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Andrea, a spasso per l’Europa in e-Golf: 2270 km in 5 giorni

La Volkswagen e-Golf di Andrea Venturi in una stazione di ricarica fast al passo del Brennero

Andrea Venturi, ingegnere elettronico classe 1966, di Cento (FE) appassionato di tecnologia e attivo nel settore medicale, è rientrato da un viaggio di 2270 km. Li ha percorsi in elettrico, a bordo della sua Volkswagen e-Golf, in 5 giorni. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare questa esperienza. Di cui, da bravo ingegnere, ha fatto un bilancio con un’accuratissima tabella tappa per tappa.

                                         di Paolo Mariano

La e-Golf è stata la mia prima auto nuova in 30 anni di patente”, ci racconta Andrea. “L’ho presa proprio perché era un auto completamente elettrica, un balzo nel futuro. È stato anche uno di quei piccoli sfizi che ci si concede arrivati a un certo punto della vita.

Andrea Venturi davanti allo stabilimento Volkswagen di Dresda. Sullo sfondo la nuova ID.3.

Andrea ha già alle spalle 19 mila km in soli 7 mesi

Dopo circa due anni di ricerche e approfondimenti, lo scorso settembre ha ordinato la e-Golf. Complici una sua predilezione per la politica innovatrice del nuovo AD di Volkswagen, Herbert Diess, un ribasso di listino e gli incentivi provinciali. L’auto poi gli è stata consegnata a gennaio 2020. La sua previsione era quella di percorrervi non oltre 15 mila km l’anno. Ma il piacere di guida e i pochi limiti di utilizzo hanno fatto sì che, dopo soli 7 mesi, Andrea abbia percorso in E-Golf già oltre 19 mila km. Certo, questo viaggio a Dresda ha inciso parecchio, ma comunque Andrea guida ogni giorno per 70 km solo per recarsi al lavoro. Nell’uso quotidiano, ci racconta, non si è mai dovuto preoccupare di programmare nulla. Ricarica a casa, la notte, e l’autonomia è sempre superiore alle  necessità. Ma quando ha pensato a Dresda, qualche calcolo in più ha dovuto farlo.

La e-Golf di Andrea in ricarica in una colonnina  in Maximilian str. a Monaco di Baviera

Andrea voleva visitare la fabbrica della e-Golf

Sono ingegnere elettronico, e un fanatico di tecnologia. Ho avuto una vita lavorativa molto dinamica. Oggi lavoro nel settore medicale a Mirandola (MO). Ma, visti gli sviluppi previsti nell’automotive nei prossimi 5 anni, non mi dispiacerebbe capirne di più e provare a entrare, anche lavorativamente, in quest’ambito tecnologico. Quando Volkswagen ha lanciato l’iniziativa di una visita guidata allo stabilimento di Dresda, dove l’e-Golf viene prodotta, ho subito deciso che ci sarei andato. In e-Golf, appunto. Ho contattato Volkswagen chiedendo di poter effettuare questa visita particolare (viene data la possibilità di mettere le mani alla catena di montaggio n.d.r.).

Andrea Venturi alle prese con un assemblaggio di una e-Golf presso la fabbrica di Dresda.

L’iniziativa è stata interrotta a un lungo per il lockdown, ma a giugno, dopo un’intervista telefonica, mi hanno confermato la possibilità di effettuarla. Mi è stata proposta la settimana a cavallo di Ferragosto e abbiamo individuato come data il 18. A quel punto ho programmato il mio viaggio, prevedendo tre giorni per l’andata e due per il ritorno. Dresda dista oltre 1000 km da Cento. Con un’auto diesel questa distanza si coprirebbe facilmente in una giornata. Con l’e-Golf questo è difficile, se non impossibile“.

Un viaggio così richiede una buona programmazione

Ho deciso che l’avrei affrontato a tappe intermedie, che mi consentissero di visitare altri luoghi lungo il percorso. Auronzo (BL), Salisburgo, Regensburg, Praga, Dresda (visita VW), Monaco… Nel quotidiano utilizzo sostanzialmente l’e-Golf come una comunissima auto e non devo pensare a nulla di diverso che guidare. Ma affrontare un viaggio di questo tipo con un’auto che, per quanto estremamente confortevole, non nasce per le lunghe percorrenze, è sicuramente impegnativo. E richiede qualche conoscenza tecnica, un costante monitoraggio e tanta programmazione“.

“Io ho preferito fare da navigatore, meglio così”

Il viaggio di per sé si fa tranquillamente. Ma solo quando i punti di ricarica saranno più capillari, sarà davvero godibile. E non ci sarà bisogno di avere almeno un equipaggio “stile rally” di pilota e navigatore! La VW E-Golf è un ottimo veicolo dal punto di vista del “comfort” e ha i giusti ausili per navigare lunghe distanze. Peccato che SW/big data, che potrebbero fare molto di più per semplificare la vita a chi viaggia in elettrico, siano così scandalosamente arretrati. Peraltro io mi son gestito i ruoli di pilota e navigatore contemporaneamente. Ma se pensate di fare un viaggio come questo in coppia, vi suggerisco caldamente di far guidare la vostra dolce metà.

L’interno della Volkswagen e-Golf, con il sistema di navigazione.

Riservatevi il ruolo di ‘navigatore’ che è già abbastanza impegnativo. È necessario interrogarsi costantemente su come/dove conviene muoversi lungo il tragitto per ottimizzare i tempi di viaggio. Io personalmente ho usato una Beta di PCC (Power Cruise Control) per monitorare KWh di batteria disponibili, temperatura della stessa (per ridurre l’impatto di multiple Fast..). Per “simulare” lo split di lunghe tappe su più colonnine, e valutare quanto tempo sostare in ricarica (e verificare se intorno ci fosse qualcosa da fare/ vedere..).

“Tante variabili che in futuro sarà l’auto a prevedere”

Diciamo una cosa. La combinazione è di un’auto che, a velocità autostradale, ha un’autonomia ridotta e l’assenza di un supporto software avanzato di programmazione del viaggio. Questo rende necessario un gran lavoro di testa da parte del guidatore. E non sempre si riescono a prendere le decisioni giuste o abbastanza tempestivamente. Sarà meglio rallentare e arrivare a destinazione senza fermarsi o mantenere la velocità e fare una sosta breve nella colonnina fast? Se effettuo ora una ricarica presso una colonnina fast, sarò poi in grado di effettuarne una seconda, visto che la prima ricarica farà salire di parecchio la temperatura della batteria? Sogno un giorno in cui tutte queste valutazioni verranno effettuate dal sistema di navigazione stesso dell’auto. Magari tenendo conto anche dell’occupazione delle colonnine fast lungo il percorso, delle temperature esterne e delle batterie. E, perché no, delle necessità di una pausa pranzo o del pernottamento. Forse allora sarà possibile per chiunque affrontare un viaggio come questo in elettrico, senza tanti pensieri.

Beh, l’utilizzo per le lunghe percorrenze di modelli con autonomie maggiori rispetto a questa sicuramente ridurrebbe le tappe necessarie. E quindi anche le complicazioni e i tempi totali di percorrenza. Ma non dev’essere il nostro obiettivo incondizionato quello di un’auto ad ampia autonomia. L’autonomia deve essere sempre compatibile con il profilo di utilizzo medio del guidatore. Altrimenti il rischio è di portarsi appresso centinaia di chili di batteria quasi sempre non necessari e penalizzare i consumi.

“La ricarica non dev’essere stressante e complicata”

Nei viaggi di lunga percorrenza, è molto importante l’affidabilità delle colonnine di ricarica. Ho programmato le mie tappe tenendo sempre un margine di ricarica residua a destinazione, nelle tappe intermedie. Il che mi consentisse di raggiungere un secondo punto di ricarica qualora il primo fosse occupato o non funzionante. È importante che le colonnine siano costantemente monitorate e rapidamente rimesse in funzione qualora vi sia un malfunzionamento. Se per l’utente che utilizza l’auto elettrica in un raggio entro il quale la ricarica notturna casalinga è sufficiente, le colonnine di ricarica pubbliche non hanno alcun impatto. Ma per chi si sposta a lungo raggio le colonnine sono fondamentali. Oggi purtroppo questo non sempre è garantito. Inoltre è necessario districarsi tra decine di app, token, carte, abbonamenti e accordi di roaming. Tutto questo rende a volte complicato e stressante il processo e, mentre siamo in viaggio, l’ultima cosa che desideriamo è lo stress.

Uno dei grafici nei quali Andrea ha riassunto il viaggio: questo è riferito al consumo di energia.

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