In Gran Bretagna, il governo laburista ha assegnato un’asta record per 131 impianti di eolico off shore per una potenza installata di 10 gigawatt. Saranno in grado di soddisfare una domanda di elettricità per 11 milioni di abitazioni.
Era stata annunciata come l’asta dei record e non ha tradito le aspettative. Grazie a una politica più generosa in favore dei produttori, il governo laburista di Keir Stramer ha rilanciato i piani destinati alle energie rinnovabili e alla decarbonizzazione dell’economia.
L’importo degli incentivi è stato il più elevato di sempre, pari a 1,5 miliardi di sterline, aumentato dal governo rispetto al miliardo previsto inizialmente. L’intervento, però, non colmerà il ritardo che era stato accumulato negli ultimi dai governi conservatori.
Per raggiungere gli obiettivi al 2030 servirà un’altra asta record per 11 GW di eolico off shore
La Gran Bretagna si è data l’obiettivo di installare installare una capacità di 60 gigawatt al 2030: per raggiungerlo, il governo dovrà ora puntare con forza all’asta dell’anno prossimo. L’ultima che consentirebbe di inaugurare gli impianti da qui a sei anni. Non sarà facile: come ha ricordato l’agenzia Reuters, serviranno altri 31 gigawatt di potenza.
Keith Anderson, amministratore delegato di ScottishPower, ha dichiarato che l’energia eolica offshore è l’unica soluzione per liberare il Regno Unito dai combustibili fossili volatili, che sono la causa principale dell’aumento delle bollette, è più energia pulita e verde”.
Qua in Italia a parlare di dorsale meridionale del metano per mettersi a 90 davanti agli algerini, dopo averlo fatto per anni con russi e compagnia cantante.
=== 6a asta inglese per rinnovabili (Allocation Round 6 – AR6)
contratti di ritiro futuro del kwh assegnati per:
9,6 GigaWatt nuove installazioni utility
– 5 GW eolico marino su piloni fissi (wind off-shore fixed)
– 0,4 GW eolico marino galleggiante (wind off-shore floating)
– 1 GW eolico su terra (wind onshore)
– 3,3 GW fotovoltaico (solar)
– 0,03 GW generatore a flusso maree (tidal stream)
=== 5a asta inglese (settembre 2023, 1 anno fa)
il totale assegnato era stato solo di 3,7 GW,
perché la parte per eolico off-shore era andata deserta perché non erano state aggiornate all’alta inflazione post-crisi del 2022 le tariffe di base d’asta
venivano offerti come partenza d’asta (l’asta avviene al ribasso) 52 sterline/MWh per l’eolico off-shore, stessa tariffa dell’asta 2021 (Allocation round 4), in cui le aste per eolico off-shore si erano chiuse ribassando a 37-40 sterline/MWh
dopo i rialzi inflattivi alti del 2021-2022-2023 e in contemporanea con la crisi logistica, questa tariffa non copriva più le spese dei nuovi parchi eolici off-shore, e allora l’asta è andata deserta
il governo conosce i costi anno per anno tramite le associazioni della filiera, l’errore sulle tariffe non è stata una svista, ma ostruzionismo alle rinnovabili fatto dal governo dei conservatori, che questa e altre decisioni masochistiche per l’inghilterra poi le ha pagate alle ultime elezioni, il governo è stato cambiato
l’ostruzione all’eolico off-shore causava più “fame di energia”, ed era funzionale e contemporaneo a dichiarazioni del passato governo di rilanciare invece in Inghilterra altre fonti di energia circa 3 volte più costose e lunghissime da installare, che la bolletta invece la avrebbero fatta aumentare
ricorda lo schema del nostro governo che ancora nel 2024 in Italia ha bloccato quasi del tutto 20-30 GW di installazioni agrivoltaiche con pannelli bassi, che erano rapide da realizzare e senza incentivi, creando fame e alti prezzi dell’energia, per sponsorizzare invece le filere non rinnovabili; speriamo di fare come gli inglesi e cambiarli presto
Ed in Italia invece di riempire il sud del mediterraneo di pale eoliche continuiamo a parlare di piani legati agli idrocarburi.
Stiamo lentamente entrando nella fase in cui ci sono delle “Parmalat” da piazzare…