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Al boss di Stellantis l’elettrico non va giù: “Meglio l’ibrido”

SPINA INDIGESTA / Carlos Tavares ritiene che l'ibrido sia la soluzione migliore.

al boss di Stellantis

Al boss di Stellantis l’elettrico non va giù. Carlos Tavares ha confermato tutta la sua insofferenza in un’intervista al Corriere. Con buone ragioni? Intanto si riparla del possibile arrivo (nel 2025) di una nuova Panda solo elettrica. Nascerebbe sulla base del famoso progetto Centoventi (nella foto), presentato con grande successo già al Salone di Ginevra del marzo 2019.

La 500e: con la Peugeot e-208 è la EV più venduta di Stellantis.

Al boss di Stellantis…/ “EV? Solo una scelta politica”

Tra tutti i top manager dell’auto l’amministratore delegato di Stellantis è decisamente il più allergico alla svolta elettrica voluta anche dalla UE. E non è nuovo a queste intemerate: ds tempo ripete che le EVle comprano solo gli ambientalisti“. Ora rincara la dose, sostenendo per esempio che “sono anche le nuove tecnologie a far salire i prezzi. In particolare le tecnologie elettriche, del 50% più costose di quelle dei motori termici“. E ribadendo che la scelta delle auto con la spina è subita e non voluta: “Ovviamente rispettiamo le leggi e quindi combatteremo per essere i migliori con i fattori che ci vengono dati, o imposti. Ma l’elettrificazione è una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria...C’erano modi più economici e veloci di ridurre le emissioni. Il metodo prescelto non permette ai costruttori auto di essere creativi per trovare idee diverse. È una scelta politica“.  La sfida ora è nel ridurre il gap di prezzo delle EV e questo creerà un’ulteriore selezione tra produttori.

Carlos Tavares

Al boss di Stellantis…/ Batterie energivore, “pareggio dopo 70 mila km”

E qui il manager portoghese alza il tiro, con argomenti cari ai no watt. Buttando sul tavolo l’eventualità che un ricorso massiccio all’elettrico costringa a rispolverare il nucleare. Un bel pugno nello stomaco per gli ambientalisti. Ma c’è dell’altro: “Dobbiamo anche parlare dell’impronta di CO2 delle batterie. Con il mix energetico dell’Europa, una elettrica deve percorrere 70mila km prima di compensare l’impronta creata dalla fabbricazione della batteria. Solo a quel punto inizia ad allargare il divario con un veicolo ibrido leggero. Sappiamo anche che un veicolo ibrido leggero costa la metà di una elettrica”. Morale della favola? “Alla fine, è meglio accettare auto ibride termiche molto efficienti, in modo che rimangano accessibili e forniscano un beneficio immediato in termini di CO2. O è necessario avere veicoli 100% elettrici che le classi medie non potranno permettersi, chiedendo ai governi di continuare ad aumentare i deficit di bilancio per fornire incentivi? Questo è un dibattito che mi piacerebbe avere, ma per ora non lo vedo”.

Il pacco-batterie da 50 kWh  sul pianale della Peugeot e-208.

Comprereste un’elettrica da chi detesta questa tecnologia?

Viene da aggiungere diversi quesiti ai tanti, inquietanti, messi sul tavolo da Tavares. Ovvero: acquistereste un’auto elettrica da chi dice apertamente di detestare questa  tecnologia? E come si può parlare di punto di punto di pareggio dopo 70 mila km quando tutti gli studi indipendenti parlano di una soglia molto più favorevole per l’elettrico? E ancora: perché fare riferimento al mix energetico europeo quando Stellantis produce soprattutto in 3 paesi (Francia, Italia e Germania) con un mix ben più virtuoso? Tavares usa argomenti forti per diffidare l’Europa da scelte frettolose verso le auto con la spina: le auto costeranno più care e molti posti di lavoro andranno in fumo. Con un avvertimento finale all’Italia: non è affatto sicuro che la fabbrica ex Fiat di Termoli abbia un futuro nella produzione di batterie: “Al momento, di deciso c’è una Gigafactory in Francia e un’altra in Germania. Stiamo negoziando con il governo italiano, su Termoli, ma non abbiamo ancora concluso“. Con risposta sibillina alla domanda sulla promessa di non chiudere alcuna fabbrica: “Se posso evitarlo, lo eviterò. Di solito mantengo le mie promesse, ma dobbiamo anche restare competitivi”.

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