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Hackerate le ricariche in Russia con messaggi anti-Putin

Una delle foto comparse su Instagram con le colonnine hackerata e gli insulti a Putin sul display.

Hackerate le ricariche sull’autostrada Mosca San Pietroburgo: le colonnine sono state disattivate da remoto dall’azienda ucraina che le gestisce.

Hackerate le ricariche
Una colonnine di ricarica prodotta da AutoEnterprise.

Hackerate le ricariche da un’azienda ucraina

È una piccola rivincita in una guerra che vede Kiev soccombere drammaticamente. Un modo per segnalare alla popolazione russa quanto sia terribile quel che sta accadendo oltre-confine. Siamo sulla M11, l’autostrada che collega la capitale a San Pietroburgo ed è qui che ha agito, ovviamente da remoto, l’azienda ucraina che ha fornito componenti per questi caricabatterie. E che ora li ha violati utilizzando una back-door nei sistemi di controllo dei caricabatterie, secondo quanto si racconta  su Facebook. Le colonnine sono stati acquistate tramite una società russa che aveva esternalizzato la produzione a un fornitore di componenti elettrici, AutoEnterprise , che  sede a Kharkiv, in Ucraina. Martedì sui social media hanno iniziato ad apparire post che mostravano che i caricatori erano disabilitati e programmati per visualizzare messaggi filo-ucraini.

Sul display la scritta “Gloria agli eroi, morte  ai nemici”

Sulla pagina Facebook di AutoEnterprise è effettivamente comparso un video ripreso da un utente di Instagram dall’autostrada M11 che mostra i caricatori disabilitati. Le colonnine mostrano un messaggio di errore che si può tradurre così: “CHIAMARE IL SERVIZIO, RICARICA NON DISPONIBILE”. Ma a questo alert si alternavano messaggi, sempre in russo, contro l’invasione: “GLORIA ALL’UCRAINA / GLORIA AGLI EROI / PUTIN È UNA TESTA DI … / MORTE AI NEMICI”. L’insulto a Putin, riferiscono i media ucraini, è diventato uno slogan popolare in Ucraina dopo l’invasione russa del 2014, in particolare tra i tifosi di calcio a Kharkiv. L’azienda che gestisce il servizio, Rosseti, ha provveduto a disattivare i messaggi, assicurando che le colonnine sarebbero tornate prontamente in azione. Ma ormai l’episodio era finito sui social media, Instagram e Facebook in particolare, facendo il giro del mondo.

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