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Wallbox in garage condominiale, un percorso a ostacoli

 

Wallbox in garage condominiale? Un rompicapo per Piero, che si dibatte tra mille ostacoli. Per rispondere abbiamo chiesto aiuto a Enel X e Alperia-Neogy.

Wallbox in garage, Piero: “Sono esausto, tra elettricista e e amministratore…”

“Dopo circa un anno che sto combattendo per poter installare una wall box nel mio box condominiale, sono arrivato ad un bivio. Il mio elettricista mi ha fatto un preventivo. Prevede: installazione della Wallbox, sostituzione di un interruttore 2x32A + contatore defalco nel mio quadro elettrico + aggiunta di un interruttore 4x32A nel quadro generale del condominio. La corrente fornita al mio box è condominiale. Per poterlo farlo, però, mi chiede una dichiarazione da parte del condominio e/o dal suo  elettricista, della conformità della linea elettrica che va dal quadro generale al quadro dei nostri box. Ma l’amministratore dice che non la può fare perché questa certezza la può riscontrare direttamente il mio elettricista. Che però, secondo me, ha solo l’intenzione giustamente di cautelarsi da eventuali problemi futuri. Chi ha ragione? Come dovrei muovermi per sbloccare questa situazione? Il mio condominio pretende giustamente una certificazione della bontà del lavoro dal mio elettricista. Ma non può o non vuole “certificare” la bontà della linea che va dal quadro generale al quadro dei box. Sono esausto!“. Piero Pallotti

Wallbox in garage: la risposta di Enel X…

Risposta. Enel X  preferisce nonentrare nel merito delle autorizzazioni che deve rilasciare l’amministratore/assemblea condominiale e della adeguatezza della fornitura condominiale di energia elettrica esistente: “Chi interviene sul quadro elettrico condominiale deve acquisire la dichiarazione di conformità esistente. E  verificare il coordinamento tra la linee dorsale esistente e il nuovo interruttore e le restanti parti d’impianto. Stabilità la fattibilità dell’intervento, al termine dei lavori il soggetto che ha effettuato l’intervento sul quadro elettrico condominiale deve comunque rilasciare una nuova dichiarazione di conformità, citando la precedente. In alternativa il condomino, anziché far intervenire il proprio elettricista sulle parti di impianto condominiale, potrebbe richiedere all’amministratore l’adeguamento della linea di alimentazione dei box auto. Nello specifico per l’alimentazione dell’IdR. Ovviamente in quest’ultimo caso l’assemblea condominiale dovrà stabilire come ripartire le spese dei lavori di adeguamento della linea di alimentazione dei box autoSe l’utente scegliesse la JuiceBox di Enel X potrebbe evitare l’installazione del contatore a defalco. Le misurazioni dei consumi per le ricariche sarebbero disponibili direttamente sull’app JuicePass del cliente stesso. Che potrebbe inviarli periodicamente al condominio.

…e i consigli di Neogy

Ed ecco il punto di vista di Massimo Minighini di Alperia-Neogy:  “Innanzitutto è difficile riuscire ad avere il permesso di usare l’energia condominiale per alimentare la propria wallbox privata. Come scorporarla rispetto a quella dei servizi generali? Con il sub contatore? È un costo aggiuntivo non indifferente, che comporta poi il lavoro di lettura dei consumi, comunicazione all’amministratore, etc..Insomma, eviterei. Di solito si usa la propria energia (dal proprio POD) o, se trattasi di box auto situati a distanza dal quadro contatori dell’abitazione, si apre un nuovo POD privato. Evitando problemi di lettura ed accordi con condomini ed amministratori. E, soprattutto non c’è il problema della DICO mancante. Detto questo, è corretto quanto dice l’elettricista che non intende far lavori se l’impianto a monte non è certificato. Ma c’è ovviamente la scappatoia: si tratta solo di capire chi paga. In pratica l’elettricista può benissimo fare una DIRI (dichiarazione di rispondenza) sul vecchio impianto, che attesta la rispondenza alle norme. Una sorta di sanatoria della DICO mancante, a pagamento. E sulla base di quella certificare la sua nuova quota parte con la nuova DICO. Bisogna vedere chi si accolla il costo della DIRI (ci vorranno diciamo 4-500€). Attenzione poi, in riferimento all’uso di un POD condominiale esistente: se la Ptot supera i 6 kW, ci vuole anche il progetto elettrico. Che a sua volta costa, ancora sui 4-500€. Per questo consiglio di aprire un nuovo POD (con 4,5 kW si spendono 600€), senza oneri di lettura, progetto e DIRI.

—-  Clicca qui per consultare il Vademecum per le ricariche condominiali e private di Motus-e. E qui: caricare a casa con la presa Schuko è consigliabile? Vaielettrico risponde —-

 

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