Zipse di BMW guida il partito degli elettro-cauti

Zipse di BMW si mette alla testa del partito degli elettro-cauti. Non è contro le auto a batterie ,ma mette in guardia dal mettere al bando i motori tradizionali.

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Herbert Diess, n.2 del Gruppo Volkswagen, su posizioni molto distanti da BMW.

Zipse: “Lasciamo decidere i clienti, non la politica”

Ci sono gli elettro-scettici, guidati da Case giapponesi come Toyota e Suzuki. Ci sono gli elettro-entusiasti, capitanati da Volkswagen e, ovviamente da Tesla. E in mezzo ci sono gli elettro-cauti, che credono negli EV, ma vogliono continuare a correre sul doppio binario. Un partito in cui, stando ai fatti, milita anche Stellantis, il colosso nato dalla fusione tra PSA e FCA. “Attenzione a fermare troppo presto la produzione di motori a combustione interna“, ha ammonito Oliver Zipse, capo del gruppo BMW-Mini in un’intervista alla Passauer Neue Presse. Secondo il top manager bavarese non è né la politica né l’industria dell’auto a poter decidere “come e quando passare alle sole auto elettriche”. Chi allora? Dovrà essere il pubblico, i clienti che le auto le acquistano e le pagano.

“Il rischio è di perdere il 50% del mercato”

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La BMW i4.

Zipse ha difeso la strategia della Bmw, che prevede di vendere non più della metà delle auto con propulsione puramente elettrica nel 2030. E di abbandonare i motori tradizionali a benzina e diesel più lentamente rispetto a quanto vogliano fare altri marchi. A partire da un concorrente insidioso come Audi, che progetta di non lanciare più nuovi modelli endotermici dal 2026 (qui l’articolo). Precipitare le cose, comporterebbe un rischio enorme:”Se un produttore non avrà più un’offerta di motori a combustione, metà del volume di mercato andrà perduto. E ci si ritroverà su un percorso industriale in caduta libera“. L’invito è a non farsi suggestionare dai risultati di alcuni mercati-pilota per l’elettrico, come quelli scandinavi: “Se nei prossimi 15 anni ci saranno città e paesi in cui la transizione verso l’elettrico sarà rapida, non sarà così nella somma dei 140 mercati del mondo in cui opera la Bmw”.

 

Visualizza commenti (17)
  1. Bella gatta da pelare. Negli scorsi decenni facevi le auto più sportive e veloci. Ora con una nuova tecnologia hai già perso questa leadership tecnica. Hai ancora quella di immagine per ora, ma non puoi più alimentarla con i record. Ti resta di puntare sulla bellezza e per ora sull’autonomia. Ma quelli che l’auto é bella se é sportiva se ne fregano se con un pieno fai 500 o 1000 km…
    Sulla libertà dei consumatori di scegliere liberamente la tecnologia ci andrei cauto. Non è una battaglia per la libertà quella che ci aspetta, ma una battaglia per la salute. Pensate che con il potere che hanno multinaz del petrolio e dell’automotive, se non fosse assolutamente ed evidentemente necessario, si sarebbero buttate sull’elettrico e le rinnovabili? O credete che è una moda da fighetti che é riuscita a prendere talmente piede da abbindolare tutto il mondo?

  2. Il messaggio ai clienti Audi è arrivato forte e chiaro: se pensate che 72000 euro per il modello base di una Audi elettrica da 336 km sono eccessivi e non volete acquistare un modello “prepensionato” a benzina, sappiate che noi della BMW ci siamo. Come mossa del marketing, niente male davvero, e questo senza scontentare gli elettro-boys perché i modelli elettrici loro li hanno a listino, poi, certo, se il consumatore vuole altro non è colpa loro …

    Il punto è che BMW è in crisi: l’immagine di BMW è quella di produttore premium di auto sportive o sportiveggianti (non importa se poi gli utenti acquistano i suv, quello che conta sono i valori che il brand trasmette, e BMW di certo non trasmette i valori di Citroen). L’elettrico come fa a farlo più sportivo rispetto ad altri brand? L’elettrico quello è, è un tablet con le ruote, non importa quale brand scegli (a parte la futuristica Tesla), sono tutte auto identiche, autonomia, prestazioni, potenza, tutte uguali. Come fa BMW a confermare la sua immagine di brand sportivo? Con l’assetto ribassato? Suvvia … M1, M2, M3, M4 e M5 sono i modelli che fanno la gloria del brand, non esiste un equivalente elettrico e se c’è si chiama Tesla.

    Non a caso se andate a guardare le quote di mercato negli USA, Tesla ha preso quelle di BMW, mentre Mercedes (brand premium lussuoso e confortevole) non ha risentito.

    1. Hai ragione Nello ma questo perché il cliente BMW è il cliente delle berline premium sportive per eccellenza, le berline più veloci sono sempre state le loro (le serie M). E quando mai BMW supererà Tesla in performance quando neanche Porsche e Ferrari ci riescono? BMW è “spacciata” …

      1. Perdonami, ma da quando in qua Porsche e Ferrari non riescono a superare Tesla in performance? Ho letto il tuo commento e mi è venuto da sorridere. La performance di un’autovettura non si può ridurre allo sprint 0-100km/h. Le doti dinamiche sono fondamentali (la velocità massima lasciamola perdere, è roba che conta al Mugello o Monza, forse).

        1. Beh, basta guardare la classifica aggiornata dei tempi del nurburgring. La Model S P100D+ ha fermato il cronometro in 7:13.70, battendo tutte le Ferrari. Parliamo di un berlinone enorme, 5 posti, comodo che batte auto con 2 posti secchi, con pneumatici da pista e ammortizzatori rigidi come sassi. E’ vero che qualche Porsche ha fatto meglio ma è anche vero che la nuova Model S Plaid, a detta di Musk, ha già girato sotto i 7 minuti. E poi non scordiamoci che a breve sarà rilasciata la Roadster che è un altro pianeta e che accelera da 0-100 in 1.1″ contro l’ 1.97″ della Model s Plaid, che ha ancora più cavalli (oltre 1200) e più allungo (400 km/h vs 321 km/h) e che quindi si candida a diventare la regina di tutti i circuiti.
          E ribadisco il concetto: si tratta in tutti i casi di auto destinate a circolare su strada, auto “normali” e non auto con rollbar a vista, alettoni mostruosi, prive di autoradio e aria condizionata, con sedili rigidi e quant’altro.
          Senza menzionare il fattore costo: una Model S Plaid la porti a casa con 131000 dollari. Una Porsche GT3 costa 180000 a cui va aggiunto ecomalus e superbollo.

  3. Ogni compagnia ha la sua strategia. La visione di BMW secondo me è corretta: è troppo ambizioso pensare che da qui al 2030 tutti compreranno auto elettriche. L’infrastruttura farà sicuramente passi enormi in avanti, ma ci saranno luoghi in Italia dove ricaricare sarà difficile, ci scommetto. E rimarranno ancora diversi affezionati al motore termico. Per questo dico che BMW ha ragione: sono i clienti a scegliere, imporre un prodotto piuttosto che un altro non funziona.
    Per non parlare poi dei paesi meno sviluppati, dove le auto termiche dureranno ancora a lungo. Una casa automobilistica non può ignorare quei mercati, il mondo non è tutto Europa, Nord America e Cina.

    1. E quindi ritieni sia una buona strategia quella di autorelegarsi in una nicchia sempre più piccola? Le strategie di successo generalmente sono quelle che perseguono i mercati in espansione, non certo quelli in contrazione.

      1. Non sono d’accordo che BMW si stia autorelegando in una nicchia sempre più piccola. I clienti delle auto termiche saranno tantissimi ancora per diversi anni, mentre nel frattempo cresceranno i clienti delle auto elettriche. BMW dichiara che prevede di vendere il 50% di termiche ed il 50% di elettriche nel 2030… In sostanza, servirà il mercato con entrambe le opzioni e sarà il cliente a scegliere cosa acquistare. Se sarà una strategia di successo lo scopriremo tra 10-15 anni, a me come filosofia piace, perché è sempre il cliente a dover scegliere cosa comprare.

        1. Anche a me piace lasciar scegliere il cliente e la strategia di BMW è comprensibile se si guarda ai clienti attuali e non si è sicuri di cosa ha in serbo il futuro. Una strategia simile a quella di Hyundai che offre ogni tipo di scelta dal punto di vista motoristico, dal diesel all’ibrido, elettrico e perfino l’idrogeno. Solo che Hyundai fa numeri diversi e ha un’approccio più agnostico al mercato, BMW ha una storia e tanta tradizione alle spalle e si vede che l’elettrico non è nelle sue corde, per questo temo che stia rischiando grosso perché sembra in una situazione simile a quella di Nokia quando è entrata nel mercato Apple (oggi Tesla) e poi Google (oggi gruppo VW). Ecco, secondo me non hanno capito che se nel 2030 le auto a combustione saranno ancora al 50% vorrà dire soltanto che le auto elettriche non saranno state all’altezza della situazione. Una scommessa indubbiamente rischiosa.

  4. Ogni azienda farà i propri ragionamenti in base al mercato,nulla di strano. Poi per un passaggio all’elettrico di massa basta vedere quante auto ci sono parcheggiate x strada senza box……a voi le conclusioni….

    1. Io uso l’auto elettrica senza box. Magari sono particolarmente fortunato perché ci sono diverse colonnine vicino a casa mia, ma se avevo qualche dubbio sulla fruibilità prima di acquistarla adesso non ne ho più, perfino la moglie si dice soddisfatta.

    2. Ricordo che per queste scelte, i produttori non guardano esclusivamente all’Italia e alla situazione del parco auto e relativamente ad esso (es: posti coperti disponibili)

  5. Gianni Terragni

    Esiste un problema mondiale legato all’inquinamento? Pare che siano quasi tutti d’accordo per il sì. A parte chi vende petrolio e gas. Chi ha deciso di mettere dei limiti all’inquinamento? La politica,quella intelligente, sentiti vari studi e ricerche a livello mondiale. E ALLORA DOVRÀ ESSERE LA POLITICA, QUELLA INTELLIGENTE A STABILIRE QUANDO PASSARE ALL’ELETTRICO.
    I costruttori pensano a guadagnare il massimo, i compratori a pagare il minimo, chi decide di rimetterci per non inquinare se non è obbligato?

  6. La maggior parte dei clienti non ha idea di come saranno le auto tra 5 anni, e su questo confidano alcuni marchi che hanno clienti più tradizionalisti di altri.
    La traiettoria è quella di Nokia contro Apple, con Google, Samsung e i cinesi pronti ad approfittarne.
    Nulla di nuovo sotto il sole, il nuovo ha sempre sostituito il vecchio e chi non è abbastanza veloce ad adattarsi si troverà fortemente ridimensionato. A rischio oggi ci sono BMW e Toyota. Riusciranno ad adattarsi abbastanza velocemente o finiranno nel lungo elenco delle “grandi di una volta”?

    IBM: “There will only ever be a need for100 computers.”
    DEC: “No one would ever buy a personal computer.”
    BLOCKBUSTER: “People don’t want to watch films over the internet.”
    NOVELL: “Our technology is much more sophisticated than Microsoft.”
    BOOKSTORES: “People want to pick up and handle the books,
    not read them on the computer.”
    SONY: “Beta technology is far superior to VHS.”
    LOTUS: “Our spreadsheet is far superior to Microsoft even if it is complicated.”
    NOKIA: “Our phones are the world standard, even if they are proprietary.”
    TOWER RECORDS: “People want to own their own music, not rent it online.”
    BLACKBERRY: “Our security is what companies want, they won’t let Android or iPhones on their network, even if our stuff costs more.”
    KODAK: “People will always prefer film cameras, even if we invented digital ones.”

    1. Caro popolo di elettronauti o aspiranti tali, se potete acquistate le vostre elettriche da chi nell’elettrico ci crede e non dai costruttori elettroscettici.

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