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Perché queste potenze nelle colonnine? Vaielettrico risponde

Perché queste potenze nelle colonnine? Vorrei un’elettrica ma… ci scrivono due lettori, Aldo e Giuliano. Il primo per un dubbio circa la quasi totale assenza di elettriche in grado di accettare la ricarica a 22 kW. Nonostante le molte colonnine di tale potenza. Il secondo per la frustrazione di dover rinunciare di un’auto elettrica. Ricordiamo che i quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it .

Perché queste potenze colonnine quando le auto accettano solo…? (1)

Nella zona in cui abito ci sono diverse colonnine di ricarica, tutte a 22 KW, possiedo una Zoe e per me vanno benissimo.  Alcuni amici possiedono invece altre elettriche, quali W UP, Volvo XC 40, W ID3. E lamentano che ricaricando su queste colonnine la potenza prelevata non supera i 10 KW proprio per default del sistema delle loro auto. Se utilizzassero colonnine a 50 KW e oltre (che purtroppo qui in zona non ci sono) ricaricherebbero in breve tempo la loro vettura. Ma la tagliola dei 10 KW comporta lunghe lunghe ore per ottenere una decente autonomia. Mi (e vi) domando: perché mai i fornitori di energia installano colonnine a 22 KW quando (credo) il parco elettriche in commercio accetta solo cariche a 10 KW? Perché queste potenze? E ancora : non è possibile aumentare la potenza del caricatore di queste vetture limitate in AC a soli 10 KW? Grazie, vi seguo spesso e meritate i complimenti . Aldo Gianoli.

Perché queste potenze…? Il miglior rapporto prezzo/performance per chi le installa

Risponde Paolo Mariano  Le batterie delle auto elettriche si ricaricano con corrente continua. Pertanto, quando le colleghiamo a una wallbox o a una colonnina in corrente alternata (AC), la corrente che preleviamo viene trasformata in continua all’interno dell’auto. Questo attraverso il caricatore integrato nella stessa. Ora, l’idea dei costruttori era che la ricarica AC fosse una modalità di ricarica nella quale l’utente non ha particolare fretta (tipicamente la ricarica notturna o comunque quella nella quale l’auto resta ferma per molte ore). Hanno quindi privilegiato nelle auto l’installazione di caricatori di bordo monofase, più piccoli, economici e leggeri di un trifase. Tanto, se poi l’auto dispone anche di una presa FAST (che bypassa il caricatore di bordo e consente la ricarica in  continua), non è così importante, a loro avviso, ricaricare in AC ad una potenza maggiore! La Zoe, che nella prima versione non disponeva di ricarica DC (FAST in corrente continua), è stata invece dotata di un caricatore di bordo che accetta qualsiasi corrente alternata. Monofase o trifase. In grado quindi di sfruttare a pieno la potenza delle colonnine AC da 22 kW.
Lo sportellino di ricarica della Fiat 500.

No, il caricatore di bordo non è sostituibile

Nella prima versione della Zoe stessa, caricare a questa potenza, significava ripristinare buona parte dell’autonomia in circa mezz’ora. E questo è stato determinante per la scelta di molti acquirenti. E forse ha fatto tornare sui propri passi alcuni costruttori. Più di recente infatti, i molti di loro, soprattutto quelli premium alle prese con auto dotate di pacchi-batterie importanti, hanno inserito, almeno come opzione (Porsche o Audi ad esempio) la possibilità di ordinare l’auto con caricatore da 22 kW. Per rispondere alle sue domande: i fornitori di energia cercano di offrire la soluzione con il miglior rapporto prezzo/prestazioni. Ed evidentemente limitare la colonnina a 11 kW non presenterebbe alcun vantaggio. Ma solo lo svantaggio di non servire adeguatamente chi può ricaricare a 22 kW. E infine: no, purtroppo non è possibile sostituire il caricatore di bordo o modificarne le prestazioni. Certamente una maggiore flessibilità nella configurazione dei caricatori di bordo sarebbe quanto meno auspicabile. In modo da poterla adattare alle abitudini di ricarica del cliente. È vero anche che, ad oggi, la consapevolezza dell’acquirente sulle reali necessità probabilmente ancora non giustifica tale scelta.

Vorrei un’elettrica, ma con 1,5 kW…

Vi seguo da mesi, nell’ombra… Deluso dalla mia situazione (acquisto sfumato di una ID.3 da 58 o anche 77 KWh) mi sento impossibilitato a fare diversamente (garage di proprietà, pertinenza abitazione principale ma distante da abitazione principale!). Trovandomi spalle al muro e braccia legate (garage con contratto energia elettrica “altri usi” da 1,5KW). Ho chiesto al mio gestore come procedere (gestore locale) e valutato la possibilità del GSE di caricare a 6KW di notte e nei WE fino a dicembre 2023….Ebbene, passata questa data, troverei dei costi fissi annui (consumo escluso) di oltre 600€ che andrebbero a vanificare quasi del tutto l’utilizzo di una EV, soprattutto in relazione al mio modesto chilometraggio di scarsi 10k km annui. Inoltre l’aumento (raddoppio) dei costi assicurativi a malapena andrebbero a coprire il vantaggio del bollo a zero per 5 anni e a 1/4 in seguito (attualmente 343€/annue). Insomma……che delusione! Ho scoperto a malincuore che l’auto elettrica non è per tutti, ma va ritagliata su ogni singola situazione esistente. Siete dei grandi, complimenti per l’ottimo lavoro che state facendo!” Giuliano

Faccia bene i conti, non è detto che…

Risponde Paolo Mariano – Se la sua percorrenza è di “scarsi 10k km annui”, significa che la sua media di percorrenza giornaliera è di circa 27 km. ID.3 con batteria da 58 kWh ha un consumo medio (extraurbano) di 6,5 km/kWh. Quindi la sua necessità di ricarica giornaliera sarebbe in media di poco più di 4 kWh al giorno. Questo ovviamente stimando un utilizzo molto costante dell’auto. Se così fosse, quei 4 kWh giornalieri potrebbero essere ricaricati a 1,5 kW di potenza in meno di 3 ore. E questo le consentirebbe di ricaricare presso il suo garage la notte senza modifiche all’impianto. Ora, se lei invece facesse un’utilizzo meno costante dell’auto, ad esempio con giornate consecutive da 100 km alternate ad altre in cui l’auto è ferma, allora dovrebbe fare qualche considerazione su quanta autonomia è in grado di accumulare in quante ore. E capire se questa è sufficiente. Ma non è detto che non lo sia. Soprattutto perché, se dovesse affrontare dei viaggi, avrebbe la possibilità di appoggiarsi a punti di ricarica FAST lungo il percorso. Tenga in considerazione, oltre al risparmio sul bollo, quello sulla manutenzione. E verifichi bene le proposte assicurative. In genere un’elettrica, a parità di condizioni, costa meno e non di più rispetto a una termica.
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