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Draghi e la sostenibilità: 70 miliardi in 365 parole (su 4.538)

 

La transizione ecologica vale 60 dei 192 miliardi assegnati all’Italia dal  Recovery Fund europeo. Si toccano i 70 su 240 considerano complessivamente gli stanziamenti del PNRR: vale a dire circa un terzo del totale. Ma soltanto 365 parole, sulle 4.538 pronunciate dal premier Mario Draghi presentando al Parlamento il Piano Nazionale di ripresa e resilienza (molto meno di un decimo).

Se ciò dovesse indicare l’entusiasmo del governo nell’approccio al tema della sostenibilità ambientale staremmo freschi. Decarbonizzazione, elettrificazione, mobilità elettrica e transizione energetica messe assieme non varrebbero l’assitenza domiciliare agli anziani non autosufficienti. Del resto l’Aula non ha avuto sensibilità molto diverse. Ai fragorosi applausi seguiti alle dichiarazioni di intenti sulla parità di genere, ha fatto riscontro un silenzio di tomba quando Draghi ha accennato fuggevolmente alla riduzione delle emissioni clima alteranti e all’energia rinnovabile.

Una rivoluzione in poche parole

Insomma, per chi sogna  un’ Italia a zero emissioni quella di ieri non è stata una bella giornata. La Seconda Missione del PNRR si intitola “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica“. Draghi l’ha così descritta: «Si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento».

E’ «particolarmente importante», ha detto, perchè «l’Italia è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi, in parte per l’orografia, in parte per gli abusi, in parte per la delicatezza dell’ambiente». Draghi ha poi assicurato che «la dotazione complessiva è la più cospicua»  e che «vi sono inoltre investimenti a supporto delle transizione ecologica anche in altre Missioni». La Missione «migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero». Infine, per raggiungere la «progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi per incrementare significativamente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, per il rafforzamento delle reti e una mobilità più sostenibile».

Pensate che la nostra sia una sintesi troppo stingata? Ebbene no: è testualmente tutto ciò che abbiamo udito sui temi che ci stanno a cuore.

La sostenibilità vale meno della raccolta differenziata?

Le altre 250 e passa parole dedicate all’argomento, hanno riguardato temi collaterali. Tutti, per carità, di grande interesse, ma per così dire più scontati, triti e già condivisi: il dissesto idrogeologico, l’economia circolare e il trattamento dei rifiuti, le risorse idriche, la biodiversità e la tutela delle aree verdi.

Tra tutti questi, il più vicino al dibattito che infiamma il mondo _ la decarbonizzazione e la lotta ai cambiamenti climatici _  è l’efficientamento energetico. Draghi l’ha affrontato incardinandolo sulla proporga del Superbonus 110% al 2023 e questa è una buona notizia. Come è noto, infatti, tra gli interventi super incentivati ci sono l’installazione di pannelli fotovoltaici, dell’accumulo domestico e di dispositivi di ricarica per auto elettriche. Punto.

La Missione successiva, la numero tre sulle infrastrutture, ha meritato altre venti righe tutte dedicate alle grandi opere, soprattutto ferroviarie, e portuali.

Se Draghi suona “cinque pezzi facili”

Concudendo: Mario Draghi ha sostanzialente glissato sulla vera sfida che abbiamo di fronte, che è quella della decarbonizzazione. Questo ci deliude: a nostro parere, la presentazione del PNRR sarebbe stata l’occasione buona per mobilitare le coscienze sul tema dei temi. E prepararla ad affrontare la prossima emergenza climatica, che sarà dieci o cento volte più drammatica della pandemia da Covid 19. Comprendiamo però che,  dovendo raccogliere consensi in un’Aula non molto più lungimirante dell’elettorato che rappresenta, il premier sia stato costretto a suonare i soliti “cinque pezzi facili”: povertà, giovani, donne, anziani è Mezzogiorno.

Ma nel PNRR c’è il sugo: ecco il testo

Tuttavia le 271 pagine del PNRR che arriveranno a Bruxelles sono ben più dense e dattagliate. E le 30 pagine del capitolo “Missione 2: Rivoluzione verde e Transizione ecologica“, più molte altre misure contenute negli altri capitoli dedicati a ricerca, digitalizzazione e sistema produttivo, danno un quadro completo e concreto di quel che il Governo ha in mente in materia di sostenibilità. Per questo abbiamo deciso di pubblicare integralmente il testo del capitolo sulla Missione 2, escludendo solo le pagine dedicate all’efficientamento degli edifici.  Può fornire spunti interessanti anche a chi sta affacciandosi al business della mobilità a zero emissioni.

Due notazioni che ci hanno colpito: l’insistenza sull’idrogeno e il silenzio sulla conversione della filiera automotive. Sul primo punto pochi si stupiranno, avendo già ascoltato il ministro Roberto Cingolani. Non capiamo invece come mai, parlando di filiere da sviluppare, tutelare o crearea da zero, si insista di nuovo sulla filiera dell’idrogeno e su quella dei bus elettrici, uniche due citate. Proprio mentre nella Motor Valley emiliana nasce un distretto di supercar e maxi moto elettriche. In Piemonte si parla di Gigafactory di batterie e nasce la 500 elettrica. FAAM avvia la sua produzione di celle al litio nell’area ex Indesit. Star up italiane ottengono finanziamenti europei per sviluppare innovativi sistemi di accumulo a flusso. Nemmeno un soldo per loro? Qui, comunque, uno stralcio del documento.

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