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La tre scelte di Starace per battere la crisi energetica

Il n.1 di Enel Group, Francesco Starace, al centro circondato dai cronisti.

Le tre scelte di Starace per battere la crisi energetica. E far sì che l’Italia e l’Europa diventino meno fragile (e ricattabile) sul fronte approvvigionamenti.

Le tre scelte di Starace per ridurre la nostra dipendenza dal gas

Il n.1 di Enel Group in un intervento sul Corriere della Sera spiega che il paese deve:

Le tre scelte di Starace: sbloccare le autorizzazioni per le rinnovabili

Per ridurre la dipendenza da gas per produrre elettricità, Starace ritiene fondamentale accelerare la conversione del parco di generazione verso le energie rinnovabili. “La proposta avanzata dall’Associazione confindustriale Elettricità Futura mostra come realizzare circa 60 GW di capacità rinnovabile nei prossimi tre anni sia una possibilità alla portata del Paese, che ha in questo settore una leadership mondiale e un’imprenditorialità diffusa che già in passato ha dimostrato di poter realizzare balzi simili proprio in questo campo“, ha spiegato. Lo sblocco delle autorizzazioni in tempi rapidi potrebbe far partire un ciclo di investimenti di circa 80 miliardi, non legati al PNRR, ma in aggiunta, nel pieno rispetto della Tassonomia europea e quindi con diritto di accedere a tassi agevolati. Il consumo di gas nazionale si ridurrebbe così in tre anni di circa 18 BCM (Billion cubic meters) e di ulteriori 5 BCM nei due anni seguenti. Di fatto quasi azzerando la necessità di gas a fini di generazione di energia entro il 2030.

Il terminale di rigassificazione Snam a Panigaglia.

Sostituire le caldaie a gas con sistemi a pompe di calore. E i rigassififcatori…

Per ridurre il consumo di gas per usi civili una soluzione esistente è la sostituzione graduale delle caldaie a gas per  riscaldamento con sistemi a pompe di calore. “Qui i tempi di implementazione sarebbero più graduali, ma in un periodo di circa dieci anni si andrebbe a ridurre il consumo di gas per usi civili di circa 10 BCM – ha affermato il numero uno di Enel – Questa misura rafforzerebbe la presenza industriale italiana nel mercato delle pompe di calore, tecnologia che in Europa sta già trovando spazi di crescita importanti“. Infine, la realizzazione di due terminali di rigassificazione richiederebbe tre anni per il primo, che ha già tutti i permessi, e probabilmente cinque per il secondo, che dovrebbe avere una procedura autorizzativa semplificata. “Questo potrebbe svincolare dalle forniture via tubo circa 16 BCM , dando grande flessibilità di approvvigionamento di GNL da Paesi diversi (USA, Qatar Australia, Canada) – ha detto Starace – Un investimento di circa 1,5 miliardi a fronte di questa libertà di approvvigionamento“.

IN CONCLUSIONE – Se l’Italia decidesse di compiere queste azioni, potrebbe attrarre investimenti, migliorare la bilancia dei pagamenti, tagliare i costi di acquisto di gas dall’estero. E stabilizzare in maniera sostanziale quelli dell’energia. “Nel farlo creerebbe posti di lavoro e rafforzerebbe filiere industriali già esistenti, stabilendo e consolidando un primato in settori importanti nel mondo“, sintetizza il n.1 Enel.

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