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Il volo imprenditoriale dei droni italiani, il caso Eadrone

I droni italiani prendono quota nel mercato dedicato ai professionisti con aziende che innovano la tecnologia e adattano le caratteristiche delle macchine alle esigenze degli utilizzatori: dagli imprenditori agricoli alle public utility, da Hera a Enel. Il caso di successo della startup Eadrone a L’Aquila.

Evo sorvola e controlla il Vesuvio, va alla ricerca delle persone scomparse, fa riprese cinematografiche, aiuta gli agricoltori ad individuare le zone dove intervenire con i trattamenti fitosanitari e spegne pure i piccoli incendi. Evo è un drone italiano, il segnale della creatività di ingegneri, designer, informatici e imprenditori nazionali che si stanno ritagliando spazio e soddisfazioni economiche in un settore che sta cambiando la mobilità presente e rivoluzionerà quella futura. Il papà di Evo è Massimo Biancone, fondatore di Eadrone, azienda nata tre anni fa che, dopo il primo periodo  dedicato allo studio e alla ricerca, nell’ultimo anno e mezzo ha prodotto e venduto 70 droni– costano dai 4 ai 10mila euro di media – creato lavoro per 5 persone, trovato il favore e gli investimenti del fondo di Venture Capital R204 & Partners S.p.A.  e messo le tende al  Tecnopolo D’Abruzzo, a L’Aquila.

Esperienza e competenze da automotive 

Un passo dietro l’altro verso il successo per l’azienda abruzzese che ama mettere in vetrina un recente riconoscimento internazionale: “Siamo stati invitati dalla Fondazione Triennale di Milano ad esporre il nostro MIODRONE presso il National Museum di Pechino“. Una medaglia che premia la creatività di Eadrone: “Mi occupo del design, in passato ho lavorato per l’automotive e ho trasferito in questo settore quelle competenze”. L’esperienza nel settore automobilistico si vede in alcune scelte tecniche: “Utilizziamo lo stesso materiale che usa la casa automobilistica Pagani – sottolinea Biancone -. Abbiamo anche introdotto gli ammortizzatori per un atterraggio morbido che preserva il mezzo, una caratteristica che ci differenzia dai concorrenti”.

Il fondatore Massimo Biancone

Il business aziendale è rivolto alla produzione di droni professionali, utilizzati per lavoro: “Abbiamo registrato tre brevetti, a iniziare da quello  antincendio che ha permesso di aprire le trattative con Protezione Civile e Vigili del Fuoco. Con la nostra tecnologia, la sim a bordo memorizza fotogrammi e filmati, abbiamo un segnale costante fino a 4 km. Questa è una delle nostre carte vincenti”. Sono preparati questi giovani che con il loro prodotto hanno  convinto aziende importanti: “Come Hera per il controllo delle linee aeree nell’Appennino emiliano o Enel per i parchi fotovoltaici”, senza dimenticare i rapporti di collaborazione: “Con l’Istituto Nazionale Geologia Vulcanologia, il laboratorio del Gran Sasso e a L’Aquila con il dipartimento universitario  di Ingegneria“.

L’utilizzo nei campi con l’agricoltura di precisione

I droni di Biancone vengono programmati per le missioni di volo tramite un’ App che permette, grazie ad un tracking, di seguire la traiettoria. Sotto controllo passo dopo passo. Per quanto riguarda l’autonomia la media è di 25/27 minuti mentre la ricarica dura un’ora. Infine il peso è sotto i 3 chili. Uno dei punti di forza è la personalizzazione dei droni a seconda delle esigenze.

Per esempio in agricoltura: “Abbiamo collaborato con Coldiretti Abruzzo per individuare tutte le esigenze dell’imprenditore agricolo – sottolinea Biancone -. In questo settore i droni giocano un ruolo fondamentale sia dal punto di vista economico sia ecologico perché permettono di utilizzare le sostanze e le risorse naturali come l’acqua nel modo e nella dose giusta. La nostra tecnologia è a favore dell’ambiente”. E anche del cinema visto che questi droni sono stati utilizzati per le riprese del film del regista Giorgio Tirabassi: “Qui la sfida è stata assicurare l’alta definizione delle riprese e l’assenza delle vibrazioni. Si è trovata una buoan soluzione”.

 

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