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Servono ricariche lente in camping e hotel

La Leaf di Riccardo in ricarica nell'agriturismo: la presa è quella del robottino pulisci-piscina.

Servono ricariche lente in camping e hotel, non solo le fast in autostrada. Ce lo ricorda Riccardo, un lettore emiliano, raccontando la sua esperienza. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it
                                              di Riccardo Morici
“Nella foto vedete la mia Nissan Leaf collegata con il caricatore di soccorso da 2 kW ad una presa schuko a bordo piscina di un Agriturismo in cui ho soggiornato recentemente.

Servono ricariche lente, anche negli agriturismi

Io e mia moglie usiamo spesso e volentieri l’auto elettrica per gite e vacanze, anziché l’altra auto diesel che rimane sempre più spesso in garage. E abbiamo avuto modo di apprezzare l’utilità di disporre di una ricarica, anche se di bassa potenza, in alberghi ed altre strutture ricettive. Sono sicuramente necessari i fast chargers lungo strade e autostrade, per poter effettuare viaggi lunghi e proseguire carichi dopo un veloce spuntino o un caffè. Ma trovo altrettanto utile avere la possibilità di caricare presso la struttura ricettiva. Una volta giunti a destinazione, è utile caricare quel 40%…60% che permette nella giornata successiva di raggiungere una spiaggia, andare al ristorante, visitare un borgo, ecc… Riscontro che in Italia la disponibilità di caricatori AC è poco diffusa negli alberghi, ma ancora di meno nei tanti agriturismi che formano buona parte dell’offerta turistica.

Mi è capitato persino di ricaricare in un pollaio

Nel mio caso specifico la proprietaria del peraltro bellissimo Agriturismo ignorava del tutto qualsiasi nozione riguardante la ricarica delle auto elettriche. Essendo un’amica, dato che frequento la sua struttura per week-end allungati da più di 10 anni, mi ha detto: “Se trovi una presa che ti va bene e se non mi fai saltare la luce, attaccati pure. Ho quindi trovato una bella schuko di fianco alla piscina che viene usata solitamente per ricaricare il robottino che pulisce, nottetempo, il fondo della vasca. Durante la notte la presa è libera e ne ho approfittato. In circa 10 ore, con una potenza di circa 2 kW, si carica un buon 50% che basta e avanza per una giornata di svago nei pressi. Ho approfittato in altri casi di simili situazioni di fortuna, arrivando a caricare da una normale presa domestica dentro ad un pollaio. Con la paura che i 10 A del caricatore di soccorso incendiassero la presa arrostendo tutti i polli!“.

I turisti del Nord vogliono le wall-box in struttura

Lasciamo da parte il folklore e l’arte di arrangiarsi. Ritengo che la possibilità di agevolare l’installazione di wallbox AC da 4 a 22 kW nelle strutture ricettive Italiane, Hotel e Agriturismi, possa contribuire efficacemente ad agevolare il turismo in mobilità elettrica. Soprattutto da parte di turisti nord-europei che, se possiedono l’auto elettrica, hanno probabilmente anche una buona capacità di spesa. Non vorrei che tedeschi, francesi e olandesi scegliessero altri itinerari per paura di non riuscire a caricare la propria EV nel nostro paese una volta giunti a destinazione. Capisco anche che non tutti i gestori hanno sufficiente budget e/o competenze per installare una o più wallboxPer questo motivo vi propongo questo ragionamento. Si parla tanto degli extra profitti delle società di distribuzione energetica, luce e gas, e che il Governo sta cercando un modo per tassare questi introiti maggiorati...“.

Servono ricariche lente…/ Paghino le società energetiche con gli extra-profitti

Penso, tra le iniziative di compensazione, a una norma che impone a queste società di installare a proprie spese una wall-box alle strutture ricettive che ne fanno richiesta. Sarebbe una grossa opportunità per migliorare la qualità dell’offerta turistica del nostro paese. Inoltre si potrebbe dotare il gestore della tessera di attivazione. Sarebbe una sua scelta se offrire la tessera ai propri clienti, oppure se richiedere una wall-box connessa ai circuiti interoperabili dei principali provider di ricariche. In modo che il cliente possa usare la sua tessera personale o la sua app anche presso la struttura ricettiva, per pagarsi la ricarica in autonomia. Questa iniziativa sarebbe alla fine vantaggiosa per tutti, per i turisti, per i gestori degli alberghi, e alla fine anche per le società di distribuzione dell’energia che a fronte di un esborso iniziale riuscirebbero ad ampliare la rete di vendita. Vorrei sapere cosa ne pensate.
P.SDa parte mia, avendo ricaricato circa 20 kWh dalla mia amica, al momento di pagare il conto gli ho infilato una banconota da 10 euro nel cestino delle mance. È quanto avrei speso alle tariffe medie delle colonnine AC pubbliche…..”.

Wall-box (o colonnine) ovunque, questo è quello che conta

Risposta. Caro Riccardo da Castel Maggiore (è il paese del grande Alex Zanardi): la proposta è suggestiva, ma di difficile concretizzazione. Anche perché in questi mesi di crisi energetica, è parso evidente che la politica del settore, più che il governo, la fa una grande azienda di Stato (indovinate quale?). Però l’idea che occorra comunque un grande sforzo, anche con incentivi, per indurre tutte le strutture turistiche a dotarsi almeno di una wall-box è giusta. Noi la sosteniamo da tempo. E certo sarebbe l’ideale se di potesse pagare con la tessera o la card che usiamo normalmente per le ricariche pubbliche. Non so se sia una cosa di facile realizzazione, ma al di là delle modalità di pagamento l’importante sarebbe averle queste ricariche. In sicurezza, ovviamente. L’auto elettrica va rifornita nei tempi morti, quando non ci serve. Evitandoci poi soste forzate nella bolgia estiva degli autogrill.

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