ZipCharge Go, la power-bank portatile: può servirci per ricaricare?

ZipCharge Go (qui il sito) è la prima prima power-bank compatta per ricaricare l’auto elettrica. Dovrebbe essere prodotta e commercializzata entro l’anno da una start-up che pare aver messo a punto un prodotto realmente portatile. Ma ha davvero un senso? Quali potrebbero esserne le applicazioni? Vediamo…

zipcharge goZipCharge Go: un trolley che in 30 minuti ricarica 4 kWh

Non si tratta di una prima assoluta, ci sono stati altri tentativi in questo senso. Esempio: SparkCharge aveva realizzato un prodotto modulare mai arrivato sul mercato europeo. Su quello americano l’utilizzo è rimasto limitato al servizio di soccorso stradale e non è mai realmente decollato. Secondo i fondatori della start-up, circa il 40% degli automobilisti non dispone di un parcheggio privato nel quale installare una wall-box. E la ricarica pubblica non è abbastanza capillare da costituire una garanzia. Noi stessi sconsigliamo ancora l’acquisto di un’elettrica a chi sa di non poterla ricaricare a casa o al lavoro. Cerchiamo di capire, allora, se davvero la powerbank di ZipCharge Go potrebbe essere un valido supporto in questo o in altri casi. Al momento sappiamo che la versione base avrà un pacco batteria da 4 kWh di capacità. In seguito arriverà una versione con capacità doppia. La potenza di uscita, alla quale saremo in grado di ricaricare l’auto, è di 7,2 kW. Restituire circa 4 kWh di carica richiederà quindi circa mezzora.

zipcharge goZipCharge Go: per ricaricare la citycar al lavoro può andare?

 

Immaginiamo di possedere una piccola citycar elettrica, diciamo una Renault Twingo. Immaginiamo di percorrere ogni giorno circa 15 km per andare e tornare dal lavoro. La Twingo ha un pacco batteria della capacità di 21,4 kWh (netti). E il suo consumo medio (estate – inverno) è di 16/17 kWh/100 km. Con picchi di 24 kWh/h/100km in inverno e di 13/14 kWh/100 km in estate.  In effetti, anche nel periodo invernale, almeno sulla carta, la cosa potrebbe funzionare. Potremmo immaginare di ricaricare ZipCharge Go a casa durante la notte, di uscire poi al mattino, riporla nel bagagliaio, e andare al lavoro. A questo punto collegarla all’auto ripristinare l’autonomia necessaria a rientrare a casa e a tornare al lavoro il giorno successivo. In estate saremmo in grado restituire all’auto oltre 30 km a ogni scarica completa (di ZipCharge Go). Non male.

Il nostro cavo si collega come a una colonnina in AC.

Potrebbe servire, ma le incognite sono tante..

Restano da approfondire alcuni aspetti. Quanto è sicuro trasportare in auto una batteria al alta tensione? Quali saranno le performance effettive di ricarica con temperature estreme? Quanto è isolata termicamente la batteria? Una power-bank collegata all’auto parcheggiata non desterebbe la curiosità di potenziali vandali di passaggio? Sarebbe regolare l’utilizzo nel caso in cui l’auto fosse parcheggiata sul suolo pubblico? ZipCharge Go, a vostro avviso, potrebbe avere senso anche come ricarica di emergenza nei casi in cui si restasse “a secco”? Fateci sapere cosa ne pensate! Nell’attesa che questo prodotto arrivi sul mercato, nell’ultimo trimestre di quest’anno, e possiamo testarlo per voi.

Visualizza commenti (13)
  1. Non ne vedo alcuna utilità, di certo non va bene per l’uso costante dati i problemi di peso (non per l’aumento anche minimo del consumo ma perché la devi spostare), ingombro, deterioramento del pacco (se la usi sempre per estendere autonomia per forza la scarichi sempre al 0% deteriorandola), rischio di furto.

    Ma non la vedo bene nemmeno come utilizzo di emergenza per officine: qualcuno te la dovrebbe portare…ma a sto punto perché non venire, se lo hanno, con un carroattrezzi oppure con un generatore a benzina? (Se devi usarlo una volta ogni tanto non è che inquina molto dato lo scarso utilizzo e, soprattutto, se ti chiamano in due nella stessa giornata puoi soccorrere entrambi).

  2. L’ansia da competizione con l’endotermico, ha portato pure alla scoperta della tanichetta di scorta. Ridicoli

    1. Perché nessuno di noi è mai rimasto a piedi con l’endotermico e al benzinaio con tani ca per poter ripartire, non mi venga a dire nessuno perché solo io son rimasto a piedi tre volte.
      Nessuno vuole competere con endotermico l’elettrico avrebbe vinto dalla sua nascita se non ci fossero state la lobby del petrolio.
      Quindi di cosa vuole discutere.

      1. Io mai successo hehe però può sempre succedere, ci sono arrivato vicino diverse volte, ma un auto con altri si capitato diverse volte.
        Alla fine una soluzione tipo tanica nel bagagliaio serve, che questa sia la soluzione ideale boh come dicono ci son troppe incognite, a partire dal peso totale
        Di sicuro servirebbe un cavo enormemente lungo in modo da usarla facendolo uscire dal finestrino, francamente lasciare una batteria, che non sarà certo economica per sua natura, così libera appoggiata a terra per farmela ciulare dal primo che passa e vuol sentirsi figo
        Certo… La tanica in auto occupa un niente di spazio e con 5 litri hai ben più autonomia, soprattutto quelle “a busta”… Finché non arrivano altri tipi di batteria in commercio queste son le soluzioni su cui si può contare però, tipo per queste cose potrebbe essere top la batteria in vetro, non ha enorme densità ma è molto più leggera e ha capacità di carica scarica enorme oltre a una longevità molto maggiore… Ma se uno la deve usare come nell’esempio in articolo come ricarica giornaliera anche il numero di cicli diventa importante

  3. Scusate le parole :
    Mi sembra utile come uno snocciola-funghi 🙂
    In famiglia usiamo una Twingo ZE con cui percorriamo 8-900 km al mese; occupare più di metà del piccolo baule con un trolley, che peserà almeno 15kg, francamente non ci pare una idea sensata.
    Piuttosto durante la sosta (che deve essere fatta SOLO in area privata) ci colleghiamo ad una normale presa di corrente.
    Dimenticavo: mi sa che un simile prodotto costerà più di 1’500 €

  4. L’idea di portarsi dietro una valigia di 23 kg per 30 km di autonomia in più è un’idiozia. Scusate come lo dico ma è così. L’utilizzo per cui nasce è quello di consentire a chi non ha il box di poter caricare in strada..ok ma è ben poco pratico anche così. Ad una colonnina fast da 75kW quei 4 kWh li recuperi in 3 minuti di ricarica!

  5. Io uso la power-bank per lo smartphone quando so che dove vado non ho possibilità di ricarica, ma è per 5 ricariche con autonomia totale di 12 giorni.
    Una PB da 4 kWh è solo per emergenze giusto per arrivare alla colonnina o a casa , e equiparata ad una tanica di benzina, potrebbe essere comoda se è a disposizione condivisa sicuramente quando i distributori avranno anche le colonnine.
    Non sarà per niente economica e da tenere in auto per la paura di rimanere a piedi la vedo ardua, meglio un contratto c assicurativo con assistenza stradale, che preveda una ricarica in caso di emergenza.

  6. Ottima idea, per chi magari non può ricaricare a casa, da utilizzare in emergenza oppure per non scaricare la batteria sotto al <20 % si potrebbe abbinare ad alcuni pannelli fotovoltaici.

    1. Sì e no.
      No per un utilizzo costante sia per ricarica che per extender della batteria. Non ha senso se poi contiamo l’efficienza, è pessima.
      Sì per emergenza, ma l’uso a questo punto non è per privati, ma per professionisti, a meno di avere 2/3 bev in casa.

  7. Alessandro D.

    Sto oggetto ha senso in situazioni limite o di emergenza. Pensare di usarlo “a regime” francamente mi lascia perplesso. Per quanto riguarda la questione di sicurezza, voglio pensare che se lo hanno messo regolarmente sul mercato le problematiche si possano ragionevolmente ritenere trascurabili. Per quanto riguarda l’utilizzo sul suolo pubblico, la mia maggior preoccupazione sarebbe quella che non me lo rubassero. Ergo concordo sostanzialmente con Paolo.

    1. Ottima idea ma solo come emergenza autostradale, mi spiego. Se in autostrada si rimane a secco di benzina si va dal distributore più vicino con una tanica e si riparte ,stessa cosa per il trolley elettrico si va dal distributore più vicino e si affitta per poi lasciarlo al distributore più avanti.
      Questo necessita di un contratto con i distributori di carburanti con la fabbrica di trolley.

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