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Siamo a 26.024 punti di ricarica. Ma va bene così?

Solo l’Olanda, nell’Unione europea, ha più punti di ricarica dell’Italia se rapportati alle auto elettriche circolanti. Mettendola così, sembrerebbe di vivere nel paradiso dell’Ev. Chi l’auto elettrica effettivamente la usa, però, sa che la realtà è ben diversa. Si può essere soddisfatti? Il servizio è quello che gli utenti si aspettano? Cosa dovrebbe cambiare?

Una ricarica ogni 10 EV, secondi in Europa

Mancano le infrastrutture in autostrada, la gran parte delle colonnine sono concentrate al Nord, la stragrande maggioranza è a bassa potenza, molto spesso l’impianto è disattivato o guasto. Senza contare la piaga dell’occupazione abusiva degli stalli riservati alla ricarica.

 

 

Crescono più le auto elettriche delle colonnine

E infatti se rapportiamo le colonnine alla superficie o al numero di abitanti, precipitiamo agli ultimi posti della gradiatoria. Inoltre, anche in un anno positivo per lo sviluppo della rete di ricarica pubblica _ sono state installate nel 2021 6.700 nuove connessioni con un aumento del 35% _ il tasso di crescita è stato inferiore a quello delle immatricolazioni, raddoppiate a oltre 100 mila unità.

 

I dati sono statoi diffusi da MOTUS-E nel Report periodico sulle ricariche. Oggi la rete ha raggiunto una consistenza di 26.024 punti di ricarica, in 13.233 stazioni collocate in 10.503 siti accessibili al pubblico.

Lente, accelerate, veloci e utraveloci, mix da rivedere

In particolare, i punti di ricarica standard, di tipo lenta da 3-7 kW (o “slow”) e di tipo rapida da 11-22 kW (o “quick”), rappresentano il 73,6% del totale, mentre i punti di ricarica veloci o ultraveloci (con potenza superiore ai 50 kW), costituiscono il 6,1% del totale, sempre al 31 dicembre 2021.

Resta il “buco” della rete autostradale

E «per quanto riguarda le infrastrutture di ricarica su rete autostradale, l’Italia è fortemente in ritardo», ammette anche MUTUS-E che associa tutti gli attori della mobilità elettrica in Italia. «Oggi si contano soltanto 1,2 punti di ricarica veloce o ultraveloce ogni 100 km di rete autostradale _ aggiunge l’associazione _. Nonostante le misure vagliate a livello nazionale per l’infrastrutturazione autostradale, ad oggi non ci risulta nessun bando pubblicato da parte dei concessionari autostradali per la realizzazione e gestione di una rete di ricarica per veicoli elettrici».

 

Anche in ambito urbano «è doveroso fare meglio» scrive MOTUS-E. Perciò «nel 2022 sarà fondamentale adottare un approccio unificato tra i vari Comuni» che velocizzi le pratiche burocratiche per le autorizzazioni all’installazione. MOTU-E ha predisposto al riguardo una bozza di regolamento «semplice, efficace e veloce» che possa aiutare i comuni nella stesura dei propri regolamenti «oltre ad una applicazione della normativa esistente».

Il divario fra Nord  e Sud, fra grandi e piccole città

A livello geografico, il 57% circa delle infrastrutture è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro, mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole. Il 34% è situato nei capoluoghi di provincia e il restante negli altri comuni. La Lombardia, con 4.542 punti, rimane la regione più virtuosa e da sola possiede il 17% di tutti i punti di ricarica nazionale. Tuttavia il censimento di MOTUS-E non può essere accurato e completo poichè non è ancora stato istituito lo strumento di registrazione promesso.

Si tratta di una Piattaforma Unica Nazionale (PUN) che convoglia, all’interno di un unico database ufficiale e consultabile, tutte le informazioni relative alle infrastrutture pubbliche presenti a livello nazionale.ù

A NOSTRO PAREREI numeri da soli non bastano a capire se il servizio di ricarica pubblica per le auto elettriche risponda alle esigenze degli utenti. Secondo noi no.

Intendiamoci: non siamo al medioevo. Solo chi non guida l’auto elettrica è ancora attanagliato dall’ansia di ricarica e immagina un viaggio fuori porta come un’Odissea forse senza ritorno. O solo chi “ci marcia” sostiene che da Roma a Reggio Calabria ci vogliano 52 ore. E’ vero però che con una rete appena appena  più efficiente, meglio distribuita, più attentamente presidiata contro i guasti e l’imbecillità di troppi “furbi”, l’esperienza di guida di una BEV potrebbe essere di gran lunga migliore. E alla portata veramente di tutti. Voi cosa ne pensate? 

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