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Twitter, negazionisti climatici e destra all’attacco

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La crisi climatica

In un nuovo studio pubblicato su  Nature Climate Change i ricercatori dell’Alan Turing Istitute della City University of London dimostrano come su Twitter lo scetticismo climatico stia crescendo a ritmi quattro volte superiori rispetto ai contenuti a favore dell’azione per il clima. Secondo i ricercatori, l’incremento sarebbe alimentato da un’azione  mirata dell’estrema destra contraria all’azione climatica.

Favorevli e contrari all’azione climatica a seconda dell’apprtenenza politica e dell’attività svolta su Twitter

Analizzando i tweet pubblicati dal 2014 al 2021 durante le conferenze annuali Cop, i ricercatori hanno scoperto che i tweet degli scettici sono stati condivisi 16 volte di più durante la conferenza Cop26 di Glasgow, l’anno scorso, rispetto alla Cop21. La polarizzazione su Twitter in relazione al cambiamento climatico era bassa all’epoca della Cop21 (Accordo di Parigi del 2015), ma ha subìto un’ impennata verso fine decennio. L’anno di svolta per la crescita dello scetticismo su Twitter è stato il 2019.

Secondo i ricercatori una possibile ragione del recente aumento dello scetticismo potrebbe essere una reazione ai gruppi di attivisti per il clima come Extinction Rebellion,  Just Stop Oil e grandi movimenti giovanili d’opinione come Friday for Future di Greta Thunberg.

Andrea Baronchelli

Del team fa parte anche l’italiano  Andrea Baronchelli della City University of London che definisce «davvero preoccupante» questo aumento dello scetticismo.

«I social media funzionano da echo chamber ovvero da cassa di risonanza in cui i pregiudizi vengono rinforzati. È importante che le autorità di controllo continuino a cercare modi per assicurarsi che i contenuti condivisi online siano affidabili» commenta Baronchelli.”

 

Secondo il Professor Mark Girolami, Chief Scientist all’Alan Turing Institute «per agire velocemente e efficacemente contro la crisi climatica servono consenso e collaborazione a livello internazionale. La crescita della polarizzazione online rischia di generare uno stallo politico se alimenta antagonismo all’azione per il clima. La politica dovrebbe considerare cosa esattamente stia generando questa crescita dello scetticismo online e trovare modi per contrastarlo».

Gli autori dello studio ipotizzano che i gruppi di scettici rivolgano accuse di ipocrisia per screditare i summit sul clima e ritardare l’azione climatica. Le argomentazioni sollevate per sostenere posizioni negazioniste sono quelle classiche dei movimenti antiscientifici. In sostanza, dicono, la scienza ufficiale mente per costringerci ad accettare decisioni imposte dall’alto.

Una sana pluralità di punti di vista sui social media è un conto, si legge nel rapporto, una malsana polarizzazione e tutt’altro. Ed è portroppo questo che sta avvenendo.

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