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Diventare elettrici non basta, serve altro…

Diventare elettrici non basta, serve altro…È lo sfogo di Stefano, convinto che serva ripensare completamente il nostro modo di spostarci, al di là dell’auto che si usa. Vaielettrico risponde, come sempre, all’indirizzo info@vaielettrico.it

(Foto da Milanoaffori.it)

Diventare elettrici non basta, continueremo a vivere in coda, in città e fuori…

“Vi scrivo perché mi sembra che, al di sopra delle parti watt/no watt, puntando alla luna ci stiamo fermando a guardare il dito. Sono un contento automobilista elettrico. Ma prevedo che anche quando saremo tutti elettrici non cambierà il fatto che le nostre città hanno vincoli stradali che derivano dalle fondamenta addirittura romane. Le infrastrutture stradali sono state impostate negli anni ’60 e non erano pensate a sostenere il traffico moderno. Il risultato è già oggi un ovvio disastro, per andare a lavoro (30 Km) impiego tra 50-80 minuti a tratta, provincia di Milano. I trasporti pubblici sono indecenti (treno/metro), con tempi di percorrenza decisamente maggiori. Il traffico intenso in tangenziale o autostrada causa spesso incidenti, con costi sociali altissimi (tempo perso per migliaia di automobilisti, tralascio i feriti e vari). Volgendo l’attenzione alle autostrade, le cose non migliorano: aumentano ogni anno ma non la loro capienza. E molte destinazioni nei week-end sono proibitive causa code, nei ponti non ne parliamo“.

Ad esempio: perché non si obbligano le aziende ad adottare lo smartworking?

L’esodo per le vacanze è un problema che parte dai primi di luglio fino a fine agosto, un viaggio della speranza anche molto pericoloso, visto i frequenti incidenti. Vogliamo parlare degli spazi per i parcheggi? Se siamo così interessati alla CO2 per la nostra salute, dobbiamo pensare anche alla nostra sopravvivenza psicofisica, non basta  tenerci in vita per pagare le tasse. Oggi, e non nel 2035, si potrebbero obbligare le aziende ad adottare lo smartworking (non ditemi che non si può perché gestisco team internazionali da un decennio). Obbligare gli enti a fornire standard di trasporto pubblici puntuali ad un prezzo accettabile potrebbe essere una direttiva UE. Oggi le tratte in treno tra città hanno costi esorbitanti per una famiglia. Certo, si andrebbero a sbilanciare economie che non fa comodo toccare: affitti, tasse, sfollamento delle città, mercato edile e dell’auto… Ma quanto sarebbe bello vedere Paolo Mariano che fa una video recensione su una tratta di 2.000 km Interrail per un sereno, comodo, economico e rilassante viaggio a zero impatto?“. Stefano

Urge cambiare la testa e non solo il motore…

Risposta. Fin da quando questo sito è stato fondato (ottobre 2017) sosteniamo che dobbiamo cambiare la testa, e non solo il motore. Spostarsi su un’auto o su un bus elettrici aiuta, perché non si inquina e non si fa alcun rumore. E il giochino riesce ancora meglio se l’auto in questione è una piccola citycar, che occupa poco spazia quando si sposta e quando si parcheggia. Ma è ovvio che questa è solo una parte del problema e non a caso noi spingiamo per l’adozione di e-bike, scooter e soprattutto mezzi pubblici. Usando l’auto solo quando è necessario, tanto più in città congestionate come Milano e Roma. Giriamo a Paolo la proposta di filmare 2.000 km in Interrail: chissà che non faccia incontri interessanti…

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