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Eco incentivi auto: per Unrae è una “furbata” contro le straniere

eco incentivi

Per Unrae gli eco incentivi auto appena varati dal governo italiano sono una “furbata” che  favorisce un’azienda italiana a discapito dei produttori stranieri e dei clienti interessati al passaggio all’auto elettrica. L’associazione che rappresenta le casse estere apprezza tuttavia l’orizzonte triennale e l’inclusione dei veicoli commerciali, anche se limitato.

Eco incentivi arrivati troppo tardi

Negative invece la lentezza nell’adozione della misura, l’esclusione delle persone
giuridiche, la riduzione dei price cap. E preoccupa il «mal riposto protezionismo e la mancanza di visione strategica, che rischiano di non aiutare concretamente il settore».

Michele Crisci, presidente di Volvo Italia e dell’Unrae, Unione delle Case estere in Italia.

L’iter “sfibrante” nell’adozione degli eco incentivi, scrive Unrae, ha “mandato a picco il mercato” e rischia ormai di pregiudicare le vendite per l’anno in corso.

Ma le ragioni di insoddisfazione non si fermano qui. Vediamole:

Il primo: l’esclusione delle persone giuridiche dagli incentivi con la sola eccezione del car sharing taglia fuori tutto il noleggio – incluso quello a privati – e tutti i veicoli aziendali.

Grave errore strategico taglier fuori il noleggo

«Un grave errore strategico», che avrà inevitabili conseguenze negative sui canali «che negli ultimi anni hanno garantito  un più celere ricambio del parco circolante».

Il secondo: la drastica riduzione – da € 50.000 a € 35.000 – dei tetti ai prezzi di listino (cd. price cap) per la fascia 0-20 g/Km di CO2 rispetto al sistema incentivante 2019-2021. Una scelta opinabile e non omogenea rispetto alle altre fasce di emissione.  «L’unico effetto appare quello di orientare la domanda sull’acquisto di alcuni brand specifici con un’inevitabile distorsione della concorrenza. Vengono infatti penalizzati molti player del mercato, in particolare quelli esteri» dice l’Unrae.

Escludere le straniere danneggia la filiera italiana

Questo paradossalmente può finire per danneggiare «la stessa componentistica italiana, tanto importante per le Case costruttrici estere escluse dagli incentivi». Inotre «distoglie 
nel breve periodo l’attenzione dai necessari investimenti in ricerca/sviluppo e produttività».

Infine l’Unrae critica la scelta di non prolungare da 180 a 360 giorni i termini che
intercorrono dalla prenotazione del bonus all’effettiva immatricolazione del veicolo, in
considerazione della crisi dei semiconduttori e dei ritardi nella produzione causati anche dal conflitto bellico in Ucraina.

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