La Cina ricorre al Wto contro la decisione Ue di imporre dazi sulle auto elettriche di Pechino. La Ue avrebbe violato le regole del commercio internazionale e minato la cooperazione globale per affrontare il cambiamento climatico.
C’è chi è rimasto sorpreso, perché avrebbe scommesso su una soluzione “diplomatica”. In realtà, la mossa di Pechino è proprio da leggere nell’ambito di una trattativa in cui le parti non possono dimostrarsi deboli.
Il governo cinese ha presentato un reclamo al Wto (World trade organization) per contestare la decisione della Ue che vuole imporre dazi sulla vendita di auto elettriche in arrivo dal gigante asiatico.
Per Bruxelles si tratta di una risposta necessaria per contrastare le pratiche commerciali scorrette di Pechino, che aiuterebbe le sue case automobilistiche con generosi aiuti ed incentivi economici. Motivazioni che Pechino ha contestato con forza al Wto.
La Cina al Wto: “I dazi europei minano la cooperazione contro il cambiamento climatico”
“La sentenza nella conclusione provvisoria dell’UE è priva di fondamento fattuale e legale“, ha affermato un portavoce del ministero del Commercio. “Ha violato gravemente le regole del WTO e ha minato la cooperazione globale per affrontare il cambiamento climatico“.
“Esortiamo l’UE a correggere immediatamente i propri errori e a salvaguardare insieme la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Ue, nonché la stabilità della filiera di fornitura dei veicoli elettrici“, ha aggiunto il portavoce.
Chi pensava a una ricomposizione attraverso una trattativa diplomatica contava sul fatto che i dazi imposti dalla Ue si limitano ad aggiungere fino a un massimo del 48% sui prezzi di listino. Molto meno di quanto hanno fatto negli Usa che hanno raddoppiato quelli già esistenti, portandoli anche al 100%.
Dazi: Germania astenuta, Italia a favore
Ma la Cina contava sui buoni rapporti con alcuni governi europei, per lo meno sul tema del settore auto. Non è un segreto, basta guardare l’esito della prima votazione consultiva: 12 a favore, tra cui l’Italia, 11 astenuti, in testa la Germania, quattro i contrari: Ungheria, Slovacchia, Malta e Cipro. Il voto decisivo a inizio di novembre.
In pratica, ci sarebbe ancora tempo per trovare una soluzione diplomatica. Anche perché – a detta degli esperti di ricorsi al Wto – una decisione da parte dell’Organizzazione internazionale non arriverà prima di due anni.
Inoltre, Pechino non poteva comportarsi diversamente da quanto già fatto con i dazi imposti dal governo Usa, anche in questo caso ha fatto ricorso affermando che sono discriminatorie. Ma la sfida per il primato in un settore strategico per la transizione come quello dell’auto è solo all’inizio.
La Cina che, quando è a suo favore si appella al wto, per tutto il resto se ne fotte delle regole del wto.
Il più grande errore economico dello scorso secolo, far entrare la Cina nel wto.
Ora sono tutti volatili nostri.