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Auto elettrica e incidenti: come si interviene?

Un momento della giornata di formazione svoltasi ad Arco, nel Trentino.

Auto elettrica e incidenti: quando i vigili del fuoco si trovano a intervenire per il recupero di una persona a bordo di un mezzo elettrico incidentato. E le informazioni necessarie sono molte, ma il tempo per raccoglierle è pochissimo. 

Siamo stati a una serata di formazione per il personale della caserma dei vigili del fuoco di Arco (TN) per comprendere:

Auto elettrica e incidenti: innanzitutto identificare il veicolo e le sue componenti

I vigili del fuoco dispongono di un’app che li supporta nell’identificazione delle parti principali del veicolo

La prima parte della serata ha riguardato la familiarizzazione con veicoli. Erano disponibili due auto full-electric, una mild hybrid e un furgone mild hybrid. Ai vigili del fuoco è stato messo a disposizione un tablet con un’app che pesca da un database di molti (purtroppo non tutti) modelli in circolazione. Inserita la marca e il modello, l’app restituisce un disegno del mezzo. Da qui è possibile identificare la posizione delle componenti di bordo (batteria al alto voltaggio, punti di stacco, cariche degli airbag, punti possibili di taglio della carrozzeria). Questo rappresenta un valido supporto ai soccorritori, che fino a poco tempo fa, si trovavano ad operare quasi alla cieca. Forse uno sviluppo interessante futuro potrebbe essere quello di consentire l’operatività in realtà aumentata. Visto che nella situazioni di emergenza ogni secondo è prezioso, poter lasciare al software l’identificazione del veicolo attraverso la telecamera sarebbe un grande aiuto.

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Auto elettrica e incidenti: la prima operazione, ove possibile, lo sgancio dell’alta tensione

Il punto di sgancio dell’alta tensione nella Volkswagen e-Golf

Una volta identificato il modello di auto, quando è possibile, la prima operazione sul veicolo è quella che consente di isolare la batteria di trazione ad alta tensione. Si tratta di una sicurezza a volte ridondante. Teoricamente, in caso di incidente, il veicolo compie autonomamente questa operazione. Tuttavia questo potrebbe non accadere. Quando è possibile, quindi, è consigliabile procedere ugualmente. Purtroppo la difficoltà maggiore sta nel fatto che non esiste una posizione standard del punto di sgancio. Per quanto i cavi dell’alta tensione siano tutti di colore arancione, sempre ben visibili, senza il supporto di tablet e app, in pratica bisogna muoversi a tentoni.

Identificazione- immobilizzazione – spegnimento

Un momento di formazione in aula per i vigili del fuoco di Arco (TN)

La seconda parte della serata è avvenuta in aula. Ai vigili del fuoco sono state evidenziate le principali differenze tra veicoli (ibridi, plug-in, full electric) e fornite indicazioni sulle prime fasi dell’intervento in caso di incidente:

  1. identificazione: ai vigili del fuoco viene richiesto di ricercare di scritte e adesivi che indichino il tipo di veicolo: ad esempio “hybrid”, “zero emission”. Nostra osservazione a questo proposito. È incredibile che un vigile del fuoco che per primo raggiunga un’elettrica incidentata debba basare l’identificazione su strategie di marketing del produttore. Potenzialmente un veicolo elettrico potrebbe anche non recare alcuna scritta che lo identifichi come tale. Non sarebbe piuttosto sensato che fosse la targa stessa, con un simbolo o un colore, a renderne evidente la natura? In Inghilterra ci si sta pensando: targhe verdi per i veicoli elettrici.
  2. Immobilizzazione: se possibile, è necessario procedere all’immobilizzazione del mezzo, tirando il freno a man e posizionando il cambio su “P”.
  3. Spegnimento e isolamento della batteria ad alta tensione. Si procede a questo punto allo spegnimento del mezzo e allo sgancio della batteria ad alta tensione.

Ai vigili del fuoco viene poi spiegato che, nella maggior parte dei veicoli ibridi, la batteria si trovi sotto il vano di carico del bagagliaio. Nelle full electric, invece, si trova sotto al pianale. A questo proposito si è evidenziato come il peso della batteria, specialmente nei veicoli full electric (e quindi con pacchi batteria importanti), possa causare un comportamento diverso del mezzo in caso di ribaltamento o di coricamento su un fianco.

Incendio di un’elettrica. Si spegne con l’acqua ma va poi isolata

Quel che resta del Model S è stato immerso in una vasca d’acqua per evitare ritorni di fiamma.

In caso di incendio non sono richiesti particolari mezzi estinguenti e l’acqua resta lo strumento migliore. Tuttavia, e in questo senso la conoscenza del mezzo in questione è fondamentale, è necessario valutare di volta in volta la miglior tecnica di intervento.  Anche sulla base delle risorse a disposizione. Pacchi batteria al litio possono richiedere anche oltre 10.000 litri di acqua prima di poter avere ragione delle fiamme. È inoltre necessario non dimenticare l’eventualità che l’utilizzo dell’acqua possa provocare lo  sviluppo di gas infiammabili all’interno dell’abitacolo. È sempre importante informare chi recupera il mezzo circa la natura del veicolo. L’incendio apparentemente estinto su un veicolo elettrico potrebbe riprendere a distanza di ore. È necessario che il veicolo rimosso dal luogo dell’incidente sia stoccato all’aperto, lontano da altre auto, strutture e persone (almeno 15 metri), per almeno 72 ore, prima di qualsiasi altra operazione. Dove possibile, l’auto viene immersa in una vasca d’acqua.

Veicoli parzialmente o totalmente sommersi: il pericolo non è di folgorazione

Una Tesla Model S finita in un fiume lo scorso anno in Cina, non lontano da Shangai.

I veicoli dotati di batteria ad alta tensione sono isolati dal telaio e dalle parti metalliche. A bordo del veicoli sono inoltre presenti sensori che disattivano automaticamente tutti gli impianti ad alta tensione in caso di contatto con l’acqua. Nel momento in cui un veicolo elettrico si trova immerso, è possibile notare in superficie delle bollicine. Questo fenomeno si chiama MICROBUBBLING. Non viene rilasciata alcuna scarica in acqua. Si tratta però di una reazione chimica che può creare delle miscele esplosive. Pertanto uno degli interventi nei quali i vigili del fuoco si cimenteranno in situazioni di questo tipo è, dove possibile, di creare scambio d’aria dell’abitacolo con l’esterno. Aprendo finestrini o sportelli.

Considerazione finale: se la conosci…

In definitiva l’auto elettrica non è né più né meno pericolosa, in caso di incidenti, rispetto a un’auto termica. Come con tutte le cose, è solo importante conoscerla, tanto per chi è addetto al primo soccorso, quanto per chi ci viaggia. I produttori sviluppano delle schede tecniche di immediata lettura, che potrebbero forse essere messe a disposizione dei vigili del fuoco attraverso un semplice QR code. Da inserire magari in una targa personalizzata. Così da lasciare quanto meno possibile al caso. Voi che ne pensate?

 

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