Eolico off shore, in Cina batte tutti i record: pale alte come la torre Eiffel

In Cina, il gruppo Dongfang ha annunciato la costruzione di una pala per l’eolico off shore da record: 26 megawatt di potenza per 340 metri d’altezza. In pratica, dalla base in mare fino al punto più alto delle pale, supererà la torre Eiffel (310 metri)

In Cina i grandi gruppi delle rinnovabili sono sempre più leader nelle tecnologie delle rinnovabili. E l’eolico off shore non fa eccezione. Non solo: i record si susseguono separati anche di pochi mesi, così come le dimensioni di questi giganti del mare. Diventano sempre più grandi, per risparmiare sui costi e produrre sempre più energia.

Come il nuovo modello del gruppo Dongfang: a inizio anno aveva annunciato una pala da 18 megawatt di potenza. Solo pochi giorni fa a sorpresa, ha rivelato che a breve entrerà in produzione una pala da 26 megawatt. Una salto in avanti del 31 per cento. Nella foto che vedete qui riprodotta, si vede solo la navicella che conterrà la turbina. Ma nella scheda tecnica che è stata diffusa sono previste le nuove misure “spettacolari: 310 di diametro delle pale e una altezza di 340 metri.

Eolico in Cina: Dongfang costruirà un impianto da 26 megawatt, il 31% in più del precedente record

Pensare che soltanto nel giugno scorso, Dongfang aveva messo in esercizio il primo impianto con le pale da 18 megawatt. Subito seguita, come ha ricordato Bloomberg, dalle rivali cinesi MingYang e Windey che producono unità delle stesse dimensioni. Mentre soltanto una settimana fa Crrc, un terzo gruppo sotto il controllo di Pechino  aveva annunciato di “aver prodotto la più grande turbina eolica offshore galleggiante, con una capacità di 20 megawatt“.

Anche l’Europa vuole tornare a dire la sua nel settore, di cui è stato leader fino a non molto anni fa. Siemens Energy nel giugno scorso aveva rilanciato le sue ambizioni presentando un modello di pala da 21 megawatt di potenza. In quel momento, poteva fregiarsi del record assoluto, ora battuto da DongFang.

In Italia il governo si allea con MingYang e Renexia

L’Italia, invece, non avendo un produttore nazionale sta pensando di risolvere il problema rivolgendosi alla Cina. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha firmato per conto del governo un memorandum proprio con MingYang per la costruzione di uno stabilimento nel Sud Italia. Si tratta di una joint venture in cui è coinvolto anche il gruppo Renexia della famiglia Toto, che vorrebbe sviluppare alcuni impianti off shore galleggianti.

In ogni caso, gli annunci in serie che arrivano dalla Cina, non a caso sono a ridosso della più grande fiera di settore (China Wind Power), che inizia mercoledì 15 ottobre a Pechino.

Visualizza commenti (21)
  1. Che meraviglia l! 340 metri di Pala eolica, speriamo che ne mettano un migliaio, ovunque saranno ci saranno sempre quei meravigliosi pali nello sfondo, di qualunque foto, video, clip, che bello pensare che ovunque si vadano si sentiranno recintati vivi , ma in effetti sono abbastanza abituati a quella sensazione… Ma poi vogliamo mettere la sensazione sopravvalutata di stare finalmente lontani dalla civiltà, sentirsi a contatto con la natura, i più coraggiosi e temerari anche senza lo smartphone ! Follia pura, c’è da sperare che con tutta quell’energia mettano prese USB ogni 5 metri lungo tutte le migliaia di km di costa per ricaricare gratuitamente, e il minimo dato che fare foto ma soprattutto i video del panorama consumano molta energia!

    1. Se il problema sono le foto, io che amo la fotografia paesaggistica, mi trovo spesso tralicci e pali vari, quindi non sarebbe una novità.
      Però ci sono tanti software che ormai anche sugli smartphone eliminano soggetti e oggetti indesiderati.

      1. Ah beh se ci sono i software… Ci sono anche i visori 3D, pertanto perché andare in vacanza fuori da casa e spendere migliaia di euro, si sta a casa e ti proietti Bali con pochi euro. Ma chi non si vuole attrezzare, chi vuole vedere un posto vero eh poi succede che magari non è disposto a spendere dei soldi per trovarsi un panorama industriale all orizzonte l, o no ? A me sembra così ovvio scontato e banale che francamente non comprendo perché debba pure farlo presente, sembra quasi che le pale eoliche siano un vostro business, e quindi ci conviene così ! perché da imprenditore meglio i soldi a me ora e chi se ne fotte del prossimo. Mi sembra la politica ddi chi sotterranei rifiuti nella terra dei fuochi, stessa forma mentis. Noi siamo solo banali consumatori di energia prodotta da terzi Privati, che devono fare profitto e fare pagare i costi agli utenti, senza aver nemmeno la vaga idea di compensate i danni ad una delle industrie principali del futuro ex “bel Paese” il turismo, che andrà ovviamente da altre parti, ma pensate alla Romagna che già i suoi problemi, non ultima la mucillagine, piazzargli un recinto di pali è il colpo di grazia si o no? Si stop, non c’è altro da dire, basta nulla per fare cambiare l’ago della bilancia.
        P.s. il North Stream è l esempio della vulnerabilità e dei danni enormi che si possono subire con un sabotaggio e costi ridicoli. Come non mi metterei una centrale nucleare in casa ovvero una bomba nucleare in casa pronta per essere fatta esplodere con un solo colpo, l’Ucraina insegna, non investirei in impianti miliardari non presidiabili alla mercé di chiunque e in acque internazionali, affondabili con poco sforzo ma con danni inenarrabili. Non è davvero il tempo per pensare che il mondo sia un posto meraviglioso e che si possa essere positivi e fiduciosi.

        1. ogni grossa pala di eolico off-shore e relativa piattaforma off-shore costa circa 50 milioni (non miliardi), e si ripaga circa nei primi 7 anni di funzionamento

        2. Nello Roscini

          Chissà se dicevano le stesse minkia..,pardon ,
          cose ..
          agli antichi Romani mentre costruivano gli acquedotti omonimi
          in tutta Europa
          -_-

    2. più sono alte e più sono messe lontano dalla costa,
      per esempio a 35-40 km dalla costa prevedono quelle da 18 MW,
      mentre a 25 km mi pare quelle da 8-10 MW

      in pratica potrebbero non essere facili da scorgere, e sarebbe un peccato

    3. Scusi Piergiorgio quindi adesso il problema dell’eolico è che disturba lo sfondo della foto fatta col cellulare a km di distanza? E gli attentati? Quelli si possono fare dappertutto, Northstream le ricorda qualcosa? E poi perché uno dovrebbe attentare ad una pala in mezzo al mare a km dalla costa e non ad una ciminiera di una centrale a carbone che impesta l’aria vicino a casa ( fermo restando che NON si deve danneggiare nulla per nessun motivo, ci sono modi civili per opporsi)

  2. 26 MW, dimensioni ciclopiche, e su una piattaforma off-shore..
    solo 3 anni fa sarebbe sembrato fantascienza

    e con le dimensioni aumenta non solo la potenza, ma anche il capacity factor, il tempo di funzionamento in un anno, l’effetto combinato porta molta più energia prodotta

  3. La realtà metterà a posto i desideri
    Siccome con la Cina non si scherza l’impianto off shore nel canale di Sicilia si farà e allora si vedrà che giganti galleggianti a 50- 70 chilometri dalla spiaggia non danno fastidio a nessuno e fanno tanta energia pure abbastanza costante dato che si sta in mare aperto. Il resto (petrolio metano carbone e atomo) per quanto ci si sforzi affogherà nell’instabilità economica e politica dei produttori e dei loro mercati di riferimento. A quel punto nel Mediterraneo ne metteranno un’altra decina di pari dimensioni e finalmente avremo fatto la tanto decantata transizione e, incidentalmente, avremo pure una decina di parchi marini dove pesca con reti a strascico non se ne può fare e i pesci avranno un posto dove rifiatare e riprodursi più tranquillamente. Sogni o realtà prossima ventura? Lo si vedrà

    1. Le acque nazionali terminano a 12 miglia, dopo non conti nulla. Per affondate degli investimenti miliardari basta un buco nei gavoni sommersi, mandare a meretrici l’ossatura energetica di un paese che punta sull offshore diventa un gioco da ragazzi, non è sorvegliato è difficile da raggiungere non ha alcuna protezione non esistono contro misure possibili,non servono nemmeno dei siluri anti nave, un piccolo drone subacqueo o di superficie da qualche decina di migliaia di Euro e hai risolto. Spenderli per riempire i tetti italiani di fotovoltaico ad alta efficienza sarebbe più saggio, sicuro e meno vulnerabile. Visto i tempi che corrono io ci penserei 20 volte

      1. Invece i tubi del metano sono una garanzia, vero?

        I tetti sono dei privati. Nemmeno con il bonus 110% i proprietari italiani li hanno rinnovati, figuriamoci se devono pagare i pannelli.
        Secondo Lei, quanti anni ci vorranno affinchè tutti i tetti saranno coperti da pannelli fotovoltaici?
        Che poi in Italia i detrattori, pur di mettere ostacoli alle rinnovabili, s’inventano una volta le vernici fotovoltaiche (chi le ha viste mai?), le tegole fotovoltaiche (chi le ha viste mai?), pannelli di seconda, terza, quarta, quinta generazione… che costeranno la metà della metà e quindi tutti aspettano.

        1. Beh i pannelli alla perovskite sono una realtà da industrializzare in larga scala, che ansia che mette lei con questa corsa spasmodica,,io non sono un detrattore , e se non comprende perché i pannelli fotovoltaici non hanno coperto la penisola beh non posso farle un riassunto, ma nessuna Pala eolica è stata piazzata dal governo, una marea si pannelli solari si, sono sufficienti? No si può fare di meglio? Si , lo stato ci vuole.mettere altri soldi No le società elettriche ci guadagno no ci perdono un pochino ci investono? No quindi? Che fa un azienda? massima resa minima spesa = eolico Off shore mica pannelli sui tetti esistenti e di privati cara Italia io ci spendo ma tu paghi tutto in bolletta e autorizzi i parchi massimizzati per la resa energetica

      2. gli atti terrostici o di guerra ibrida sono un problema di altri tipi di energia, in cui se saboti una centrale devasti mezza nazione

        al limite sono un problema anche i metanodotti, se riesci a colpirne un paio crei problemi

        mentre fotovoltaico e anche eolico sono distribuiti su tanti impianti, ogni singola torre eolica off-shore come potenza conta quasi niente sul totale nazionale, e a regime ne avremo migliaia, e non richiedono carburanti

        per una torre off-shore non basta una bombetta “povera”, i piloni immersi sono massicci, e magari pure divisi in compartimenti; paragonarli a “un buco nei gavoni” fa sorridere, come il pensiero che le torri eoliche non abbiano telecamere e vari monitoraggi, mentre sono sono sempre connesse

  4. Eugenio Davolio

    “…il gruppo Renexia della famiglia Toto, che vorrebbe sviluppare alcuni impianti off shore galleggianti.”

    I quali impianti off shore galleggianti rischiano di non venir mai autorizzati in Italia, in quanto, come abbiamo appreso ieri:
    “Il decreto Ambiente, appena presentato dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro Gilberto Pichetto, non prevede eolico off shore e fotovoltaico galleggiante nella lista delle tecnologie che avranno una corsia preferenziale nelle Valutazioni di impatto ambientale.” (https://www.vaielettrico.it/decreto-ambiente-eolico-off-shore-gas/)

    Bella schizofrenia, eh?
    Poi magari i Toto sono amichetti del governo e si fa una italicissima eccezione…

    1. Ciao Eugenio,
      chissà forse avranno in testa una “tabella di marcia”, cioè non affrettarsi con l’eolico off-shore (se corresse troppo rovinerebbe una certa narrativa e i tentativi di altri progetti), ma dopo un po’ neppure bloccarlo

      anche perché tra gli investitori c’è il gruppo Toto e anche Plenitude ENI; ENI magari non ha fretta, ma come sub-appaltatori potenziali ci sono le ditte di metalmeccanica e cantieristica navale, che hanno iniziato a fare pressing

      leggevo che al momento si stanno auto-candidando varie città marittime, alcune con esubero di manodopera da riallocare per la chiusra di centrali a carbone, che povrebbero attrezzare un’area del porto per movimentare i futuri impianti off-shore; se ho capito, i vari sindaci hanno chiesto al governo di erogare una parte (es. 20%) dei fondi necessari ad aggiornare i porti, e gli altri ce li metterebbero gli investitori privati, incoraggiati dal vedere una volontà del governo a procedere

      contando che i lavori nei porti non sono ancora iniziati, le autorizzazioni agli impianti off-shore hanno ancora un po’ di tempo per essere sbrigate

      la conclusione degli iter di valutazione al Mase è necessaria ai progetti per partecipare poi alle aste; nel 2025 potrebbero esserci un po’ di autorizzazioni concluse (tra quelle presentate negli anni 2021-2022-2023), così da poter fare una prima asta di assegnazione dei contratti di fornitura del kwh

  5. Uh, che brutte quelle pale cinesi!

    Noi in Italia non le vogliamo. L’energia gratis ci fa schifo!

    Noi invece faremo delle bellissime torri meraviglia di trivellazione per il metano climalterante proprio davanti a Rimini e Riccione, a soli 16 km in mare, così tutti i turisti potranno ammirarle dalle loro sdraio e lettini.

    1. A si saranno delle piattaforme saranno quante? 4 o 300 ? Ma poi scusa ma chi te la dà l energia gratis? Penso che cambiando tipo di produzione passando dall economico idroelettrico metano ecc a investimenti multimiliardario ti abbasseranno la bolletta? hahah ma la voce oneri di sistema/distribuzione cosa credi che sia? quello è già salito e salirà ancora e ancora, per non parlare dei costi da ammortizzare, che i privati che investono ricaricano in bolletta perché pensi che facciano beneficenza o business!? Per non parlare poi del turismo miliardi persi per sempre. La Romagna in fallimento in 5 anni massimo, scordati proprio la costa adriatica, chi ci va più,? perché dovrebbe andare per sentirsi recintato!? Caro tedesco inglese belga francese ecc ecc vai in Croazia che in Italia ti senti come in fabbrica!

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