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Perché tanto odio contro l’auto elettrica?

Perché tanto odio nei confronti dell’auto elettrica?  Lo chiedono due lettori che non si capacitano di tutta questa avversione. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati all’indirizzo mail info@vaielettrico.it .

Perché tanto odio? /  Nessuno ti obbliga a comprarla una EV, eppure…

“Vi scrivo perché da molto tempo una domanda mi frulla per la testa, specialmente ogni volta che leggo sul Vostro giornale lettori critici verso l’elettrico.  Non capisco cosa rende così divisivo l’argomento AUTO ELETTRICA. Io stesso non posseggo un’auto elettrica, ma la avrò senz’altro. Ma il fatto che ci sia una nuova tecnologia suscita in tante persone un’ avversione . Perché?? Nessuno impone a nessun’altra persona l’acquisto contro la propria volontà e la tecnologia è ormai più che testata“. Michelangelo.
“La paura della modernità” libretto scritto da Piero Melograno nel 1987.

Perché tanto odio? Gli italiani hanno paura del nuovo, da sempre

Risponde Mauro Tedeschini.  È vero, un odio piuttosto diffuso nei confronti dell’auto elettrica traspare anche da tanti commenti agli articoli pubblicati su Vaielettrico. I motivi? Sono tanti. Il primo è l’atavica avversione degli italiani nei confronti della modernità. Spesso esorcizzata insinuando il sospetto che ogni innovazione tecnologica nasconda la macchinazione di qualche malintenzionato. Macchinazione che oggi è più facile evocare grazie ai social, che dei presunti complotti  sono una cassa di risonanza formidabile. Scrivi che c’è chi vuol costringerti a cambiare abitudini consolidate per spillarti un sacco di soldi e il gioco è fatto. Ma anche prima dei social gli italiani erano diffidenti, poco propensi al cambiamento. Correva il 1987 quando lo storico Piero Melograni scrisse un libretto intitolato “La paura della modernità“, in cui si raccontavano episodi che oggi appaiono incredibili. Esempi? Quando i primi televisori entrarono nelle case, molti italiani la notte coprivano lo schermo con un panno, temendo che da lì potessero spiarti in casa. “

I nemici delle auto elettriche? Nostalgici del rumore e del nitrito del cavallo…

“Continuo a seguire i vostri articoli e i commenti dei lettori. É innegabile che, oltre a limiti oggettivi esistenti, esistono alcune perplessità nella visione della mobilità futura. É vero, le colonnine di ricarica non sono diffuse come i distributori. Ma proviamo a fermarci e pensare un attimo. Per costruire un distributore di carburante serve uno spazio apposito scavo di cisterne e tutta la struttura. La posa di una colonnina è eseguibile più o meno ovunque, richiede meno impegno e tempi più rapidi. Inoltre trasportare l’energia che viaggia su cavi è molto più semplice e meno dispendioso rispetto ai carburanti che richiedono navi cisterna, oleodotti e camion. Con quel che ne consegue per traffico e impatto ambientale. Siamo ad una svolta epocale. Come agli inizi del 900, quando arrivarono le prime auto. Considerate inutili dagli scettici di allora, che vedevano il cavallo come nei secoli precedenti unica possibilità di forza motrice. Oggi si guarda con paura a un orizzonte che non è nuovo, é collaudato da decenni e tra poco anche l’unico ostacolo, l’autonomia, sarà risolto. Ai nostalgici del rumore dei motori a combustione rispondo: i loro  simili erano quelli che rimpiangevano il nitrito del cavallo“. Carlo

Molti italiani vogliono schierarsi, non capire

Risponde Mauro Tedeschini. Valgono le considerazioni fatte sopra, con un’aggiunta: la politica, purtroppo, ha convinto gli italiani che occorre sempre schierarsi da una parte o dall’altra. Su tutto. Ti iscrivi a una fazione e ti risparmi la fatica di pensare per capire di volta in volta chi ha ragione e chi ha torto. Abbiamo detto mille volte che la mobilità elettrica è per molti, ma non per tutti. E che prima di acquistare un’auto a batterie occorre verificare di avere le condizioni giuste per farlo. Ci possono essere argomenti a favore o contro le auto termiche. E così per le elettriche. Ma spesso si preferisce non entrare nel merito: si sceglie una posizione preconcetta e a quella ci si attiene. Un po’ per pigriza, un po’ per altro su cui è meglio sorvolare.

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