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Come vivere felici (senza imprecare) con l’elettrica

Simone guida da alcuni mesi una Volkswagen ID.3 e traccia un primo bilancio.

Come vivere felici viaggiando in auto elettrica: dopo alcuni mesi alla guida di una Volkswagen ID.3 Simone tira le somme di quel che funziona e quel che non va. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che la nostra mail è info@vaielettrico.it .

Come vivere felici, superando ansie e problemi

“Vi ho già scritto a marzo in merito alla mia decisione di acquisto di una VW ID.3, la mia prima EV. A distanza di qualche mese vorrei condividere una riflessione in merito all’idea che mi sono fatto sull’effettiva sostituibilità a 360 gradi di una termica con una EV, oggi. Premetto che ho acquistato la ID.3 per usarla come auto di famiglia principale per il lavoro (io faccio quotidianamente 130 km di autostrada) e per le uscite nel weekend. Ma avendo comunque in casa un’altra auto a gasolio. Prima di approdare alla ID.3, avevo ovviamente gli stessi dubbi di chiunque in merito alla questione autonomia, ricarica etc. Una volta acquistata, anche grazie ai vostri consigli (e commettendo qualche errore ‘di gioventù’ qua e là), è diventato naturale usarla. E quelli che prima erano problemi e ansie, ormai quasi non mi toccano più. Ad oggi, la mia consapevolezza è di avere fra le mani, semplicemente, l’auto più divertente che abbia mai avuto, col miglior piacere di guida. E dunque sono assolutamente soddisfatto.

Ma si può vivere solo con una EV in famiglia? Dipende…

Mi però chiedo se sia possibile, oggi, avere solamente una EV, come alternativa perfettamente sovrapponibile ad una termica per utilizzo. Al di là della differenza tecnologica di base. E qui arrivo alle riflessioni. Anzitutto voglio distinguere tra un’utilitaria (classe A-B, studiata per utilizzo chilometrico breve o medio e in contesto cittadino) e una dal segmento C in su (quindi anche per tratte più lunghe). In ambedue i casi, una differenza fondamentale la fa la possibilità di avere una ricarica domestica o aziendale. Nel mio caso, mi è possibile. Se non lo fosse, probabilmente non avrei preso una EV. E anche oggi che conosco abbastanza bene i meccanismi di ricarica, penso che farei fatica a usare l’auto quotidianamente se dipendessi solo dall’infrastruttura attuale. La colonnina più vicina a casa è una 22kW, a 5 km. Che sia per una ricarica quotidiana o per una saltuaria, devo mettere in conto un’attesa di qualche ora, che non posso compensare con una pausa caffè.

Sulle piccole il prezzo fa la differenza, sulle più grandi ormai ci siamo…

Anche le colonnine veloci (ho una 300kW sulla strada casa-lavoro) risolvono in parte il problema. 20-30 minuti di attesa ogni giorno non sono pochi nell’economia di una vita famigliare con figli. La soluzione ideale sarebbe una rete capillare di ricariche in bassa velocità (tipo quelle di A2A) ovunque, per consentire la sosta notturna vicino casa. E una rete di ricarica veloce autostradale per affrontare i viaggi. Le colonnine in AC a 11 o 22kW, tanto più con penalità se stazioni oltre la fine ricarica, fatico a capirle. Se non come alternativa alle soste a pagamento nei parcheggi di città o nelle località turistiche. Ergo: 1) un’utilitaria segmento A o B, senza pretese di km esagerate, ha oggi un grosso limite come alternativa reale nella scarsità di offerte economicamente comparabili delle EV. A parità di allestimenti e qualità. Chi vuole una EV di questo tipo sa che spende molto di più. 2) una EV di dimensioni maggiori (segmento C in su) è più comparabile a parità di allestimenti e prestazioni ai prezzi delle termiche (ora molto più care di qualche anno fa). Ma anche in questo caso condizione ideale per utilizzi senza pensieri è fare non più di 250-300 km/giorno. Per chilometraggi superiori devi organizzarti.

Come vivere felici: rispettando queste tre condizioni per ricarica e autonomia?

Dunque, per un utilizzo “senza pensieri” (e cioè quello che probabilmente si attende il grande pubblico per passare ad una EV) ritengo che le condizioni ideali siano:
facilità di accesso quotidiana ad un sistema di ricarica dedicata lenta e sicuramente disponibile, in AC, mentre si lascia l’auto parcheggiata:
chilometraggio quotidiano nel limite dei 250 km;
disponibilità ad una maggiore spesa, nel caso dei segmenti A e B.
È comunque possibile avere una EV anche fuori dalle condizioni di cui sopra, ma secondo me sono richiesti maggiori compromessi in termini di facilità di utilizzo. E dunque vi è la necessità di una migliore programmazione. Penso anche che in futuro le cose cambieranno, e dunque che alcuni di questi limiti verranno meno. Al momento, però, mi sembra di poterla pensare così. Grazie per un vostro parereSimone Rizza
Tesla Model Y: prezzi competitivi con i Suv a benzina o diesel.

Risposta. Concordiamo su molti punti, tra cui l’analisi sul prezzo: è vero che nella auto piccole resta una differenza sensibile rispetto ai modelli a benzina. Ma è vero anche che nelle auto di maggiori dimensioni per alcune marche il punto di pareggio è già arrivato. Nel caso di Tesla, addirittura, Model 3 e Model Y costano di meno delle auto termiche premium del cosiddetto segmento D. Giuste anche le osservazioni sulla necessità di disporre di un punto di ricarica affidabile, meglio se a casa in azienda, per avere la sicurezza di rifornire. Quanto alle colonnine in AC da 11 o 22, in realtà resteranno lungo, perché diverse citycar ricaricano solo a queste potenze. Ma non c’è dubbio che gli investimenti si concentreranno soprattutto su stazioni ad alta potenza, con cui si ricarica molto  più velocemente in viaggio.

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