Stazioni di idrogeno: ecco dove saranno le 36 finanziate dal Ministero dei Trasporti con un contributo di 103,5 milioni di euro, ottenuti grazie al PNRR.
Stazioni di idrogeno: il 77% dei progetti è al Nord
Si tratta di una prima parte dei 230 milioni di euro previsti nel Piano proprio per sviluppare la rete nazionale di rifornimento a idrogeno. Entro il 2026, diventeranno, quindi, 38 le stazioni sparse su tutto il territorio nazionale. Alle 36 nuove che verranno create, si aggiungono le 2 già presenti nella provincia di Bolzano e Mestre. Le aree scelte riguardano soprattutto zone strategiche per i trasporti stradali pesanti. Come l’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T. Non a caso, dei 103,5 milioni, il 77% (circa 79 milioni) riguarda regioni del Nord: Veneto, Trentino- Alto Adige, Lombardia e Piemonte. In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto (9 progetti), quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige (6) e circa 16 milioni in Piemonte (5) e Lombardia (4). Gli investimenti riguardano anche Centro e Sud: in Puglia 8 milioni (3), nel Lazio 3 milioni (2) e in Calabria 2 milioni (1).
Le aziende coinvolte: Eni, Autobrennero, Snam, Edison, Milano Serravalle…
Per quanto riguarda le aziende coinvolte, questi i progetti approvati. Autostrada del Brennero (4 progetti). Milano Serravalle (3). Snam 4 Mobility (8). Eni (3). Sapio (2). Green Factory (1). Sasa (2). Edison (3). Q8 Petroleum (3). Alperia Greenpower (1). Gemmo — Simplifhy SB (1). Dilella Invest (1). Beyfin (1). Teca Gas(1). Sol (1). Italgas (1). “Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore idrogeno italiano e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita”, commenta Alberto Dossi, presidente di H2IT, l’associazione di settore . “Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità idrogeno e di tutta la supply chain, sinergica con i progetti di Hydrogen Valleys“.
— Leggi anche: “L’idrogeno senza paraocchi: ecco quando serve e quando no“. Del professor Alessandro Abbotto, Università Milano-Bicocca.