i tre ragazzi di Monaco e sarebbe una sconfitta per tutti se il loro sogno morisse nella culla. Certo, l’asticella che si sono posti è molto alta: non un’auto sportiva da poche centinaia di pezzi, ma una citycar da 260 mila pezzi. Che rivoluzioni il modo di intendere la mobilità. E senza disporre dei capitali e del prestigio di Elon Musk, che contava sull’esperienza e i capitali accumulati con la creazione e la vendita di PayPal. L’importante è che, se non si raggiungeranno i 50 milioni, esista un piano B: la Sion s’ha da fare.

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