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Fabbriche Stellantis in Italia, due cose non sono chiare

italia auto elettrica

L'auto made in Italy in tre generazioni di Fiat 500: l'originale del 1957, la nuova serie del 2007 e l'elettrica del 2020.

Fabbriche Stellantis, due cose non ci sono chiare. Si farà o no la Gigafactory a Termoli? E perché gli impianti ex FCA sono giudicati così inefficienti?

Per 35 anni  la fabbrica di Termoli è vissuta sul motore Fire 8 valvole. Qui l’ultimo,  prodotto nel maggio 2020.

Fabbriche Stellantis: la Gigafactory a Termoli si fa?

Cominciamo dalla Gigagactory di Termoli, l’impianto per costruire batterie che dovrebbe sorgere laddove finora si sono fatti i motori Fire. A luglio, durante l’Electric Day di Stellantis, il n.1 Carlos Tavares aveva dato per certo che si sarebbe fatta, assieme a un impianto in Francia e uno in Germania. Poi, nessuno ha spiegato bene il perché, dei tre investimenti, quello molisano è l’unico ad essere rimesso in discussione. Dalle parole di Tavares, sembra evidente che il gruppo stia battendo cassa con Roma:Su Termoli tiamo negoziando con il governo italiano, ma non abbiamo ancora concluso“. Parole confermata dal responsabile globale delle risorse umane, Xavier Chereau, che ha aggiunto sibillino: “Ma penso che la Gigafactory sia una grande opportunità di competitività e sviluppo per il Paese“. Non sarebbe male se i ministri interessati, in primis l’ineffabile Giancarlo Giorgetti (Industria), spiegassero che cosa si sta negoziando.

Carlos Tavares, numero uno del Gruppo Stellantis.

Fabbriche Stellantis, davvero sono così inefficienti da noi?

E poi c’è il tema, più in generale, della competitività delle fabbriche italiane. E qui noi giornalisti dobbiamo fare un bel mea culpa. Per anni abbiamo raccontato che, grazie al famoso World Class Manufacturing, gli impianti di FCA avevano raggiunto livelli di eccellenza nel mondo. E che stabilimenti come Pomigliano, che in passato erano considerati il buco nero dell’industria italiani, erano diventati dei gioielli studiati dalla concorrenza di tutto il mondo. Una rivoluzione produttiva descritta come la medicina in grado di guarire i nostri storici problemi di competitività. Poi arrivano i francesi, con Stellantis, ed emerge tutto il contrario.  “Un anno fa abbiamo scoperto che il costo per produrre un’auto in Italia era significativamente più alto, a volte doppio, rispetto a quello di altri Paesi europei“, ha detto ancora Tavares . Colpa delle pretese dei nostri operai, dunque? Tavares in un ‘intervista al Corriere l’ha escluso. Anzi: “Questo nonostante un più basso costo del lavoro”, ha detto.

Come ha potuto FCA resistere in tutti questi anni?

Tavares indice come responsabile “un‘organizzazione della produzione che deve essere migliorata“.  Aggiungendo: “Se applichiamo all’Italia le buone pratiche che esistono nel nostro gruppo, l’Italia stessa avrà un buon potenziale. Un problema particolare che la riguarda è il prezzo fuori misura, eccessivo, dell’energia. Abbiamo avuto una discussione estremamente virulenta con i fornitori di energia su questo punto. Rispetto ad altri Paesi dove produciamo, salta all’occhio“. Ok, ma è possibile che fare un’auto da noi sia sempre costato il doppio che in Francia? Come ha potuto resistere FCA in tutti questi anni, se per fare una Punto si spendeva molto più che costruire una Peugeot o una Citroen delle stesse dimensioni? Il timore che l’Italia diventi la provincia povera del gruppo, a cospetto di Francia e Germania, è forte. Andare a fondo su questi temi sarebbe importante, se davvero si ha cuore la sorte delle decine di migliaia di persone che in queste fabbriche lavorano.

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