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I paradossi delle tariffe A2A a tempo: 42 euro per 11 kWh

costo ricarica

 

Andrea Malan è un collega giornalista, amico da lunga data. Lavora per Automotive News Europe e scrive sul blog MilleRuote. Vive a Milano, viaggia con una ibrida plug-in. Non disponendo di un garage, ricarica giocoforza dalle colonnine pubbliche. Con qualche disavventura, come quella che ci ha voluto raccontare.

di Andrea Malan

Andrea Malan

Quarantadue euro per una ricarica da 11 kWh. Vi ricorda qualcosa? Ebbene, la disavventura denunciata da un lettore nel luglio dell’anno scorso (https://www.vaielettrico.it/la-stangata-di-a2a-42-euro-per-una-ricarica-da-10-kwh/) si è ripetuta qualche giorno fa, con me nel ruolo della vittima.

Lo scorso 8 gennaio ho effettuato una ricarica della mia vettura Seat Leon (ibrida ricaricabile) alla colonnina situata in piazza Leonardo da Vinci a Milano. La ricarica è durata 3 ore e 8 minuti per un totale di 11,08 kWh. Per la ricarica mi sono stati addebitati €42,02, con una tariffazione unicamente a tempo di parcheggio.

La fregatura di chi ha una ibrida plug in

La mia sosta è durata unicamente il tempo della ricarica e, a differenza del caso riferito dal lettore l’anno scorso, non ho “artificialmente” rallentato la ricarica per lasciare la macchina parcheggiata. La fregatura dunque,  per chi ha un’auto ibrida plug-in e può caricare a 3,7 kW, è totale.

Sulla carta non c’è niente di illegale. La app di A2A riporta correttamente la tariffa di 0,166 € al minuto per la prima ora di parcheggio (per un totale di € 9,96) e 0,25 € al minuto per il periodo successivo per un totale di 15 euro per ciascuna delle ore successive.

Tariffe A2A a tempo, trasparenza dove sei?

Già qui, però, si può osservare che la tariffazione al minuto non è di immediata comprensione: se avessi visto scritto “10 euro per la prima ora di sosta, 15 per le successive” sarei immediatamente ripartito.

La colonnina incriminata con la presa Tipo 2 quick. Le tariffe di A2A non fanno differenza fra ricarica in DC o in AC. Si paga a tempo, ma i tempi sono quadrupli e il costo pure

C’è poi un secondo equivoco che forse valica i limiti della correttezza commerciale. La colonnina citata è del tipo che A2A definisce “fast”, ovvero con possibilità di ricarica in corrente continua a 50 kWh; la stessa colonnina permette però, in una delle prese, la ricarica a corrente alternata a 22 kW, come le colonnine milanesi che A2A definisce “quick”. Queste ultime hanno un costo nettamente inferiore; se per esempio avessi ricaricato 11 kWh alla colonnina A2A “quick” di via Pacini da 22 kW, anch’essa con tariffazione a tempo, avrei speso 3,96 euro per le prime due ore e 3 euro per la successiva, per un totale di 6,96 euro.

Quest’ultima tariffa è nettamente superiore alla spesa per ricaricare (con tariffazione a kWh) nelle colonnine a 22 kW ENEL X di piazzale Bacone (4,432 euro) o Be Charge di Piazzale Piola (4,986 euro), ma non sfida i limiti del ragionevole: tra 7 euro e 42 euro c’è una bella differenza!

Tariffe A2A: il kWh è una variabile impazzita

Applicare le tariffe A2A “fast” a una presa di ricarica che di fatto è “quick” è come vendere mezzo chilo di pasta in un sacchetto con scritto un chilo: sempre mezzo chilo resta, e come tale andrebbe fatto pagare. Su questa base ho chiesto ad A2A il rimborso della differenza.

Più in generale, A2A afferma che la tariffa “a tempo” ha l’obiettivo di scoraggiare le soste prolungate. Se però ha di fatto anche l’obiettivo di “scacciare” le ibride plug-in, correttezza vorrebbe che la cosa venisse esplicitata.

La tariffazione a tempo – sia per le colonnine “fast” che per quelle “quick” – pone altri due problemi. Il primo è che non tutte le auto a batterie (anche escludendo gli ibridi plug-in) sono in grado di ricaricare alla velocità massima teorica della colonnina: la maggior parte di esse non supera gli 11 kW. Il costo reale del kWh, quindi, raddoppia.

Il secondo punto è che, come sa qualsiasi possessore di auto elettrica o ibrida, la velocità di ricarica è comunque variabile. Il costo di ogni kWh ricaricato dipende quindi dalla velocità effettiva di carica. Per il venditore l’eventuale inefficienza della ricarica viene compensata automaticamente da un aumento della tariffa di parcheggio.

Il rimpallo di responsabilità fra A2A e Comune

Interpellata, A2A afferma di essere a conoscenza dei super-addebiti (in effetti una disavventura simile era capitata l’anno scorso al direttore di Quattroruote..) ma sostiene che le tariffe contestate sono state fissate anni fa dal Comune di Milano; A2A aggiunge di avere solo tariffe al kWh al di fuori di Milano. Da Palazzo Marino fanno sapere che le colonnine in questione furono oggetto di un bando comunale, ma che le tariffe furono proposte da A2A stessa. Entrambi dicono che “si sta lavorando per trovare una soluzione”.

Il solito rimpallo di responsabilità conta poco, visto che A2A è partecipata dal Comune di Milano. Ciò che conta è che la poca trasparenza e comportamenti commerciali al limite della correttezza rischiano di scacciare le auto elettriche invece di promuoverle.

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