Agrivoltaico da evitare: “Transizione mal fatta”
Ci vogliono regole, ma i benefici ci sono
Risposta. Calma e gesso: questo sito non è portatore di un pensiero unico, ospita tutti i punti di vista, anche i più critici nei confronti dei nostri articoli. Ciò detto: non conosciamo la situazione friulana e non siamo in grado di dire se ci sono stati gli abusi denunciati dal consigliere del Movimento 5 Stelle.
Sappiamo però che, se realizzato secondo i giusti crismi, l’agrivoltaico può essere un’opportunità per produrre energia pulita coesistendo con alcuni tipi di coltivazioni. Ci devono essere regole e limiti, certo. Ma è anche vero che le nostre campagne si stanno spopolando e crescono a vista d’occhio le aree in cui l’agrivoltaico può essere un’importante fonte di reddito. E in più far sì che che chi gestisce i terreni faccia quel minimo di manutenzione (ai canali di scolo, per esempio) che serve anche per contenere i danni delle calamità naturali. C’è pure qualche beneficio per le colture sottostanti, come il minore consumo di acqua per l’irrigazione, grazie al parziale ombreggiamento da moduli fotovoltaici.
E infine: dove sarebbero le prove? E prove di che? Con tutto il rispetto per la consigliera cinquestelle Rosaria Capozzi, il tenore scientifico e la documentazione a supporto della sua denuncia hanno lo stesso spessore di analoghe iniziative contro i vaccini Covid o le scie chimiche.
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