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Com’è bello sparare sull’auto elettrica

Marco Bentivogli è il segretario dei metalmeccanici della Cisl.

Com’è bello sparare sull’auto elettrica. Si usa il solito argomento dei prezzi alti e si fa un po’ di populismo, questo invece a buon mercato. E l’Italia applaude. 

“Roba da miliardari, al popolo serve altro”

Dispiace che anche un sindacalista intelligente come Marco Bentivogli si sia cimentato in questo sport. Lo ha fatto con un articolo sul Fatto Quotidiano, dal titolo già eloquente: “Rivoluzione per pochi: gli errori sull’auto elettrica”. E nell’occhiello in alto: “Benzina e diesel addio. Incentivare soltanto gli acquisti diventa un aiuto ai consumatori più abbienti. Servono le colonnine e una strategia nazionale“. Per la verità il titolo è un po’ forzato, perché l’articolo di Bentivogli è un po’ meno tranchant sul fatto che gli incentivi siano un regalo ai miliardari. Ma quel che ne ricava il lettore frettoloso è il solito messaggio che sui media sta diventando imperante: l’elettrico è roba da fighetti, il popolo ha bisogno di macchine diesel e benzina. Che sono poi quelle che produce la Fiat in Italia. Ergo: anche le nostre fabbriche e i nostri lavoratori non possono che odiare la rivoluzione delle emissioni zero.

Brioche&Staffetta

Concetto, quello del popolo che non ha certo bisogno dell’elettrico, espresso ai massimi livelli dal direttore della Staffetta Petrolifera in un celebre editoriale (si fa per dire). “Chi non si può permettere un’auto da 20mila euro non ne comprerà certo una da 30mila, anche con un incentivo da 6mila. Parafrasando Maria Antonietta di Francia sulle brioche: se la benzina è troppo cara, che usino l’auto elettrica“. Ovvero: l’auto, diesel o benzina fate voi, è il pane, le auto elettriche sono le brioche. Concetto espresso, in modo decisamente più elegante, anche da un bravo storico dell’economia come Giuseppe Berta sul Foglio (qui l’articolo). Com’è bello sparare sull’auto elettrica.

L’elettrico non è una minaccia, è un’opportunità

Vorrei tranquillizzare questi e altri illustri personaggi che stanno esprimendo concetti più o meno analoghi. Vedi anche l’allarme  lanciato dal patron della Brembo, Alberto Bombassei. L’elettrico non è una minaccia. Quest’anno si venderanno a malapena 15-20 mila auto a emissioni zero su un totale che sfiora i due milioni. E le Case continueranno a immatricolare le loro auto a benzina (un po’ meno a gasolio, ma questo è un altro discorso). Magari sparigliando le carte su sconti e promozioni e facendo credere ai clienti che si faranno carico loro del malus sulle auto con un certo livello di emissioni.

Alberto Bombassei, patron della Brembo: uno dei primi a sparare sull’auto elettrica.

Che, peraltro, non sono le utilitarie. L’elettrico è solo un’opportunità che tutto il mondo sta inseguendo, con uno sforzo enorme sulla ricerca. È un sogno, quello di poter viaggiare un giorno mettendo nel motore non petrolio da bruciare, con quel che ne consegue. Ma energia prodotta con le rinnovabili. Per le città sarebbe una medicina straordinaria. Ci si riuscirà? Il mondo ci crede, noi no. Preferiamo fare gli struzzi, resistere al cambiamento, affogare nella nostra pigrizia giocando sulle parole. A nessuno viene in mente che alla fine decideranno gli automobilisti. E siamo certi che, se e quando la domanda di veicoli elettrici diventerà più forte, gli stessi che oggi gridano al lupo saranno i primi a dire: perché non ci si è pensato prima?

 

 

 

 

 

 

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