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Il trattore per arare? Elettrico e autonomo ma con il cavo

Lavori agricoli pesanti in elettrico, ma senza batteria. La Agrirobot Gps di Padova ha preferito puntare su un cavo da 1.500 metri. Scelta inconsueta, tentata anche da un colosso come John Deere. Ma giustificata dal titolare dell’impresa e ideatore della trattrice  Paolo Gomiero dalla necessità di avere a disposizione una gran quantità di energia.

Funziona con il cavo? “Lo usiamo da quattro anni”

Il trattore elettrico con il cavo

Il dubbio più ovvio riguarda la gestione del rilascio e del riavvolgimento del cavo. In attesa di una visita in azienda,  vediamo la risposta all’agricoltore e disegnatore meccanico che ama le macchine agricole: “Sono quattro anni che usiamo il cavo sul nostro Oxe-e  e possiamo dimostrare  che l’algoritmo che gestisce il cavo durante il rilascio del riavvolgimento non ha mai dato problemi.  In caso di eccesso di sforzo in trazione o irregolarità nel meccanismo di rotazione dell’avvolgitore l’algoritmo stoppa immediatamente la macchina e segnala il dato allo smartphone di chi segue la macchina“.

E’ necessario anche un controllo visivo: “Abbiamo previsto che il rivestimento del cavo sia fosforescente perché in campo lo si possa vedere a distanza“.

Un trattore robot alimentato a distanza e con due motori elettrici da 45 kW

Lasciamo a Gomiero, che abbiamo incontrato a Eima,  la descrizione della sua creatura:  “Con AgriRobot GPS vogliamo portare sul mercato questo robot porta attrezzi azionato  da due motori elettrici da 45 kW ciascuno, uno per ogni cingolo“. Ci sono anche le batterie: “Ma sono piccole e dedicate alla messa in campo e al fine lavori. Utili per piccoli spostamenti”.

Paolo Gomiero a Eima

La vera novità di Oxe-e  è quella di essere un robot elettrico ma collegato con un cavo, con la bobina del cavo  posizionata al centro e nella parte alta del robot stesso. In questo modo si  consente il rilascio il rivolgimento del cavo con la massima facilità e permette tutte le manovre a bordo campo senza soluzione di continuità. Questa la novità che abbiamo brevettato“.

Perchè elettrico? “L’azienda agricola può autoprodurre l’energia necessaria”

Nel panorama  attuale della meccanica agricola elettrica si è assistito, in questi ultimi due mesi,  al lancio, alcuni ancora prototipi, di quasi una decina di trattori elettrici. Bene, ma si tratta soprattutto di piccole macchine pensate per lavorare su frutteti, vigneti, cura del verde e di supporto ad altre attività aziendali oppure i robot per la semina e il diserbo. Sono campi dove l’elettrico è competitivo su quasi tutti i fronti, anche con una potenza disponibile limitata.

I big del settore sono presenti, ma sulle macchine più grandi e che hanno necessità di maggiore potenza sottolineano di non essere ancora pronte. Si  punta sull’idrogeno o sul biogas prodotto in azienda dagli scarti. Insomma un campo tecnologico tutto da arare.

VIDEO: Il trattore in campo

Il cavo può essere una soluzione? Vediamo la logica dell’imprenditore. “E’ una risposta basata su due esigenze.  La prima è lìefficienza: l’elettrico arriva al 95% contro il 38/40% del motore  termico con un evidente risparmio energetico. Inoltre il motore elettrico ha meno necessità di manutenzione, non inquina e quindi non respiriamo veleno quando lavoriamo; e soprattutto l’azienda agricola può autoprodursi l’energia necessaria attraverso il fotovoltaico“.

Poi la guida autonoma: “In questo modo si  sopperisce alle difficoltà di trovare dei lavoratori con la professionalità adatta a gestire i trattori che valgono centinaia di migliaia di euro“.

Una macchina da 400/450 CV equivalenti destinata ai lavori pesanti

Vediamo i possibili usi: “La macchina alimentata via cavo è il frutto dell’idea di costruire una macchina equivalente ad un trattore di 400/450 CV  da usare per lavori pesanti come l’aratura, la dissodatura e la preparazione del letto di semina”.

Naturalmente è necessario avere il collegamento di una stazione di ricarica che assicuri la quantità di energia necessaria. “Visti i nostri test e l’ esperienza di questi anni abbiamo centrato l’obiettivo di una macchina adatta per aziende con più di 200 ettari“. La realtà italiana è caratterizzata da piccole azienda con molte culture specializzate: “Abbiamo avviato la progettazione di un modello  più piccolo, un trattore da 80 a 100 CV“.

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