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Autovelox nel mirino di un Salvini a caccia di voti

Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei trasporti (foto dal sito del ministero).

Autovelox nel mirino di un Salvini a caccia di voti: dopo gli attacchi alle zone 30 di Bologna, il vice-premier leghista se la prende con i rilevatori di velocità.

autovelox nel mirinoAutovelox nel mirino: il ministro vuole sloggiarli dalle città

Ci sono molti modi per inquinare meno e rendere il traffico delle città più sicure. Scegliere auto a emissioni zero è uno di questi. Ma ci sono alternative altrettanto, se non più convincenti, come limitare al minimo l’uso dell’auto e, nel caso, circolare nei centri abitati a bassa velocità. Può essere che ci sia stato in questi anni un uso distorto di autovelox e altri strumenti simili, orientato più a fare cassa che alla sicurezza stradale. Ma l’uscita di Salvini sa tanto di demagogia e tentativo di recuperare i voti perduti. Vediamo dunque che cos’ha in testa il ministro delle Infrastrutture. Anzitutto finisce il il fai da te delle amministrazioni locali: i sindaci dovranno spiegare perché e dove mettono i rilevatori di velocità. Il vice premier dice di volere combattere i Comuni che si arricchiscono con gli autovelox e di voler limitare i rilevatori di velocità ai punti e alle strade più a rischio. Ma l’impressione è che miri piuttosto alla pancia degli elettori che, a giudicare dai sondaggi e dagli ultimi voti, gli stanno voltando le spalle per saltare sul carro di Giorgia Meloni.

Salvini durante un sopralluogo in Sardegna (foto: sito ministero).

Eliminare i controlli nelle zone 50 equivale a un “liberi tutti”

È sconcertante il fatto che, secondo quanto riferisce il Corriere, i dispositivi non potranno essere installati nelle strade urbane. Quella in cui vigono dei limiti di velocità inferiori ai 50 km/h. Chiunque si sia mai occupato di sicurezza stradale sa che è proprio in città che avviene il maggior numero di incidenti. Ed è qui che si è creata (soprattutto in metropoli come Milano, che Salvini dovrebbe conoscere bene) una vera e propria “emergenza ciclisti”, con diversi incidenti mortali. È ovvio che, senza la deterrenza della multe, la velocità media aumenterebbe e a farne le spese sarebbero proprio i cosiddetti utenti deboli della strada, pedoni compresi. Purtroppo si rincorre il grande successo riscosso da personaggi deleteri come Fleximan, diventato celebre per aver messo fuori uso diversi autovelox. Trovando subito diversi imitatori, soprattutto nel Nord. Ovviamente la riforma Salvini vanificherebbe il passaggio alle zone 30 operato da Bologna. Nessuna sanzione da autovelox sarebbe consentita, il che equivarrebbe a un “liberi tutti“.

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