I tre primati della Mercedes EQS: autonomia e capacità-batteria, penetrazione aerodinamica. Più che un’ammiraglia elettrica, sembra un laboratorio…
La presentazione ufficiale è fissata per il 15 aprile, ma le notizie che la Mercedes ha fatto via via trapelare danno un quadro già preciso della EQS. Con due primati che non sarà facile battere. Stiamo parlando di un’auto per milionari (in euro), che sicuramente avrà un prezzo molto elevato. Dovuto non solo al lusso, ma anche a una tecnologia che sposta più in alto l’asticella per le auto elettriche. Ecco i due punti forti.
I due primati / L’autonomia di 770 km omologati
Con 770 km di autonomia (ciclo WLTP), la EQS ha ben poco da invidiare ai competitor a benzina o a gasolio. In autostrada saremo sui 500 reali, una distanza percorsa la quale di solito una sosta la fanno anche gli automobilisti più tosti. Un risultato di questo genere lo si raggiunge con molti accorgimenti, ma anche con una batteria molto capace. Nel caso della EQS ben 108 kWh, con celle ioni di litio e catodi con chimica NCM 811, con nichel, cobalto e manganese in una proporzione rispettivamente dell’80, 10 e 10%. Rispetto alle batterie NCM 622 della Mercedes EQC, il Suv in vendita da due anni, le nuove batterie sono più leggere, economiche da produrre e con prestazioni migliori.
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I due primati / Efficienza aerodinamica a 0,20
A dare una mano al record dell’autonomia, contenendo i consumi, pensa anche un coefficiente di penetrazione aerodinamico Cd eccezionale, 0,20. È il più basso di qualsiasi vettura di serie in vendita e uno dei migliori di sempre. In pratica la EQS è una sogliola che riesce a conservare un’ottima abitabilità grazie alle opportunità offerte dall’elettrico. Ovvero il minor ingombro del motore e il posizionamento delle batterie nel sotto-scocca.
Per la verità ci sarebbe anche un terzo record, opzionale e ovviamente molto costoso. Ovvero la possibilità di avere all’interno un Hyperscreen da 55 pollici, ovvero un gigantesco schermo-touch che copre praticamente tutta la plancia. Da gestire con attenzione, perché le distrazioni (e le funzioni) offerte da un aggeggio del genere sono infinite. Ne riparleremo.