«La nostra idea è portare in strada l’esperienza della ricarica domestica». Fabio Pressi, Amministratore Delegato di A2A E-Mobility, sintetizza così la filosofia del progetto A2A City Plug. L’abbiamo incontrato a Brescia, all’inaugurazione del primo (si spera di molti) impianto di ricarica urbano a bassa potenza.
Dopo aver dato conto della cerimonia del taglio del nastro, la scorsa settimana, ora analizziamo nel dettaglio la stazione City Plug “pilota” attraverso le parole dello stesso Pressi.
“Ricarica sostenibile per le nostre città, utile per i cittadini sprovvisti di un garage”
«Questa prima stazione di Brescia _ spiega_ è dotata di 5 colonnine, ciascuna corrispondente a un punto di ricarica con presta Tipo 2. Due hanno uno stallo di sosta riservato, tre sono a parcheggio libero. In futuro ogni stazione disporrà di 7 colonnine collegate tutte in parallelo e tutte alimentate in bassa tensione, con la potenza di 7 kW distribuita fra le colonnine. Questo è un concetto importante perchè permette di avere un’ infrastruttura sostenibile dal punto di vista della città e utile ai cittadini».
Significa che una sola auto ricarica a 7 kW, due a 3,5, tre a 2,3 e via dicendo?
«Esattamente. La potenza erogata da ciascuna colonnina è in funzione del numero di auto collegate. Del resto volendo riportare in strada l’esperienza della ricarica domestica abbiamo pensato a chi non ha un garage con wallbox, ma è costretto a lasciare l’auto in strada per tutta la notte. Nello stesso tempo abbiamo tenuto conto che l’Italia non è la Norvegia o gli Stati uniti: le nostre città hanno tutte centri storici dove anche l’arredo urbano è importante e l’infrastruttura di ricarica non può essere troppo invasiva».
City Plug: la notte è piccola, ma non troppo
Dunque la ricarica nei City Plug può essere anche molto lenta. Avete previsto limiti di tempo per la sosta o penali se l’auto non viene spostata a fine ricarica?
«Per il momento, in questo primo impianto City plug, no. In futuro i limiti alla sosta si applicheranno solo per le colonnine provviste di stallo riservato, mentre tutte le altre resteranno a parcheggio libero, sia per le auto elettriche, in carica o meno, sia per le endotermiche. Con l’aumentare del parco elettrico circolante gli stalli riservati dovranno aumentare. Ma dal 2035 in avanti, quando, speriamo, le elettriche saranno la maggioranza, non ci sarà più bisogno di distinguere fra strisce blu e strisce bianche: i posti auto in strada saranno tutti liberi, ma tutti attrezzati con una colonnina».
Attivazione della ricarica e modalità di pagamento saranno le stesse della vostra rete tradizionale?
«Certamente: tutte le operazioni si potranno fare tramite la nostra App e le nostre RIFD Card oppure quelle dei 45 MSP con cui abbiamo accordi di interoperabilità».
A proposito di ricarica tradizionale: continuerete ad ampliare la rete pubblica con le classiche colonnine Ac da 22 kW, le Fast e le Ultrafast?
«Naturalmente sì. Oggi la ricarica è funzionale al luogo in cui si installa. Nelle zone residenziali, dove c’è bassa disponibilità di posti auto privati, la modalità di ricarica dei City Plug ha un senso. Laddove ci sono strade a più alte percorrenze si installeranno le potenze necessarie per abbreviare il tempo di ricarica. Oggi l’infrastruttura va studiata in base alla posizione».
Ora A2A City Plug fa rotta su Milano
Quali sono i vostri programmi di sviluppo qui a Brescia ma anche e soprattutto in una città simbolo come Milano?
«A Brescia, oggi, contiamo 80 punti di ricarica; ma entro l’estate arriveremo a 200. Abbiamo proposto il nostro modello di City Plug al Comune di Milano, che ci è sembrato interessato. Intanto preseguiamo lo sviluppo della nostra rete tradizionale secondo le indicazioni dell’Amministrazione».