I gilet gialli e il cameriere di Bersani. Che c’azzeccano? C’entrano, si rifanno entrambi a un atteggiamento che sta prendendo piede. E che vorrebbe far credere che l’elettrico è l’ennesima invenzione dei più ricchi a danno dei poveri.
Chi protesta ha sempre ragione? No
Anzitutto chiariamo di che cosa stiamo parlando. Quello dei gilet gialli è il movimento nato in Francia per protestare contro gli aumenti dei carburanti decisi dal governo. Pierluigi Bersani, invece, ha messo in guardia dai divieti che molte regioni hanno introdotto nei confronti delle vecchie auto a gasolio. Facendo l’esempio del cameriere di Bologna che non riesce più ad andare al lavoro perché la sua auto è una vecchia diesel Euro 3, messa al bando in Emilia. La protesta francese, in particolare, ha assunto proporzioni clamorose: 240 mila persone hanno manifestato in tutta la Francia già il 17 e 18 novembre, con due morti, più di 400 feriti e 400 arresti. Sabato 24 il clamoroso bis a Parigi. Un fiume che non si arresta, guidato da un’ipnoterapeuta bretone, Jacline Mouraud. Ma non è che chi protesta abbia sempre ragione. E per capirlo basta leggere questo botta e risposta tra madame Mouraud e una giornalista di Repubblica: “Lo sa che se tutti i francesi prendessero un’auto elettrica bisognerebbe aprire 40 nuove centrali nucleari?“, dice la Mouraud. Al che la giornalista chiede: “Chi le ha detto questa cosa?“. Risposta: “L’ho vista su un sito“. Sic.
Un ritratto di madame Mouraud tratto dal canale francese Video C
“Eh, se tutti andassero in elettrico…”
Questa dell’impatto devastante dell’auto elettrica sull’assorbimento di energia è una barzelletta che sentiamo spesso anche in Italia. E che fa arrabbiare gli scienziati che, come Nicola Armaroli del CNR, studiano il problema da molti anni. Basta scorrere le slide che lo stesso Armaroli ha preparato per i nostri corsi di formazione. Slide che mostrano che i consumi elettrici sono in calo, mentre cresce rapidamente la produzione da rinnovabili, in tutto il mondo.
Bersani e “l’ambientalismo da salotto”
E qui si arriva a Bersani e al cameriere di Bologna con la sua diesel Euro 3. Sono le stesse Case auto ad ammettere, oggi, che le emissioni di quelle auto sono nocive. Ma l’ex segretario del Pd non ci sta: “Noi mettiamo i limiti alle Euro 3. In Emilia esagerano e rilanciano: stop anche alle Euro 4. E il cameriere che lavora in città e non può permettersi l’Euro 6 come fa a raggiungere il ristorante? Invece del divieto si studi un incentivo alla rottamazione…Rischia di avere ragione chi parla di ambientalismo da salotto“.
Bersani pone un problema serio, ma la risposta non può essere certo nel fermare chi sta cercando di dare alle nostre città nuovi veicoli a emissioni zero. Tutti i Paesi europei, Francia e Germania in testa, aiutano con incentivi la transizione verso auto meno inquinanti. L’Italia è ferma, si limita ai divieti. Nel frattempo la situazione resta grave, gli oncologi lanciano allarmi continui sull’aumento dei tumori, anche infantili. Spostarsi è un diritto, inquinare no. Si ammalano i ricchi, si ammalano i poveri. Pensiamoci.