A volte le lobby superano se stesse. Nella ricerca di argomenti con i quali difendere i propri interessi, escogitano tesi che lasciano sbigottiti, tanto sono ardite. Ultimo esempio: nel disperato tentativo di fermare l’avvento delle vetture elettriche, l’Associazione europea dei costruttori, Acea, ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene che questa nuova forma di mobilitá è roba da ricchi, come se il mercato fosse fatto solo dalla Tesla e dai suoi competitor premium (vedi il filmato in alto sulle sfide in arrivo). E quindi, in nome di un sorprendente populismo, chiede alla Ue di non facilitarne in nessun modo l’avvento. La presa di posizione, per bocca del segretario generale Erik Jonnaert, arriva non a caso alla vigilia della pubblicazione della proposta della Commissione di Bruxelles sugli obiettivi oltre il 2022 per le emissioni di CO2 di auto e veicoli commerciali. Se, come pare, i limiti saranno molto severi, sarà impossibile per le Case centrarli senza una robusta presenza di veicoli elettrici in gamma.
Si tratta, a nostro modo di vedere, di una posizione terribilmente miope. Non perché l’elettrico sia la panacea di tutti i mali, ma perché ancora una volta la corporazione dell’auto si mette in trincea a difendere lo status quo, invece di scommettere sul suo futuro. Chi segue questo mercato da tempo sa che se fosse per l’Acea saremmo ancora fermi alle Euro 1, quanto a standard per le emissioni. Mentre la UE, dando obiettivi sempre piú stringenti, ha costretto l’industria del Vecchio continente a un enorme sforzo tecnologico, che l’ha posta all’avanguardia a livello globale, oltre a migliorare sensibilmente la qualitá dell’aria che respiriamo. Ora sarebbe folle non cogliere la sfida dell’elettrico: la Iea, l’Agenzia internazionale dell’ambiente, sottolinea che la Cina ha giá assunto una decisa leadership a livello mondiale, con il 40% dei 2 milioni di EV venduti in tutto il mondo, a cui si aggiungono 2 milioni di scooter, 350 mila bus e 4 milioni di quadricicli da guidare senza patente. Tutto elettrico. Per restare arroccata sul diesel, difeso a spada tratta dalla lobby del made in Germany, l’Europa rischia di diventare marginale in quella che tutti gli osservatori considerano la tecnologia del futuro, con quote di mercato destinate a impennarsi quando i prezzi delle auto si assesteranno e l’autonomia e la ricarica delle batterie saranno piú competitive. Auguri.
(P.s. L’auto piú venduta in Europa non è una fuoriserie elettrica, ma una bella citycar come la Renault Zoe, che ha immatricolato 21 mila macchine nei primi 8 mesi dell’anno, davanti alla Nissan Leaf con 13 mila).