James Dyson a 71 anni non ha smesso di sognare. E la notizia che ora intende dare forza al progetto di auto elettrica costruendo 17 km di pista-prove, accanto alla fabbrica, è una buonissima cosa per chi crede (come noi) in questo settore.
—- NOTIZIA DEL MESE —-
Dyson fa sul serio, non vuole costruire un’elettrica come tante, ma qualcosa in grado di rivoluzionare un mondo già rivoluzionario in sé. È per questo che, spulciando tra le tante notizie uscite in agosto, abbiamo scelto l’annuncio della pista di Hullavington Airfield, nel Wiltshire, come news più significativa. Dire chi è James Dyson è facile e difficile allo stesso tempo. Il mondo lo conosce come straordinario innovatore nei piccoli elettrodomestici. A partire, ci ricorda Wikipedia, dall’aspirapolvere senza sacchetto Dual Cyclone, che lavora sul principio del ciclone. È un uomo ricco, che in Inghilterra possiede più possedimenti terrieri della regina Elisabetta. Ma sembra disinteressato al denaro e non ha mai investito in nulla che non fosse finalizzato ai suoi aggeggi, cui lavora tuttora dall’alba a sera inoltrata.
È uno straordinario innovatore, ma si è schierato per la Brexit, convinto che l’Inghilterra debba guardare al futuro liberandosi del fardello della vecchia Europa. Tra le tante regole che si è dato, c’è quella di non scrivere più di 6 mail al giorno, per non alimentare un traffico di risposte che lo potrebbero distrarre dal suo lavoro. Gli affari gli vanno benissimo, l’anno scorso sono aumentati di uno spettacolare 40%, sfiorando ormai i 10 miliardi di sterline. Perché dunque investire (per ora) quasi tre miliardi di euro nell’avventura dell’auto elettrica? I motivi sono essenzialmente due, come lui stesso ha spiegato a un giornalista dell’edizione inglese di GQ:
- da qualche tempo mr. James ha iniziato a occuparsi di ambiente, preoccupato dalle emissioni dei motori a gasolio. Quasi un’ossessione, che lo ha portato a studiare.
- l’evoluzione dei prodotti Dyson è arrivata a un punto da convincere i tecnici che ormai l’azienda aveva, sparse qua e là e miniaturizzate nei vari prodotti, tutte le componenti necessarie alla costruzione di un’auto elettrica.
Sarà un’auto diversa. O non sarà
Già, ma come sarà la prima auto Dyson? La pre-condizione, ha detto il patron a GQ, è che sia completamente ripensata rispetto alle attuali. La tecnologia delle macchine a combustione interna è diversa dalle elettriche e anche il modo di costruirle dev’esserlo. Saranno gli ingegneri a dettare la linea, come in tutti i prodotti Dyson. E se rivoluzionaria non sarà, non se ne farà nulla, secondo una linea già applicata con successo negli elettrodomestici. Quando la vedremo? L’interessato dice che presto verrà costruito un prototipo e che nel giro di due anni la macchina sarà pronta. Con quali innovazioni disruptive? Qui viene il bello. I giornalisti inglesi battono la pista delle batterie allo stato solido, potenzialmente in grado di superare i limiti degli accumulatori agli ioni di litio. Gli indizi sono contrastanti: nel 2015 Dyson per la prima volta investì all’estero e comprò una start up del Michigan, la Sakti3.
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